un articolo del prof. di Yoga Gregorian Bivolaru

Esattamente come l’energia dell’amore, della felicità, della gioia, esiste anche l’energia divina del perdono con cui possiamo entrare in stato di risonanza occulta. Proprio come l’amore attira l’amore e la gioia attira la gioia, così il perdono attira il perdono. Per far apparire nel nostro universo interiore lo stato di perdono, dobbiamo attirare nel nostro essere l’energia sottile divina del perdono.

Lo stato di sensibilità del tutto particolare in cui l’amore ci fa vivere, come anche la relativa vulnerabilità che reca con sé l’abbandono e la devozione verso gli esseri umani che amiamo, portano, in alcuni casi, alla sofferenza. In alcune situazioni, è possibile non solo provocare nell’essere amato, anche senza volerlo, sofferenza, ma allo stesso tempo è possibile che anche noi stessi ci esponiamo al vissuto di sofferenza. Simili situazioni, in cui alcuni esseri umani si confrontano con delle sofferenze provocate dall’amore, a volte sono quasi inevitabili. È essenziale però ricordare che tutte queste sofferenze evidenziano, di fatto, la nostra incapacità di distaccarci.

Coloro che sono veramente capaci di distaccarsi non saranno mai coinvolti e, proprio per questo, non soffriranno a causa dell’amore. Vediamo però ciò che si può fare nel caso di coloro che, a causa della loro incapacità di distaccarsi prontamente, soffrono o si sentono feriti a causa dell’amore. A coloro che non sono capaci di distaccarsi, l’amore provoca delle ferite nell’anima e sofferenze. Il rimedio sovrano che le guarisce tutte è tanto semplice quanto irresistibile: l’energia divina del perdono.

Guardando la realtà dalla prospettiva della legge del taglione, che implica ” occhio per occhio, dente per dente, ” ogni essere umano ha il diritto di vendicarsi. Non ha nessun motivo per perdonare. Il perdono non rappresenta però solo una adeguata azione di terapia psichica. E’, allo stesso tempo, un’operazione che rivela l’anima che si nasconde dietro l’anima ferita.

Ogni essere umano che soffre si è confrontato con aspetti, situazioni ed esperienze che a prima vista sembravano imperdonabili. Tutto ciò risveglia in lui il desiderio immenso di prendersi la rivincita, di vendicarsi. E’ indubbio che, se non esistessero simili situazioni, che possiamo guardare allo stesso tempo come delle lezioni spirituali e dei test iniziatici, non potremmo mai imparare veramente cosa significa perdonare. E tuttavia, nonostante ciò, dobbiamo perdonare.

Quando riusciamo veramente a perdonare, il perdono che appare non significa necessariamente dimenticare (ovvero, sopprimere completamente dalla nostra memoria il fatto o l’azione che ci ha ferito), e neanche chiudere gli occhi facendo finta di niente (e passando così per stupidi). Perdonare non significa neanche pretendere in modo aberrante che, di fatto, non è successo assolutamente nulla (ricorrendo ad ogni sorta di argomentazioni speculative o evidentemente aberranti). Al contrario, il perdono implica la disamina lucida e distaccata della sofferenza o della ferita da tutti i punti di vista, la quale va poi guarita completamente attraverso l’energia sottile del perdono, che farà apparire effetti simultanei al livello dell’anima.

Per poter perdonare dobbiamo attirare nel nostro essere interiore, tramite l’invocazione, l’energia sottile divina del perdono. Questo si realizza implorando sinceramente, umilmente e pieni di amore l’aiuto di Dio padre. In una simile situazione, dopo aver realizzato la consacrazione dei frutti di quell’azione a Dio Padre, chiederemo a Dio stesso di riversare nel nostro essere l’energia sottile del perdono. Rimanendo in piedi, possibilmente rivolti verso il sorgere del sole, recitiamo interiormente la seguente preghiera, semplice ed efficace:

 “Signore Dio, padre celeste, ti imploro umilmente di riversare nel mio essere la tua energia divina del perdono. Ti imploro di aiutarmi a perdonare totalmente e incondizionatamente tutti coloro che hanno sbagliato nei MIEI confronti, sia volontariamente, SIA involontariamente. Ti ringrazio per aver ascoltato la mia preghiera, aiutami. Amen”.

Ripetiamo almeno sette volte questa semplice preghiera ed ogni volta, alla fine, sentiremo come nel nostro essere si riversa, dall’alto verso il basso, dalla cima della testa, inondando il nostro intero essere, l’energia sottile divina del perdono. Quando sentiamo che il riversamento dell’energia sottile del perdono diminuisce, recitiamo la preghiera una seconda volta e continuiamo allo stesso modo con ogni ripetizione.

Alla fine dell’intero ciclo, pensiamo chiaramente all’essere che desideriamo perdonare e all’azione o alle situazioni per le quali lo perdoniamo. Poi sentiremo come l’energia sottile divina del perdono esercita un’azione ineffabile, alla fine della quale appare lo stato specifico di sollievo e di purificazione interiore, che indica il fatto che l’energia sottile divina del perdono ha svolto con successo quest’operazione di annichilazione. Alla fine, avremo la possibilità di verificare l’efficacia del perdono grazie all’apparizione, nel nostro essere, di uno stato di distacco completo nei confronti degli aspetti, delle azioni e situazioni che hanno provocato la sofferenza o il dolore, oltre che nei confronti dell’essere che ne è stato l’autore.

Nel caso in cui constatiamo la persistenza di strane tendenze, che mostrano come il processo del perdono non sia stato ancora compiuto totalmente, si ripete più volte il procedimento descritto precedentemente, fino a quando non si instaura nel nostro essere lo stato specifico di distacco completo di cui si è parlato.

Offriamo, di seguito, un secondo metodo efficace che ci permette di perdonare con l’aiuto dell’energia divina del perdono. Anche nel caso di questo metodo, prima che venga messo in pratica, è strettamente necessario ripetere almeno sette volte la preghiera che abbiamo già presentato. Dopo aver caricato il nostro essere con l’energia sottile divina del perdono, passiamo alla tappa successiva e cerchiamo di mettere in pratica il secondo metodo, che ora esponiamo.

Vediamo ora quale sarà il metodo di azione che utilizzeremo per perdonare. Innanzitutto cercheremo di trasporci quanto più possibile nei panni di colui che ci ha ferito o che ci ha fatto soffrire. Rimanendo nell’essere e nei panni dell’aggressore, di colui che ci ha fatto del male, cercheremo poi di pensare con lucidità e distacco: cosa avremmo fatto noi se fossimo stati al suo posto, nella stessa esatta circostanza? soprattutto allora dobbiamo domandarci, con la MASSIMA lucidità e distacco: come avrei agito?

Immediatamente dopo, inizieremo ad esaminare la persona che ci ha provocato quella sofferenza o dolore, al di fuori del contesto in cui ci ha offeso, mettendola, con l’aiuto dell’immaginazione creativa, in un contesto e in un quadro completamente diversi. Ad esempio, cercheremo di immaginare in che modo si mostra l’essere che vogliamo perdonare quando era bambino, ancora meglio, ci ricorderemo, il più esattamente possibile, di una situazione o congiuntura in cui lo abbiamo incontrato e siamo andati d’accordo con lui.

Alla fine di quest’operazione di visualizzazione, rimarremo con gli occhi chiusi, in uno stato di raccoglimento, poi aspireremo ad aprire al massimo il cuore, invocando allo stesso tempo l’aiuto di Dio padre e chiedendoGli di riempirci il cuore e l’anima con l’energia sottile della Sua compassione infinita.

Alla fine di quest’azione si deve installare il pieno stato di distacco di cui abbiamo parlato prima. Una volta che è andato a buon fine, con l’aiuto dell’energia sottile divina del perdono attirata nel nostro essere dal Macrocosmo, il perdono rappresenta una doppia grazia. Esso libera dal senso di colpa l’essere umano a cui è accordato e, allo stesso tempo, elimina l’amarezza, la sofferenza, le tensioni specifiche che persistono incessantemente nell’essere in causa in mancanza del perdono.

Dovremmo aggiungere inoltre che il perdono, portato a buon fine con l’aiuto dell’energia sottile del perdono, presenta colui che è stato perdonato sotto una nuova luce, che è la luce misteriosa dell’amore e non quella del giudizio. Lo stato di distacco che si installa poco tempo dopo, quando il perdono è stato portato a buon fine, mostra che siamo riusciti, senza dubbio, a perdonare totalmente. Nel caso in cui questo stato di pieno distacco non si instauri, riprenderemo il processo più volte, finché non ci riusciremo. Possiamo aggiungere che quando inizieremo ad agire con l’energia sottile divina del perdono, le prime volte sarà più dura. Poi, nella misura in cui otterremo l’esperienza necessaria, ci sarà sempre più facile perdonare, e per questo useremo ogni volta l’energia sottile divina del perdono. Così come abbiamo mostrato all’inizio, il perdono attira sempre a sé il perdono. Il processo di risonanza occulta che si mette in moto è inevitabile.

In conclusione, è molto importante comprendere che, quando non perdoniamo l’essere umano che ha sbagliato nei nostri confronti, lo stato di pena e di sofferenza rimane ininterrottamente nel nostro universo interiore e genera una risonanza occulta, che alimenta quella sofferenza fino al momento in cui l’energia del perdono non elimina quelle ferite, quelle sofferenze, e le fa scomparire per sempre. Mentre il giudizio contrae l’anima e la espone ad una sofferenza infinita, il perdono la libera immediatamente da queste ferite e sofferenze e, calmandola, le permette di fiorire.

(yogaesoteric)