In occidente, il tantra è diventato una celebre corrente di grande successo, anche se non è realmente e correttamente conosciuto e compreso. Purtroppo, pochi uomini hanno accesso alle informazioni rispetto a ciò che riguarda il tantra, essendo abbordato in modo superficiale dalla maggior parte delle scuole occidentali di tantra. Queste spesso presentano informazioni che non hanno un reale legame con la vera scienza tantrica, così come non possiamo dire che l’astrologia e l’astronomia sono identiche, essendo di fatto due scienze differenti.

Possiamo così dire che il tantra è una scienza esoterica mistica che si occupa dello studio dell’intero universo, iniziando con l’essere umano: dai pensieri, le emozioni, il corpo fisico e continuando con la natura, con l’armonia della musica e delle vibrazioni, arrivando fino alle dinamiche delle stelle e dell’intero cosmo.

Nella lingua sanscrita, tantra significa “rete, intreccio” la parola è composta dalla radice “tan” che significa espansione e da “tra” che significa corda, filo. Nella visione tantrica, l’intero universo fisico e mentale è percepito come essendo simile al tessuto in cui le parti si uniscono nell’intero (tutto), e in cui l’intero (il tutto) si riflette in tutte le sue parti. Il vero tantrico (tantrika) è percepito come un musicista divino che sa cantare con saggezza questo strumento “uno strumento con un’infinità di corde” all’interno della sua anima o dell’intero universo.

La metafisica tantrica si basa su alcuni principi fondamentali. Un primo principio si può comprendere con il seguente proverbio indiano “Ciò che è qui (nel microcosmo dell’essere umano) è ovunque (nel macrocosmo), ciò che non è qui (nel microcosmo dell’essere umano),non esiste in nessun luogo (nel macrocosmo). (Kularnava Tantra)

Questo proverbio indica lo specchiarsi fondamentale dell’universo nel nostro essere e il nostro specchiarci nell’universo. Così come l’uomo dorme e poi si sveglia, così anche in natura si alternano la notte e il giorno. Così come esiste a livello umano l’attrazione polare tra l’uomo e la donna, così accade a livello planetario con i poli magnetici ed elettrici. Così come le piccole immagini del proiettore e le grandi immagini dello schermo hanno la stessa matrice, così anche l’universo e l’uomo sono uniti e si specchiano perfettamente l’uno nell’altro. Per sottolineare questa idea, merita menzionare il fatto che nel frontespizio del tempio di Delfi sono scritte in greco le seguenti antiche parole: “Conosci te stesso e conoscerai cosi l’intero Universo”. Un famoso proverbio cabalistico afferma: “L’uomo è un mondo più piccolo, ma il Mondo che è “la Casa” è un grande uomo”. (Rabbi Isaac Daman, cabalista del XIV secolo).

Il secondo principio del tantra è descritto dal Lama Govinda: “Il bene e il male, il sacro e il profano, la sensualità e la spiritualità, il materiale e il trascendente,samsara (ignoranza) e nirvana (illuminazione) non sono completamente opposte, essi sono due facce della stessa realtà”. Questo principio differenzia il tantra dalla maggior parte delle vie spirituali che separano il sacro dal profano, l’amore dal desiderio, la spiritualità dal materialismo. Il tantra fa sparire lo spazio tra il peccato e la virtù; esso unisce “ciò che è” con “ciò che dovrebbe essere” e mostra la continuità inseparabile dello spirito nella materia, della mente nel corpo, dell’infinito nel finito, di ciò che è oltre in ciò che è qui e dell’eterno “essere” nel suo divenire nel “tempo”.

Secondo questa prospettiva il tantra cerca di utilizzare ogni particella di vita come uno strumento nella via dell’evoluzione spirituale, poiché esso non nega i processi primari come: il dormire, il mangiare, l’eliminazione delle secrezioni o i bisogni sessuali. L’energia della passione e del desiderio non deve essere perduta ma dovrebbe essere controllata. “Ogni processo, ogni desiderio, per quanto poco elevato sia, porta con sé il battito di sacralità che il tantra insegue per identificare e portare alla luce” (John Blofield, autore del libro “Misticismo tantrico in Tibet”).

Alcuni adepti occidentali osservano il tantra come una pratica erotica del tipo Kama Sutra e utilizzano le tecniche sessuali come certi strumenti necessari nella pratica spirituale. Questo approccio ha generato il cosiddetto neo-tantra che è stato scherzosamente chiamato dai Lama tibetani il “California tantra”.

Questa incomprensione ha origine nel fatto che l’estasi beatifica che si raggiunge con il vero tantra è confusa con il momento dell’orgasmo durante un atto amoroso normale. Entrambi sono sperimentati in modo naturale all’interno delle relazioni erotiche tantriche. Lo scopo del tantra però non è quello di sperimentare il piacere in modo superficiale ma di andare molto più in profondità, ad un livello ben differente.

Possiamo ora parlare di cos’è veramente il tantra e del motivo per cui esso fu creato e ci fu offerto, così come fu descritto dai rishi (saggi indiani): “Gli uomini saggi che hanno raggiunto la suprema realizzazione del Sé, una volta che hanno percepito e compreso che tra il proprio sé e quello divino non esiste alcuna differenza, essi sono diventati uno con il Sé Divino. Si sono liberati da ogni desiderio e passione individuale, nel momento in cui hanno percepito e hanno compreso che tutte le loro azioni in questa vita sulla terra sono guidate da Dio; allora hanno raggiunto la liberazione suprema. Coloro che hanno visto che Dio si riflette in ogni aspetto in questa terra, hanno raggiunto la pace interiore e sono diventati uno con l’Intero Universo, percependo i segreti della vita eterna”. In questo paragrafo, i rishi descrivono la realizzazione ultima dell’uomo, che è la rivelazione del Sé Supremo immortale, Atman, e la fusione beatifica con Dio Padre.

Per poter comprendere a cosa si riferisce il testo, esaminiamo analiticamente gli elementi essenziali che lo compongono utilizzando una metafora semplice:

  • L’unione tra l’anima individuale con quella Suprema, così come una cellula comprende che è parte di un intero corpo;
  • La liberazione da ogni desiderio personale, analogicamente con la cellula che comprende e che chiede ossigeno per realizzare il suo ruolo nell’organismo;
  • Comprendere il fatto che il Sé Supremo è il motore di tutto ciò che accade nell’intera manifestazione, per analogia con una cellula che “comprende” che tutto ciò che è in lei e attorno a lei è creato dall’intero corpo;
  • Lo stato di pace beatifica del Sé (qui la metafora con la cellula non è più valida) è uno stato che niente può perturbare. Una profondità che non conoscerà mai il movimento, come se non fosse niente, come se non fosse stato niente e non lo sarà mai, come quando tutte le forme sono svuotate dall’essenza.

Questa realizzazione spirituale può sembrare fantastica all’uomo normale e per coloro che sono all’inizio di questa via; il tantra gli offre una pratica che rende spirituale ogni momento del presente, fa si che ogni camera diventa un tempio, ognuno sembra diventare una bacchetta d’oro e ogni viso umano, un viso di Dio.

Il trattato mistico segreto fondamentale “Vijnana Bhairava Tantra” ci offre molti esercizi spirituali in cui la realtà è percepita come un mistero divino. Sono qui descritti metodi d’illuminazione spirituale partendo dai momenti quotidiani: come possiamo percepire il Vuoto Divino mentre osserviamo un lago, o la modalità di controllare l’energia dello starnuto per ottenere un momento di illuminazione, ecc. Anche ai nostri giorni incontreremo monaci che si solleticano il naso con una penna cercando di raggiungere con l’aiuto dello starnuto uno stato di trascendenza. Per finire, prendiamo in prestito le parole di Rabbi Nachman che diceva: “Gli uomini semplici mangiano per avere energia, i saggi studiano la Bibbia per sapere come mangiare”. Questa è un’attitudine tantrica, di portare il sacro in modo spontaneo nella vita di ogni giorno.

I principali aspetti divini che il tantra fa conoscere al mondo sono: Shiva, il principio maschile, l’aspetto Cosciente, il nucleo della creazione; e Shakti, il principio femminile, la Creazione in divenire. Entrambi sono riuniti e trascesi in Paramashiva, il Supremo Assoluto. L’intera realtà è percepita come il gioco di questi due princìpi. In questo gioco, Shiva gioca il ruolo di testimone, l’osservatore che sperimenta la creazione in uno stato di pace, di calma. Shakti, gioca il ruolo dell’energia creatrice ed è lei stessa creazione e manifestazione. Si può aggiungere, analogicamente, che Shakti è il sogno e Shiva il sognatore, che Shakti è l’universo, tutta l’esperienza e Shiva è la luce attraverso la quale è percepita e vissuta.

Shakti ha molti aspetti: Kali, la forza del tempo; Tara, la forza della compassione; Tripura Sundari, la forza dell’amore e della bellezza; Lakshmi; Parvati; Dhumavati, la forza del vuoto e molte altre. Tutti questi aspetti di Shakti ballano di fronte a Shiva e insieme a Lui, essendo polarizzati da Lui, e attraverso il loro ballo fanno apparire e scomparire tutti gli aspetti della manifestazione, come la creazione e la distruzione, la vita e la morte, il vuoto e il pieno.

Il più famoso simbolo di Shiva in unione con Shakti, di fatto è una della rappresentazioni più importanti dell’India, è chiamato “Shiva Lingam” – “Lingam”, l’organo sessuale maschile all’interno di una “Yoni”, l’organo sessuale femminile, in fusione. Questi due principi, Shiva e Shakti, si ritrovano in ogni essere umano e la loro unione si riflette a livello dell’anima. Per poter spiegare ciò possiamo prendere esempio dal bisogno di indipendenza dell’uomo, (paragonato al principio maschile universale che nell’essenza è trascendente e intatto, Shiva come Coscienza, oltre la mente) e il bisogno della donna di intimità (paragonata al principio femminile universale che è nell’essenza l’amore, in una permanente unione con tutto ciò che esiste, nascosta ma mai separata, Shakti come energia creatrice fondamentale, abbracciando tutto).

Il tantra, come scienza spirituale tradizionale eminentemente praticata, parte dai principi metafisici che sono alla base dell’universo e formula, sulla loro base, i principi pratici efficienti per trasformare l’uomo, partendo dal corpo fisico e continuando con le profondità della sua anima. Alcuni testi tantrici menzionano tre vie tantriche diverse:

  1. “la via Kaula” che include certi processi (inclusi i rituali) tantrici che determinano l’amplificazione e la trasmutazione del potenziale erotico, la sublimazione ascendente dell’energia e il risveglio della Kundalini Shakti (descritta come un serpente dall’enorme forza concentrata, ha la forma di una spirale alla base della colonna vertebrale, in Muladhara chakra). Questa energia colossale, quando è “risvegliata” e “innalzata”, risale lungo la colonna vertebrale provocando nello stesso tempo anche una trasformazione spirituale;
  2. “la via Misara” combina diverse tecniche tantriche (sia interne che esterne) che hanno proprio lo scopo di innalzare l’energia Kundalini nella zona del cuore, al centro del petto, Anahata chakra. Le prime due fanno parte del cosiddetto “tantra della mano sinistra”, Vama Marga;
  3. “la via Samara”, fa parte del cosiddetto “tantra della mano destra”, Dakshina Marga. In questa via non ci sono rituali tantrici esterni. Per questa via, l’identificazione con i principi maschili e femminili si realizza in modo simbolico, interno, con le meditazioni, ascetiche. Queste hanno lo scopo di sublimare l’energia Kundalini Shakti nella zona della testa, nel centro sottile di forza Sahasrara.

In questo senso, i traduttori moderni sottolineano il fatto che questa via, Samara, è la più elevata e la più pura tra le tre. D’altra parte Kularnava tantra, uno dei più importanti testi sul Tantra, considera che la prima via, la via Kaula, che ha le più numerose implicazioni nelle azioni e nella vita su questa terra, è la più elevata tra le tre. Ancor più, si menziona il fatto che una sintesi perfetta delle tre vie è la miglior via da seguire, piuttosto che seguire separatamente ogni via.

Cos’è e cosa non è il Tantra

Applicato nella coppia, il tantra è un tipo di meditazione in due che trova la sorgente nell’unione dei principi fondamentali femminili e maschili e il cui motore è l’energia sessuale. È l’invito a scoprire le dimensioni sacre degli incontri amorosi e il mezzo per far vibrare all’unisono il corpo, l’anima e la coscienza. Questo però non si realizza in un solo giorno. È una via che richiede l’impegno in ogni momento della vita come se fosse l’ultimo.

Il tantra è la celebrazione della vita, una festa del “qui e adesso”, per quello che accade, indifferentemente da ciò che accade o come accade. È un culto della natura e della vita, in cui nessun aspetto non è rinnegato: l’interiore, l’esteriore, la gioia, il dispiacere, il riso, il pianto, la mania, la fiducia, il dubbio, l’ombra e la luce. Il tantra non è né repressione né indecenza, sapendo che l’una è il vettore dell’altra. Esso è ciò che è in modo cosciente.

Il tantra non è un corso di educazione sessuale e nemmeno una semplice tecnica di contraccezione, attraverso la ritenzione dello sperma. Considerare solo questo aspetto significa perdere il mistero del tantra. È vero, come vedremo, che una respirazione molto lenta permette la ritenzione dell’eiaculazione e il prolungamento dell’atto amoroso. Però comportandosi in questo modo l’uomo rischia di perdere spontaneità, innocenza e il suo lato istintivo nell’insieme; la mente prende il controllo e non c’è più spazio per la meditazione. L’essenza del tantra non è la tecnica ma è “l’amore”, è “preghiera”, un rilassamento del cuore che crea uno spazio in cui l’uomo e la donna si fondono.

Nel tantra ritroviamo l’innocenza del bambino, impariamo di nuovo a giocare con la persona amata senza pianificare l’atto sessuale, poiché il progetto falsifica il gioco e rompe il contatto con il vissuto del momento. L’accettazione totale di ciò che accade determina l’apertura dell’anima. L’incontro è vero perché ognuno dei due possa mostrarsi così com’è. Non c’è niente da dimostrare, niente da difendere, niente da proteggere. Due esseri vivono una relazione d’amore autentico. Non conta il tempo, l’età o le condizioni esterne; solo il momento presente è quello che conta. Quanto più ci assumiamo il rischio di essere noi stessi nel momento presente, quanto più la relazione si radica, si riempie e fiorisce.

Il tantra non è un corso tecnico, utilizza alcuni metodi e tecniche che possono permettere un’apertura verso il mondo tantrico e che presuppongono una pratica costante e molta perseveranza. Incontrare un’esperienza tantrica potrebbe essere una delle risposte benvenute al caos sociale e affettivo attuale.

Il tantra non è neanche una filosofia, neppure una religione nel senso dogmatico del termine. Esso non si oppone a nessuna delle due. È un’esperienza essenziale e spirituale. È religione nel senso di “legare”, “annodare”, che ristabilisce il legame tra il sotto e il sopra, tra il cielo e la terra, tra il sesso e la coscienza divina. Nella sua natura profonda, il tantra è una scienza, un’esperienza unitaria del corpo, dell’anima e della mente. Ci mostra una via spirituale la cui pratica genera un’esperienza verificabile di espansione della coscienza che permette la liberazione.

Tantrismo e Yoga

Lo yoga e il tantra formano il filone primitivo della tradizione spirituale indiana, essendo profondamente legate alla filosofia universale. Si è scritto e discusso molto su queste discipline spirituali ma a causa della profondità e del simbolismo nascosto esse rimangono, per la maggior parte, opache all’Occidente. Mantenuto segreto per molti secoli, il tantra rimane misterioso ed enigmatico ed è costantemente presente in una moltitudine di tecniche yoga, soprattutto nelle forme tibetane. Investigando conseguentemente, esso appare come una scienza originale sull’uomo, in cui le forze cosmiche si mischiano con la filosofia, la psicologia, la magia e lo spirito. Il tantra offre una visione pratica e su più livelli, rispetto all’essere umano, una teoria unificata che spiega gli aspetti più intimi del comportamento umano sfuggiti alle normali ricerche. Uno studio dettagliato del tantrismo contribuirebbe all’arricchimento delle scienze contemporanee e della psicologia in un modo nuovo e originale.

Lo scopo ultimo di tutte le forme di yoga è di indicare la via di integrazione perfetta nella Realtà obiettiva e di realizzare un’unione armoniosa tra i diversi livelli della manifestazione dei fenomeni cosmici. Lo scopo principale è di agire in perfetta concordanza con l’armonia e l’attività cosmica superiore. Per questo, attraverso molteplici forme di yoga, la coscienza del praticante yoga è espansa e la capacità di percezione superiore è sviluppata e amplificata al massimo. Queste caratteristiche sono comuni a tutte le discipline spirituali e il tantra yoga non costituisce eccezione.

Il tantra concepisce l’universo come una rete di energie invisibili, estremamente complessa e multi-dimensionale. Questa scienza permette l’espansione controllata della coscienza oltre questa rete di apparenti illusioni e libera così dall’ignoranza. Il tantra è chiamato anche Vama Marga ovvero “la Via della mano Sinistra” poiché la donna, che rappresenta l’influenza lunare, la polarità negativa o sinistra, gioca un ruolo essenziale in questa Scienza. Tuttavia la via qui raccomandata non è formata da negatività e austerità come nella maggior parte degli altri sistemi spirituali, ma è una via dell’accettazione, del piacere e della beatitudine. La tradizione tantrica mostra chiaramente che lo stato d’integrazione armoniosa e di libertà spirituale può essere ottenuto attraverso l’esperienza diretta e il vivere la vita di ogni giorno. I livelli inferiori di coscienza non possono essere controllati senza sforzo e superati senza essere completamente e freneticamente vissuti, intensamente e in modo totale, nella pienezza dei loro poteri.

L’alchimia tantrica – Preziosa sostanza dell’amore

L’atto sessuale tantrico ha alla base tutti i concetti esoterici fondamentali del Tantra, senza i quali questa pratica particolare non ha quasi nessun senso. Secondo David White, uno dei principali conoscitori occidentali della spiritualità tantrica, il tantra è rasa. Questo termine ha molti significati, si riferisce ai fluidi essenziali che sostengono la vita, conosciuti dai tempi vedici. I fluidi corporei – in particolare il seme e le secrezioni vaginali – sono stati considerati fin dall’origine della spiritualità sostanze cariche di potere, che l’aspirante, trovandosi sulla via che porta alla libertà e immortalità, deve controllare con la più grande attenzione. I chiaroveggenti vedici parlavano di soma, il nettare divino, che permetteva loro di stare in compagnia delle divinità. Questo concetto è stato assimilato anche alle idee diamrita, il nettare dell’immortalità, la cui controparte cosmica è retas, il seme divino. Nella Kaula-Jnana-Nimaya per esempio, amrita è descritta come veritiero stato di Kaula, essenza della pratica e della realizzazione tantrica.

Il tantra ha sfruttato questi simboli arcaici, che sono stati, allo stesso modo, la base del quadro concettuale dell’Ayurveda e dell’alchimia. Nel primo di questi due sistemi, rasa significa plasma, uno dei costituenti somatici (dhatu) insieme al sangue, la carne, il grasso, le ossa, il midollo, il seme e nelle donne il sangue mestruale. Nel secondo sistema per rasa s’intende il mercurio, il seme di Shiva. I paralleli che esistono tra il tantra, l’Ayurveda e l’Alchimia hanno la loro origine nella filosofia che concettualizza l’universo in termini sessuali o erotici, come creazione di Shiva e Shakti. Nell’alchimia praticata nell’India medioevale, il fluido sessuale della Dea era paragonato alla mica (un minerale) e il suo sangue mestruale con lo spirito. Si credeva esso potesse produrre oro insieme con il seme di Shiva, ovvero il mercurio. Nelle scuole tantriche di mano sinistra e in alcune scuole Kaula, le donne durante la mestruazione erano considerate molto desiderabili.

Yoga-Shikha-Upanishad spiega l’espressione composta raja-yoga come la fusione tra il sangue mestruale (rajas) con il seme (retas). La libera interpretazione ha portato, tra l’altro, all’apparizione di alcune pratiche di hatha yoga come vajroli-mudra.

La sessualità – un’arte alchemica

La sessualità non è mai stata “morale”, è amorale in quanto tale. Codificare l’appetito sessuale, inquadrarlo in nomi che non gli sono specifici non solo è inutile, ma rivela anche la totale mancanza delle conoscenze sulle sue immense possibilità generatrici d’energia sottile come, in realtà, essa è: una vera opera alchemica. Non esiste niente e nessuno da giudicare, d’analizzare, tutto sta nella comprensione di sé, per sé. È necessario comprendere sperimentalmente, nel proprio essere, la natura delle nostre pulsioni e delle passioni e l’avvicinarsi alla nostra sessualità delinea una vera arte. Questa arte fa appello alla coscientizzazione viva e precisa degli impulsi fisiologici durante la fusione amorosa, alla percezione chiara e cosciente dei processi sottili che fanno nascere il desiderio e conducono il piacere al culmine dell’estasi.

La tradizione tantrica, così come quella taoista, nasconde reali tesori sulla natura alchemica della sessualità umana. Partendo da ciò, per capire le prospettive della sessuologia transpersonale, dobbiamo imparare prima di tutto a percepire e a sentire. Imparare a percepire e a sentire “quello che è”, ecco una via di realizzazione integrale dell’atto amoroso (e di fatto, dell’intera nostra vita), non frammentata da piaceri passeggeri e senza sostanza. Così per comprendere profondamente la natura umana, l’alchimia “delle energie di vibrazione”, dobbiamo sperimentare la diversità dei fenomeni psicosomatici e spirituali e scoprire i loro intimi processi.

Quando il desiderio è percepito nelle sue manifestazioni sottili, energetiche, nella loro matrice, si produce una metamorfosi dell’attrazione sessuale che era, fino a questo momento, localizzata strettamente a livello organico. La diffusione del piacere si manifesta allora attraverso la voluttuosità amorosa che nasce al di là delle funzioni della personalità umana (emozioni, sentimenti) e alle volte anche indipendentemente da questa.

L’amore sensuale può essere considerato come vera arte solo quando tra i due amanti esiste un sentimento autentico d’amore. Se i due amanti possono vivere l’amore, la gioia o riconoscere l’altro, possono poi “scivolare” nella relazione duale del piano dell’identificazione corporea e vivere pienamente il piacere che può diventare in queste condizioni un trampolino verso stati superiori di coscienza. L’emozione sessuale precede spesso l’atto sessuale. Essa è, in modo eccezionale, vissuta nei momenti di passaggio da un livello organico grossolano ad un livello emotivo più sottile, ma non permette in nessun caso, da sola, ad una vera alchimia. Rendere alchemico l’atto amoroso presuppone così una perfetta conoscenza della propria sessualità, un controllo immenso sull’energia sessuale e l’esistenza di un amore puro e incondizionato.

“Il fuoco della passione è al di là di tutto la voluttuosità dell’eternità”

Le forme fisiche dei desideri determinano i gusti e le attrazioni sessuali, mentre l’aspirazione profonda di questi desideri è in sé quello di realizzare la pienezza, lo stato di unità. Osservando da un punto di vista superiore, l’atto amoroso non è un semplice soddisfacimento del desiderio fisico, istintuale. Di fatto è un’aspirazione interiore per perfezionare quell’opera alchemica grazie alla quale si unificano il principio Maschile, solare con il principio Femminile, lunare, allo scopo di perfezionare l’essere.

Ecco quindi una nuova visione sulla sessualità, che potrebbe sconvolgere molte persone. “Può l’atto sessuale aiutare l’essere umano a raggiungere lo stato perfetto e liberarsi” di cui parlano i mistici? La risposta è semplice e molto reale: Si.

Il desiderio d’amare, la volontà di piacere e lo sforzo di portare gioia nell’altro provengono tutte dall’aspirazione interiore dell’essere umano di unirsi con se stesso nella beatitudine universale. “Il fuoco della passione” di cui si dice si accende tra gli innamorati è, nell’essenza, al di là di tutto, una voluttuosità dell’eternità. L’orgasmo è così cercato e desiderato dagli uomini, non perché è solo una sensazione estremamente piacevole e intensa, ma anche perché è ciò che ci estrapola dal tempo e ci offre l’occasione di percepire il gusto dell’eternità. Sapendo tutto ciò, un essere umano cosciente e spirituale può, vivendo l’atto sessuale amoroso pieno di trasfigurazione ed emozione spirituale, arrivare al culmine della vita spirituale che altri raggiungono solo con le preghiere e le meditazioni.

Così, l’orgasmo non appartiene esclusivamente al piacere; esso è transostanziale, in modo essenziale, esso appartiene a quella natura immateriale, potremmo dire spirituale, di noi stessi.

L’alchimia dell’amore – la scienza della plenitudine

I ricercatori sostengono che la percezione è quella che può liberare il desiderio, ovvero che la realizzazione del desiderio implica il distacco totale da esso. Nello stato di coscienza normale, percepiamo in un certo modo l’esterno, molto spesso senza renderci conto di ciò che percepiamo. Potremmo dire così che non “percepiamo” ma soltanto sogniamo la percezione, poiché lo stato normale in cui ci troviamo può essere paragonato con lo stato incosciente di quando sogniamo.

Nello stato di pura coscienza, però, la percezione diventa un modo di esistere. La presa di coscienza sull’esterno ci facilita l’accesso alla vera esistenza e alla sua essenza, pura beatitudine.

Nel caso dell’atto erotico cosciente, che trasfigura ed è continente, la percezione diretta è fonte di piacere e voluttuosità. Porci nel mezzo delle percezioni, coscientizzarle pienamente e controllarle rappresenta la chiave fondamentale verso l’arte alchemica dell’amore sensuale. Dobbiamo solo imparare a vivere in modo cosciente e pieno il piacere erotico e ad intuire, con uno sforzo coscientemente orientato, la natura divina di questo piacere. Fonderci con noi stessi attraverso la fusione con la persona amata, nel piacere, lasciarci coscientemente avvolgere nella beatitudine dell’amore, penetrare l’estasi e lasciarci penetrare dall’estasi, questa è la vera alchimia dell’amore, di fatto, la scienza della plenitudine.

La respirazione cosciente, associata all’atto sessuale-amoroso, favorisce una percezione complessiva e sottile sull’intero corpo, così come un maggior controllo sui flussi energetici. Questa associazione cosciente della respirazione col sentire produce una “sostanza lucida” nella coscienza di colui (o colei) che sperimenta e sviluppa una nuova visione sull’esistenza nell’insieme, e sui vissuti amorosi in particolare.

Respirando con un ritmo controllato e regolato, accendiamo il “fuoco della passione” e nello stesso tempo lo teniamo sotto controllo. Fermare la respirazione nei momenti apice del piacere quando l’energia diventa difficile da controllare, induce implicitamente a fermare tutti i processi afferenti l’atto amoroso erotico e ci proietta spontaneamente in uno stato di vuoto in cui possiamo vivere, se siamo sufficientemente coscienti, l’esperienza di comunione con Dio. L’apparizione di uno iato (pausa) in un momento orgasmico massimo, ci proietta in una dimensione oltre lo spazio e il tempo, senza spazio e senza tempo in cui, avendo diretto accesso alla percezione dell’eternità, possiamo ritrovare la nostra vera natura divina, il nostro Sé Divino.

Partendo così dal caldo e dall’effervescenza iniziale del “fuoco sacro” durante le unioni amorose con continenza, possiamo arrivare ad una conoscenza non-duale luminosa, innocente e pura. Qui viviamo una nuova percezione penetrante, di fatto, non-percezione, uno sperimentare diretto, un fondersi con ciò che è inesprimibile, illimitato, ineffabile, Divino. Questo nuovo modo di sentire, al di là di qualsiasi attributo qualitativo e quantitativo, al di là di qualsiasi dimensione o localizzazione spazio-temporale, appare e si sviluppa nell’indicibile e sconosciuto. Possiamo solo dire che Esiste o che Nasce in ogni momento in noi stessi e attraverso noi stessi.

Le fasi della fusione amorosa tantrica

I testi esoterici orientali distinguono, in generale, quattro tappe nell’unione amorosa che sono intimamente legate ai quattro centri di forza principali dove l’energia sessuale è in seguito concentrata e trasformata. Le quattro tappe si esprimono molto spesso con segni erotici specifici: il sorriso incantevole, seducente, lo sguardo carico d’amore, l’abbraccio pieno d’amore e l’unione amorosa profonda e totale.

Il tantra considera che le tappe dell’atto amoroso riflettono una cosmologia importante che lega tra loro la quadrupla amplificazione delle emozioni, dei processi psichici, le consacrazioni spirituali, i tipi di coscienza, i centri psichici, le meditazioni, i suoni primordiali, i colori, le forme, le visioni e le gioie estatiche, ai quattro Momenti sacri dell’Unione chiamati Varietà, Sviluppo, Perfezione e Trascendenza.Nel tantra si ritrova più volte l’affermazione: “Tutto si sviluppa in quattro tappe”. Ciò si applica soprattutto nella via della sessualità cosmica trasfiguratrice che si ritrova negli insegnamenti sacri della cultura dell’Est.

Comprendendo la genesi naturale dell’atto amoroso, la coppia perfettamente continente può controllare e canalizzare l’estasi sessuale in un senso ascendente, evolutivo. Partendo dalle esperienze personali profondamente spirituali si possono sperimentare nella coppia differenti livelli d’orgasmo, arrivando fino all’orgasmo cosmico che rappresenta la premessa alla liberazione totale.

I livelli di coscienza e i vissuti amorosi

L’evoluzione quadruplicata dell’estasi, dal sorriso seducente all’atto amoroso divenuto cosmico, è legata alle modifiche biofisiche che appaiono in entrambi gli amanti e alle loro esperienze psico-fisiche. L’onda beatifica dell’estasi amorosa passa per i quattro territori spirituali del desiderio, del contatto fisico, dell’aspirazione, della passione elevata e ci fa sprofondare nella trascendenza. In queste quattro tappe il sentimento euforico dell’amore è amplificato e sublimato. Per comprendere perfettamente gli insegnamenti del taoismo e del tantra, è molto importante imparare a riconoscere la quadrupla natura della sessualità in tutte le sue manifestazioni. Il tantra afferma che il sorriso seducente, lo sguardo erotico e l’abbraccio amoroso intimo sono tutti livelli terrestri della sessualità, mentre l’unione sessuale fisica propriamente detta non è terrestre, o in altre parole è “sottile”.

Nello stesso modo, gli elementi terra, acqua, fuoco e aria che corrispondono ai centri di forza dalla sessualità fino all’ombelico e al cuore (MULADHARA CHAKRA, SWADHISTHANA CHAKRA, MANIPURA CHAKRA e ANAHATA CHAKRA), si riferiscono alla salvaguardia dell’esistenza fisica; l’elemento etere e il centro sottile di forza nella regione della gola (VISHUDDHA CHAKRA) si riferiscono al perfezionamento dell’esistenza fisica; la sfera mentale cosmica e il centro sottile di forza nella regione del capo (AJNA CHAKRASAHASRARA) si trovano in stretto legame con la trascendenza e di conseguenza si riferiscono all’esistenza non fisica.

Ognuna di queste quattro tappe dell’estasi amorosa si lega intimamente ad un tipo predominante di coscienza, correlata con un certo genere d’esperienza spirituale e sono così considerate un’iniziazione differenziata nella tradizione tantrica.

I Quattro Momenti e le Quattro Gioie che gli corrispondono sono profondamente ineffabili e non possono essere descritti poiché quasi non esistono parole adatte. Devono essere coscientemente sperimentati con gioia da una coppia aperta, unita, tenera, innamorata e PERFETTAMENTE CONTINENTE. Meditando sul quadruplo mistero dell’erotismo elevato e trasfiguratore, si possono sperimentare stati di trascendenza della coscienza fisica limitata e stati d’amore divino.