Conosciuto ed applicato da più di 5000 anni, l’AYURVEDA, scienza millenaria della vita, ci offre dei metodi semplici e naturali, straordinariamente efficienti, per utilizzare a scopo terapeutico le piante con proprietà medicinali. Uno di questi consta nell’utilizzare le piante medicinali ed aromatiche sotto forma di polvere, tritate o macinate. Infatti, la maggior parte delle piante con proprietà curative possono essere somministrate sotto forma di polvere.

Di fatto, questo metodo non è sconosciuto. Per esempio, l’utilizzo di piante come condimenti, macinate in polvere, rappresenta una modalità pratica di cui spesso ne facciamo uso, quando prepariamo zuppe, secondi piatti o altri cibi, per far sì che siano quanto più saporiti e gustosi.

Se ci pensiamo bene, è possibile che, non poche volte, rimaniamo sorpresi gustando anche solo un po’ queste polveri multicolori dei condimenti che abbiamo in cucina.

Sia che si parli di polveri molto ben conosciute, come il pepe o il sale, sia che siamo attratti da polveri aromatiche di condimenti come il coriandolo, la mostarda, l’aneto, il peperoncino, il prezzemolo o il prezzemolo belga, sia che desideriamo gustare le polveri aromatiche di cannella, di vaniglia, noce moscata, finocchio o anice, o che siamo catturati dalla polvere di menta, di maggiorana, di basilico o salvia, ogni volta che gustiamo un pizzico di queste polveri aromatiche accade qualcosa di speciale, di piacevole, che ci ravviva,  sia l’appetito che i sensi. Suscitando appetito e migliorando la digestione, incantando i sensi e la mente, le polveri delle piante aromatiche ci permettono di scoprire qual è il potere curativo nascosto in esse.

A volte desideriamo che il cibo sia quanto più buono, saporito e pieno di aroma, e utilizziamo uno o più degli  aromi che ci piacciono. A volte, la curiosità ci spinge a mettere un pizzico di polvere di vaniglia o di cannella sulla lingua, o mastichiamo alcuni pezzettini di foglie di basilico, per anticipare il sapore che questi offriranno al cibo in cui li mettiamo. Siamo spesso sorpresi e del tutto incantati dal calore, dal sapore o dal loro aroma. Altre volte siamo tentati di gustare un po’ di foglie di menta e immediatamente ci abbraccia una freschezza piacevole e all’improvviso un aroma rinfrescante ci riempie nell’intero essere. In modo certo, gli aromi delle piante tritate o macinate utilizzate nella giusta proporzione migliorano lo stato del nostro corpo, quanto quello della mente.

E così, perché non pensare di seguire questa modalità estremamente semplice e utilizzare le polveri delle piante, seguendo questo insegnamento, per valorizzare quante più piante medicinali benefiche, di cui conosciamo tutte le numerose proprietà curative?

Nella millenaria scienza dell’AYURVEDA sono dati innumerevoli esempi di formule, alcune semplici, altre più complesse, che si basano sull’utilizzo di piante seccate e trasformate in polvere, per migliorare e guarire i disequilibri, le malattie o i dolori. Per ottenere le polveri di certe piante è necessario avere a disposizione alcune piante seccate di quel tipo, le cui parti utili sono già state selezionate, come potrebbe essere per esempio: la radice nel caso della bardana, le foglie nel caso della menta, i fiori nel caso della camomilla, i frutti nel caso dell’anice, i semi nel caso dello fieno greco, le gemme nel caso del pino. La polvere delle piante può essere ottenuta poi con facilità sia con l’aiuto di un mortaio o con un tritatutto elettrico, macinando finemente le parti selezionate, precedentemente sminuzzate. La polvere ottenuta si può utilizzare immediatamente o conservata in un recipiente chiuso, in previsione di utilizzi successivi.

La modalità di somministrazione delle polveri è molto semplice:

  • una quantità di polvere di pianta compresa tra una punta di coltello e un cucchiaino va messa sotto la lingua,
  • è poi facilmente inumidita, eventualmente con un po’ di acqua e dopo di questo
  • mantenuta sotto la lingua un intervallo di tempo compreso tra 3 e 20 minuti, a seconda delle piante utilizzate.

L’esperienza pratica ha dimostrato che questa modalità di somministrazione è molto efficiente nel dare miglioramenti rapidi in molti stati di disequilibrio, perché così facendo sono valorizzate tutte le proprietà fisiche delle piante, comprese quelle proprietà sottili-energetiche, invisibili, anche se questo aspetto potrebbe essere meno conosciuto dalla maggior parte delle persone. Ma sappiamo che proprio sotto la lingua si trovano delle terminazioni nervose (e dei canali sottili energetici o nadi) che raggiungono velocemente tutto l’organismo. Per questo motivo anche alcune medicine in pillola si fanno sciogliere sotto la lingua.

Per esempio, se ci troviamo in uno stato di agitazione dopo una giornata tumultuosa e piena di sollecitazioni e lo stato in cui ci troviamo non ci permette di dormire per riposarci, possiamo utilizzare alcune piante per aiutarci a ritrovare la tranquillità e la pace interiore, come per esempio i fiori di tiglio, i semi di papavero o i fiori di melissa. La polvere di queste piante può essere combinata in proporzioni uguali tra di loro e poi va tenuta sotto la lingua per 5-10 minuti. Questa formula semplice ha un effetto calmante, contribuendo sempre a ridurre le tendenze verso stati di insonnia.