Gli effetti benefici dell’alimentazione latto-vegetariana

Nella concezione yogica un’alimentazione equilibrata latto-vegetariana, da cui è esclusa completamente la carne, determinerà nel tempo uno stato di eccellente salute, generando sempre, come riflesso interiore nella sfera psichica del nostro essere, uno stato di euforia piena, molto armoniosa, determinato dalla risonanza benefica con le energie sottili cosmiche che esistono sia nelle nostre immediate vicinanze come nell’estrema lontananza (cosmica). In più, l’alimentazione latto-vegetariana crea un effetto di pieno equilibrio nell’essere e una sua integrazione nell’armonia universale, generando nel nostro intimo universo un’ineffabile esperienza spirituale.

Nella concezione millenaria della saggezza degli yogi, noi siamo in gran misura esattamente ciò che mangiamo. I deliziosi bocconcini che inghiottiamo con appetito si ritrovano alla fine più o meno trasformati, continuando poi la loro esistenza nel tempo in ogni nostra cellula, influenzando la nostra vitalità e salute fisica e, di conseguenza, chiaramente anche il modo di pensare e la vita spirituale.

Gli studi scientifici confermano gli effetti benefici dell’alimentazione latto-vegetariana

Esperimenti scientifici recenti hanno dimostrato chiaramente come alcuni alimenti possono intervenire in modo diretto sull’attività cerebrale, avendo effetto, da un punto di vista chimico, sui neuroni di trasmissione del cervello implicati in funzioni mentali e fisiche come memoria, sonno, coordinamento motorio, dolori, depressione, capacità di apprendimento e anche sulla percezione della realtà. La lecitina, ad esempio (contenuta nei chicchi di soia o nel tuorlo dell’uovo crudo) può far sì che cresca in modo apprezzabile la capacità di memoria, mentre un pasto ricco di carboidrati e povero di proteine fa sì che il cervello sia sonnolento per molte ore di fila, generando effetti sistematici, riscontrabili in un gran numero di persone. Si sa inoltre che i carboidrati stimolano la secrezione di insulina, che a sua volta, fa sì che cresca il livello di serotonina nel cervello, cosa che ha un effetto diretto sul fatto di dormire molto.

I ricercatori hanno dimostrato sistematicamente che persino i sintomi della schizofrenia, l’iperattività (esagerazione delle attività psico-motorie) così come numerosi altri disturbi mentali possono essere eliminati gradualmente attraverso un’adeguata terapia alimentare.

Migliaia di anni fa, l’intuizione degli yogi ha realizzato l’immensa importanza per la salute del cibo latto-vegetariano, notando inoltre i suoi molteplici effetti sulla vitalità e sulla rigenerazione del corpo, nonché sulla sfera mentale. Ad un’attenta ricerca appare più che evidente che l’uomo non è un carnivoro per sua natura, sia per la sua anatomia che per il suo sistema digerente, dimostrando che egli si è evoluto in maniera eccellente nel corso di milioni d’anni nutrendosi solamente con frutta, semi oleosi, cereali e legumi.

Come nel caso della scimmia antropomorfa, l’intestino dell’uomo ha una lunghezza pari a 12 volte la lunghezza del corpo. E’ così evidente che questo è abituato da molto tempo alla digestione di legumi e frutti che si decompongono lentamente.

In un articolo pubblicato nella rivista americana “Medical Counter Point”, Williams S. Collius scrive: “L’uomo è dotato in modo evidente di una dentatura che assomiglia di più a quella degli erbivori che a quella dei carnivori: i primi hanno incisivi affilati per tagliare l’erba, i molari con la faccia superiore piatta per schiacciare i legumi e la frutta ed i canini corti e arrotondati, inadatti a strappare e a schiacciare la carne.”. Collius menziona anche gli studi che mettono seriamente in dubbio la validità delle teorie che sostengono che gli esseri umani abbiano una fisiologia da carnivoro. I carnivori hanno una capacità quasi illimitata di assimilare i grassi saturi di colesterolo. I cani, ad esempio, possono consumare 250 grammi di burro insieme alla loro razione di carne abituale senza che appaia neppure il più piccolo cambiamento nelle loro arterie. Questa quantità di colesterolo è circa 100 volte più grande di quella che troviamo nel nostro normale regime alimentare. Il coniglio registra un cambiamento straordinario nelle pareti delle arterie con la somministrazione di soli 2 g di colesterolo al giorno. Ad un’analisi attenta, è evidente che il nostro istinto naturale non è incline ad una dieta a base di carne; pensiamo anche che cosa, in modo naturale, sia più attraente per ognuno: una passeggiata in un frutteto o in un orto o il confrontarsi con l’odore di sangue fresco e con le urla di terrore e di agonia degli animali dentro un macello?

Quali sono i pericoli del consumo di carne?

Gli eschimesi, che vivono prevalentemente di carne, invecchiano tutti molto rapidamente, avendo una vita media di circa 27 anni e mezzo. I kirghizi, tribù nomade della Russia Orientale la cui dieta è composta essenzialmente di carne, invecchiano a loro volta prematuramente e muoiono molto rapidamente, senza superare quasi mai l’età di 40 anni.

Avvelenamento

Prima e durante l’agonia del macello, l’inutile lotta degli animali spaventati che si dibattono per conservare la vita causa grandi cambiamenti biochimici, che fanno sì che appaiano dei sottoprodotti tossici e una grande quantità di adrenalina emessa abbondantemente in tutto il corpo, avvelenando, attraverso il dolore, il loro corpo angosciato, al livello in cui la carne è già piuttosto avvelenata dalla sofferenza dell’animale prima della morte. Secondo quanto scrive l’Enciclopedia Britannica, troviamo molte tossine nel corpo degli animali uccisi, come l’acido urico o altri scarti tossici che si diffondono nel sangue e nei tessuti.

Cancro

Uno studio effettuato tra 50.000 latto-vegetariani, ha messo in evidenza dei risultati straordinari che hanno scioccato tutti quelli che lavorano nella ricerca sul cancro. Lo studio mostra chiaramente che questo gruppo presenta una percentuale incredibilmente bassa di persone malate di cancro in rapporto ad un gruppo di consumatori di carne, simile in età e sesso. Lo studio mostra anche che la speranza di vita del gruppo latto-vegetariano è molto più alta e che tutte le malattie cardiovascolari sono nel loro caso presenti in una percentuale molto bassa.

Perché le persone che consumano carne sono molto vulnerabili al cancro

Uno dei motivi potrebbe essere il fatto che un boccone di carne dopo molti giorni dall’uccisione dell’animale prende un colore grigio-verde oliva, e per impedire questo degradarsi l’industria della carne utilizza varie sostanze che hanno effetti anche sulla salute dell’uomo, come i nitrati o altri conservanti, per mantenere in modo artificiale (ma insano) il colore rosso. I ricercatori, negli ultimi anni, hanno dimostrato a più riprese che queste sostanze conservanti sono profondamente cancerogene. D’altra parte, perché crescano in maniera più rapida e perché portino molto più profitto economico, gli animali sono spesso “drogati”: si inoculano grandi quantità di ormoni che stimolano in modo caotico la crescita, si somministrano stimolanti che aumentano l’appetito, antibiotici, calmanti e preparazioni alimentari chimiche.

Per il fatto che le fattorie sono diventate ormai delle vere fabbriche per accelerare la crescita degli animali, numerosi animali non arrivano mai a vedere la luce del sole, tranne il giorno della loro uccisione. La loro vita si sviluppa in maniera totalmente forzata in un ambiente ristretto, svantaggioso, e nella maggior parte delle volte finisce in una morte brutale.

Un esempio lampante: le fattorie in cui si allevano polli ad un ritmo accelerato: le uova vengono covate al piano superiore, i polli sono normalmente drogati e stimolati. Mangiano con voracità nelle loro gabbie senza la possibilità di muoversi troppo e senza aria pulita; a seconda della loro crescita sono spostati verso i piani inferiori e quando arrivano al piano più basso vengono uccisi. Proprio questa pratica del tutto artificiale disequilibra la situazione chimica del corpo dei polli, distruggendo le loro abitudini naturali e determina, di conseguenza, l’apparizione di tumori maligni e di altre malformazioni.

Malattie Cardiache

I grassi animali come il colesterolo vanno a ricoprire le pareti dei vasi sanguigni e nella misura in cui invecchia la persona che consuma carne, l’apertura di questi vasi diminuisce progressivamente sempre di più. La pressione sanguigna sul cuore cresce, determinando una vulnerabilità cardiaca e una crescita della tensione arteriale. Nella nostra società una persona su due che consuma carne sarà affetta da malattie cardiache o che sono legate ai vasi sanguigni, mentre questi mali sono praticamente sconosciuti nei paesi dove il consumo di carne è molto ridotto. Le autopsie dei soldati americani morti nella guerra di Corea hanno dimostrato chiaramente che all’età di 22 anni avevano già i segni caratteristici dell’arteriosclerosi coronaria, segni che erano completamente inesistenti nei soldati coreani che erano prevalentemente latto-vegetariani.

Putrefazione

A differenza dalle piante, che hanno una membrana cellulare rigida e un sistema circolatorio semplice, le cellule animali muoiono molto rapidamente quando la circolazione è interrotta. Immediatamente, quando la vita finisce, le proteine animali coagulano e sono secreti degli enzimi autodistruttivi; si forma una nuova sostanza detta “ptomaina”:

La carne, il pesce e le uova hanno una proprietà comune: si decompongono e vanno in putrefazione velocemente. Poiché la maggior parte della carne è consumata di solito in un intervallo di una settimana o due, dobbiamo ricordarci che la putrefazione e l’aumento del numero dei batteri inizia proprio dopo la morte. L’abitudine di consumare la carne animale in questo stato caratteristico di decomposizione rapida crea intossicazioni molto violente nel colon e, in più, invecchia prematuramente il tratto intestinale.

La relazione tra spiritualità, morale e consumo di carne

Dal momento che ci è possibile vivere in modo salutare senza consumare carne, è ovvio che ci chiediamo se il mangiar carne sia un’abitudine morale e umana. E’ evidente che gli animali non vivono in modo libero perché noi ci permettiamo il lusso di mangiare la loro carne. Numerosi gruppi religiosi e spirituali hanno teorizzato il regime vegetariano, riconoscendo il carattere sacro di tutte le vite e la necessità di vivere senza causare sofferenza; tra quelli che raccomandano l’alimentazione latto-vegetariana si annoverano: gli yogi, gli indù, i buddisti, gli zoroastrani, i taoisti, gli esseni, la società teosofica, la chiesa avventista, la chiesa unitaria, l’ordine della croce, i benedettini, i trappisti, il movimento gnostico cristiano universale, l’ordine dei Rosacroce, ecc… Nell’epoca dell’inizio del cristianesimo, molti gruppi spirituali ebrei e cristiani si erano opposti con tenacia al consumo della carne, considerandolo un lusso costoso, barbaro e dannoso per la salute.

Chiunque abbia visitato un macello sa bene che gli animali soffrono molto prima e durante la loro uccisione.

Un grande maestro yoga, Sri Aurobindo, spiega il principio Ahimsa (non fare alcun danno agli esseri viventi): “Nel contesto dell’alimentazione, ahimsa significa che i nostri alimenti devono, per quanto possibile, essere scelti tra le creature vive che manifestano una coscienza quanto più ridotta. Di conseguenza, se abbiamo a disposizione in quantità sufficiente legumi, frutta, cereali e svariati latticini, gli animali non devono essere mai sacrificati (uccisi) per assicurarci il cibo. In qualsiasi caso, prima di uccidere un animale la cui coscienza sia molto o poco sviluppata, dobbiamo prima esaminare con lucidità se non è possibile vivere in maniera molto più sana senza togliere la vita a quell’animale”.

Che cosa sostiene e rigenera in realtà il principio vitale sottile?

Per rimanere giovani e pieni di vitalità dobbiamo consumare cibo vivo al posto di cibo morto. L’importanza della vitalità del cibo fu evidenziata dal grande iniziato Pitagora già 2500 anni fa: “Solo il cibo vivo e fresco può permettere all’uomo di rimanere sano, di essere felice e di sentirsi vero”.

Niente che ha vita in natura è eterno e immutabile. Tutto ciò che ha vita vive sia in un processo di crescita e rigenerazione, sia in un processo di decomposizione. La frutta fresca, quella oleosa, i cereali, essendo tutti capaci di germinare e di crescere, sono in grado di fornirci tutta la forza vitale, l’energia e una quantità sufficiente di proteine.

Da migliaia di anni gli yogi dicono, per coloro che sono capaci di capire, che solo questo tipo di cibo deve essere consumato. Per mantenere una vita è necessaria un’altra vita, e questo si applica allo stesso modo per il nostro cibo. Un grande maestro yogi diceva: “Il corpo umano è costituito da innumerevoli cellule vive. Le cellule crescono e si sviluppano con l’aiuto di entità simili. La natura delle energie sottili delle nostre cellule si forma in funzione degli alimenti che consumiamo in maniera predominante. Tutto ciò influenza, in definitiva in un certo grado, la psiche e la mente. Se le cellule del corpo umano si cibano e si sviluppano incominciando da un cibo quasi morto, dalla putredine e dal disgusto che vengono dalla carne fresca degli animali in cui gli istinti di base predominano, è normale in seguito che il mentale cominci a pensare ed ad orientarsi verso il basso.”

Il rapporto tra energia fisica e cibo vegetariano

Il valore del regime vegetariano è stato spontaneamente riconosciuto al tempo del blocco della Danimarca durante la prima guerra mondiale. Nel tempo dell’embargo i danesi furono costretti a vivere cibandosi solamente di cereali, legumi, frutta, miele e latticini. Nel primo anno di razionamento fu sbalorditivo il fatto che la mortalità diminuì del 17%. Gli effetti straordinari successivi di questo regime si registrarono sull’intero insieme della popolazione: una salute globale molto migliore e una diminuzione netta del tasso di mortalità. Tra gli anni 1940 e 1945 la Norvegia a sua volta fu sottoposta ad una simile esperienza, quando divenne strettamente necessario che fossero poste grandi restrizioni per quel che riguardava il consumo di carne. Una diminuzione quasi immediata del tasso generale di mortalità data dalle malattie vascolari è stata poi seguita da un significativo e rapido ritorno al tasso di mortalità fino al livello prima della guerra, quando si tornò di nuovo al regime alimentare abituale in cui predomina la carne.

Mi piace il gusto della carne, cosa devo fare?

Un vecchio principio di saggezza yogica suggerisce che il mezzo più sicuro per trasformare un’attitudine profondamente ancorata nel nostro essere non è di sradicarla in un solo momento alla radice, ma più gradatamente di piantare, coltivare e alimentare un’abitudine profondamente benefica, opposta a quella vecchia, accordandole cura, amore e attenzione considerevole come se stessimo coltivando mentalmente una rosa.

Vedremo molto velocemente allora che questa nuova abitudine crescerà in forza e bellezza e, con un minimo sforzo, l’erba cattiva (in questo caso l’abitudine di consumare carne) si ridurrà e sparirà spontaneamente. Ecco un po’ di suggerimenti intelligenti per coltivare una nuova rosa: compriamo qualche libro con ricette vegetariane. Questa strategia ci farà risparmiare denaro: un regime vegetariano vario, originale, delizioso, con una grande quantità di proteine, può in generale far sì che diminuiscano le spese di alimentari del 50%. Consumiamo poi due o tre piatti di cibo vegetariano, semplice e molto nutriente al posto di piatti in cui eravamo abituati a consumare carne.

Modificare un regime basato solamente sulla carne con un regime latto-vegetariano, composto di cibo vivo, fresco, puro e nutriente è più facile di quanto si possa immaginare a priori. Esistono, infatti, moltissime specialità latto-vegetariane deliziose, con un ricco contenuto nutritivo di cui, a causa dell’ignoranza, non abbiamo avuto mai l’occasione finora di gustare neppure una volta, a causa della mancanza di informazione, di abitudini convenzionali e dei condizionamenti determinati dai pregiudizi. Molti rimangono assolutamente attoniti nello scoprire dei cibi così ricchi in proteine e preparati solamente con ingredienti vegetali.

Se tutti questi argomenti non riescono tuttavia ancora a coronare con successo gli sforzi realizzati, è molto utile che visitiate un macello: questo sarà sufficiente per incoraggiarvi ancor più. Potremo avere, sicuramente, un po’ di difficoltà all’inizio ma, senza dubbio, molto meno di quelle che esistono quando rinunciamo ad esempio a fumare. Molte persone fermamente convinte ottengono rapidamente dei risultati soddisfacenti (un livello di vitalità e energia molto più alto, un sistema digestivo più sano, la crescita della lucidità mentale) e la trasformazione del regime alimentare diventa una tappa esistenziale portatrice di esuberanza e di purezza.

La salute irradiante che ne risulta così rapidamente non sarà solo fisica. Riceveremo evidente gioia nel porre in atto questa idea umanitaria e, insieme a questa, risentiremo della grazia inondante che emana dal nostro stato di permanenza nell’amore che è trasmesso a tutte le creature (umane e non).

Il vegetarianesimo può essere giustificato da un punto di vista medico, biologico, psichico, mentale e spirituale. E’ da notare che non esiste neppure un argomento intelligente e valido contro di esso.

Qualche celebre vegetariano

Pitagora, Platone, Socrate, Empedocle, Ovidio, Seneca, Plutarco, Crisostomo, Clemente di Alessandria, Leonardo da Vinci, Tolstoj, Sir Isaac Newton, Milton, Sir Isaac Pitman, William Shakespeare, Jean Jacques Rousseau, Voltaire, Benjamin Franklin, Charles Darwin, Richard Wagner, William Booth, Henry David Thoreau, Alexander Pope, Rabindranath Tagore, H. G. Wells, George Bernard Show, Gandhi, Albert Schweitzer, Albert Einstein, Bob Dylan, Umberto Veronesi.

Spunti di Freschezza: come mangiare sano facilmente

Incontri gustosi, colorati, arzilli e salutari

La lista che segue vuole essere uno spunto di cucina vegetariana fresca, completa e nutriente, facile e veloce da preparare. Sono dei menu che richiedono normalmente non più di 20-30 minuti di preparazione.

Si vuole sfatare l’idea errata che l’alimentazione vegetariana sia limitata o complicata nella preparazione. Inoltre, cade la logica del “secondo” della cucina italiana; di solito infatti, quando le persone si trovano un invitato vegetariano a cena, pensano subito a preparare uova o formaggi al posto della carne o del pesce: sbagliato. Non serve, inoltre rischierebbe di portare gli stessi danni di un’alimentazione a base di cibo animale, in grassi saturi e colesterolo. Basta semplicemente avere qualche “contorno” in più.

Quindi, un menu tipico per un pasto salutare sarà generalmente costituito da:

  1. un cereale – riso integrale (normale, basmati, rosso, venere, selvatico, non parboiled), grano (in chicchi, comprende anche bulgur, cuscus), farro, orzo (meglio non perlato), grano saraceno, miglio, mais, avena, segale, quinoa (pur essendo una pianta della famiglia degli spinaci, ha le stesse proprietà di un cereale, ricco di fibre);
  2. un piatto di verdure e/o legumi cotti: saltati in padella, bolliti, cotti al forno, solitamente conditi con olio d’oliva;
  3. un piatto di verdure fresche, che oltre alle classiche lattuga, pomodoro e carote può comprendere: peperoni, cipolletta, cappuccio bianco, cappuccio rosso, verza, barbabietole, indivie e altre varietà di insalate verdi.

A questi ingredienti possiamo aggiungere, con moderazione, pasta, pane integrale, uova, formaggi, frutta secca e dolci a base di miele, zucchero invertito o zucchero di canna.

La preparazione

Mentre il cereale è a bollire, si cuociono le verdure e nel frattempo si preparano gli ingredienti per l’insalata fresca di verdure, cosi si possono preparare 3 pietanze contemporaneamente.

Ed ecco qualche spunto di combinazioni gustose:

  1. zuppa di legumi e cereali + patate e carote al forno + insalata di carote e verza con sesamo
  2. riso venere con zucchine trifolate e menta + spinaci con limone e olio + lattuga e pomodori
  3. spaghetti di soia con verdure saltate + fagiolini e cipolline dolci + indivia, noci e gorgonzola
  4. basmati al curry con panna fresca, uvetta e mele + farinata di ceci + crostini al formaggio e miele
  5. riso integrale con prezzemolo e cipolla verde + funghi trifolati + arance, finocchi e olive nere
  6. farro spezzato al pesto + uova e patate sode + lattuga, cipolletta e cappuccio rosso con aceto balsamico
  7. risotto ai funghi + peperoni e melanzane alla griglia + pinzimonio
  8. cuscus di verdure (da servire con sale grosso e harisa o pasta piccante)
  9. riso al latte di cocco con verdure thai + insalata di azuki (fagioli rossi)
  10. bulgur con pomodoro fresco + tofu in salsa di sesamo + insalata di lenticchie
  11. melanzane alla parmigiana + torta salata + fave sgusciate al prezzemolo
  12. polenta funghi e formaggi + zucca al forno + porro al vapore (è dolcissimo, senza aggiungere nulla!)
  13. crema di piselli + broccoli, cavolfiore saltati in padella + salsa di avocado (guacamole)
  14. taboulé di grano con menta, pomodoro e prezzemolo + spezzatino di seitan con patate e verdure

Note:

  • i cereali sono tutti bolliti; a parte gli spaghetti di soia o di riso, i cereali indicati sono tra quelli che hanno subito molti meno processi industriali rispetto alla pasta, ai cereali raffinati, precotti, parboiled, perlati, ecc.
  • i legumi sono freschi o secchi (da lasciare in ammollo qualche ora prima), mai in scatola, possibilmente di stagione piuttosto che surgelati;
  • le verdure cotte non devono rimanere a fuoco a lungo, meglio se rimangono ancora leggermente croccanti;
  • dove non specificato, il condimento usato è semplice olio crudo d’oliva extravergine e sale;
  • sconsigliamo vivamente l’uso del forno microonde, per qualsiasi utilizzo: l’eccessiva temperatura rompe la struttura molecolare del cibo, distruggendone praticamente tutte le proprietà nutritive (sarebbe come mangiare del gustoso… cartone, dal punto di vista nutrizionale); meglio qualche minuto in più per scaldare, piuttosto che lunghe code dal medico o in ospedale per gli effetti nefasti di un’alimentazione scorretta…
  • e tanta frutta fresca, succhi freschi di frutta e verdure, al mattino a merenda, come snack o aperitivo.

Infine, per chi ha voglia dei gusti della carne o del pesce, potete sempre trovare qualche prodotto vegetale che lo “riproduca”, ad esempio ciò che è affumicato, come certi formaggi, richiameranno il gusto dello speck o dei wurstel, mentre per il pesce, spesso il condimento a base di prezzemolo, olio e aglio richiamerà i piatti a base di pesce, ma state certi che una cucina vegetariana è cosi ricca di gusti che sarà più che altro un allargamento dei vostri orizzonti culinari, piuttosto che una restrizione.

Uno dei principali effetti di passare all’alimentazione senza carne e pesce è infatti il raffinamento del gusto, che vi permetterà di assaporare al meglio i cibi più semplici e genuini, senza aggiunte di condimenti coprenti.

In più ci sono tante ricette che si possono trasformare nella variante vegetariana, tipo gli spaghetti alla carbonara (zucchine o peperoni al posto della pancetta), lasagne al forno (verdure, lenticchie o soia al posto del ragù), tiramisù (con caffè d’orzo e zucchero di canna), stimolando la fantasia e la creatività. E scoprirete che sono infinite le combinazioni che possono soddisfare a meraviglia i palati più esigenti.

Che il Gusto sia con Voi!

Alimenti miracolosi

“Gli alimenti dovrebbero essere medicinali,

ed i medicinali dovrebbero essere alimenti.”

Ippocrate

Ci sono alcuni prodotti alimentari molto importanti per una dieta sana grazie ai miracolosi effetti terapeutici, vitalizzanti, riequilibranti, di purificazione e di allungamento della vita. Devono la loro ricchezza a molte qualità, vitamine naturali (alcuni delle quali sono potenti antiossidanti: vitamina C, vitamina E e betacarotene), rari aminoacidi, sali minerali e oligoelementi indispensabili. Inoltre, essi portano nell’essere una grande quantità di prana (energia sottile che impregna l’intero macrocosmo). Tali alimenti sono: polline, miele, grano, lievito di birra, yogurt, prezzemolo. Ne presenteremo di seguito e nel tempo alcuni, insieme ad alcune ricette utilizzate nella dieta latto-vegetariana, alcuni rimedi usati dalla medicina tradizionale e alcuni suggerimenti per un perfetto stato di salute, longevità e vitalità.

Il Polline

Il polline è l’alimento “miracoloso” per eccellenza. Associato con un po’ di miele, assicura la crescita dell’organismo. Un gruppo di ricercatori russi ha identificato non meno di 27 elementi nella sua composizione. L’analisi biochimica mostra che nel suo contenuto si trovano proteine, zuccheri, minerali, oligoelementi, vitamine e inoltre, fermenti biochimici, ormoni, fattori di crescita, pigmenti. Alimento equilibrante, dinamizzante e rivitalizzante, ridona in solo in un paio di giorni vigore e gioia alle persone depresse, stanche e stressate. Leggermente lassativo, è disintossicante per l’organismo e il suo utilizzo sistematico consente di evitare l’invecchiamento prematuro.

Il polline provoca anche un rapido aumento della quantità di emoglobina nel sangue. Esami di laboratorio hanno permesso di constatare che in casi di anemia, i globuli rossi aumentano di circa 500.000/mm3 di sangue dopo l’assorbimento per un mese di un cucchiaino di polline al giorno. In convalescenza e vecchiaia, il polline porta una normalizzazione del peso. Questo è accompagnato da un effetto energizzante.

La normale dose quotidiana di polline va da un mezzo cucchiaino ad un cucchiaio. Si può ridurre la dose se si produce un effetto lassativo troppo accentuato, sarà invece aumentata in caso di aumento della stanchezza, fatica, crescita difficile, anemia. Indicato un consumo regolare, soprattutto per coloro che hanno già raggiunto i 60 anni. È possibile per alcune persone che fanno questa cura con il polline, sentire qualche dolore, come crampi o spasmi nella zona addominale, questo indica l’azione fortemente energizzante, tonificante e di purificazione del polline ingerito, aspetti con cui l’organismo prima non era abituato. Tuttavia, dopo un certo periodo di tempo se si persevera con “stoicismo” a mantenere la cura, i sintomi scompariranno gradualmente fino alla completa eliminazione e sostituzione con un euforico stato di buona disposizione e di fiducia. Questo sarà un segnale edificante della piena efficienza del polline.

Effetti massimi si ottengono quando il polline viene preso la mattina a stomaco vuoto. Si deve tenere in bocca, sotto la lingua o almeno masticato a lungo, anche se si scioglie rapidamente. In questo modo, oltre ad un ottimo assorbimento nel corpo, sarà anche di grande aiuto per la salute e l’igiene orale. Dopo averlo preso per 30 minuti è meglio non mangiare né bere nulla. E’ consigliato per tutte le malattie, ad eccezione del diabete ed è un buon coadiuvante nella terapia del cancro. Prendendolo regolarmente e seguendo questi suggerimenti, il polline è un vero toccasana, migliora la nostra salute ed il suo consumo ha effetti cumulativi nel tempo.

Miele d’api

Alimento essenziale nella dieta naturista, il miele naturale delle api è un prodotto di origine animale e vegetale, di facile digestione e assimilazione, con un enorme valore nutritivo, qualità che non si perdono nel tempo.  Prodotto dalle api, dal nettare dei fiori, che, attraverso uno speciale trattamento all’interno dell’organismo di questi animali, è arricchito con una sostanza propria delle api e poi conservato nelle celle dei favi. Vero concentrato di luce solare, del miele naturale si dice in modo significativo che era spesso usato anche dagli dei dell’Olimpo.

Il miele contiene una vasta gamma di zuccheri assimilabili quasi istantaneamente dall’organismo umano (destrosio, levulosio o fruttosio, saccarosio, ecc.), vari enzimi, amminoacidi, alcuni fattori antibiotici (come l’inibina), minerali in forma naturale facilmente assimilabili (ferro, rame, manganese, silicio, cloro, calcio, potassio, sodio, fosforo, ecc.) oltre che una varietà di vitamine (C, K, PP, H, e alcune vitamine del gruppo B), in quanto il miele è anche (a differenza dei vegetali) un eccellente ambiente di conservazione. Le più importanti qualità sono conferite al miele dal complesso biologico di oligoelementi che contiene in tracce e che agiscono in diverse parti dell’organismo. Questi, insieme al contenuto di vitamine, fanno del miele, un alimento indispensabile, una vera e propria medicina con ampie prospettive di uso terapeutico.

I vantaggi che ha il miele rispetto agli altri zuccheri non sono trascurabili. Il miele è assolutamente non irritante per le mucose dell’apparato digerente, al contrario, è molto efficace in alcune malattie del tubo digestivo. È al primo posto in termini di assimilazione quasi immediata e senza sforzo nel corpo, motivo per cui può essere utilizzato in tutti i casi in cui il corpo ha bisogno immediato di energia. Tra tutti gli zuccheri, il miele è quello sopportato meglio dai reni. È un buon calmante, tranquillizzante e naturalmente senza effetti collaterali negativi per l’organismo. Si tratta di un alimento per eccellenza igienico, acquistabile in modo relativamente semplice e conveniente, anche tenendo conto del risparmio che, attraverso il miele, facciamo non avendo bisogno di farmaci.

Tra i numerosi vantaggi del miele delle api menzioniamo: il miele nutre il cuore assicurando costanza nel contenuto di zuccheri nel sangue; è un alimento ideale per i bambini (è un buon dolcificante, fornisce i minerali di cui hanno bisogno per la crescita, ha un’azione leggermente lassativa ed antisettica, può essere utilizzato come un sostituto degli edulcoranti per l’allattamento artificiale dei lattanti; facilita il funzionamento dell’apparato digerente e l’eruzione dei denti; è un efficace rimedio contro l’enuresi – che è la minzione involontaria a letto durante la notte, ha un’azione calmante benefica per i bambini a cui piace spontaneamente); è un alimento con effetti importanti durante la gravidanza; un buon trattamento per combattere le occhiaie – due cucchiai di miele ad ogni pasto per una settimana; può essere utilizzato con successo nella guarigione delle piaghe, bruciature e ustioni; è un grande aiuto per i convalescenti; ha effetti di prolungamento della vita; ha possibilità di utilizzo cosmetico; può essere utilizzato sia nelle cure per ingrassare che in quelle per dimagrire; è una fonte di energia e recupero di forze per gli sportivi.

Il miele può essere consumato preferibilmente da solo o in combinazione con altri alimenti a condizione che non sia troppo caldo (sopra i 37 ° C perde le sue qualità). Il miele millefiori è indicato per tutto mentre quello monofiore, a seconda della provenienza, ha delle qualità terapeutiche diverse, ‘eredita’ infatti le proprietà alimentari e curative delle piante da cui si ottiene.

Idromele. Una bevanda tonica e rinfrescante può essere ottenuta mescolando 1 litro di acqua a 100 g di miele e lasciando fermentare 1-2 giorni in un luogo tiepido fino a quando acquisisce un gusto acidulo. Consumato preferibilmente a distanza di un mese, per assaporarne l’effetto.

Zucchero invertito. Presente naturalmente nei succhi di alcuni frutti, è un ottimo sostituto del miele, soprattutto nella preparazione di dolci, evitando i molteplici effetti nocivi dello zucchero normale.

Si prende 1 kg di zucchero, 450 ml di acqua, un cucchiaino di acido citrico (succo di limone) o di acido tartrico e si cuoce il composto per 10 minuti, togliendo man mano la schiuma che si forma in superficie. Si ottiene cosi un composto di due monosaccaridi, il glucosio e il fruttosio, che hanno una capacità edulcorante quasi doppia rispetto al saccarosio. Per il fatto che lo zucchero invertito contiene acido citrico previene alcune malattie, e inoltre migliora l’assimilazione del calcio nell’intestino, contribuisce a combattere e guarire il rachitismo, previene la formazione dei calcoli renali, sviluppa i sali dell’acido urico e ha alcune proprietà antinfettive.

Alcuni degli effetti del consumo di zucchero bianco: considerato una delle droghe più dure, chiamato “morte bianca”, occupa dopo la carne la posizione principale nell’accorciamento della vita. Anche se di natura organica, il raffinamento ne toglie i costituenti naturali. Per poter essere poi metabolizzato deve essere invertito dall’organismo, che dovrà utilizzare dalle sue riserve i costituenti naturali persi nel raffinamento (calcio, magnesio, cromo, vitamina B1, enzimi). Questo porta all’ipoglicemia, diminuisce l’immunità, crea carenze di magnesio (una delle cause principali dei tumori), indebolisce il pancreas (che esaurisce le sue riserve di fabbricazione dell’insulina, il che espone in breve tempo ad ammalarsi di diabete), rende più fragile il sistema osseo e la dentatura (l’organismo mobilita le risorse di calcio per neutralizzare lo zucchero), diminuisce l’apporto di cromo nell’organismo (portando all’infarto miocardico), neutralizza la vitamina B1 (malattie del sistema nervoso, disturbi della memoria, palpitazioni, svenimenti, ulcere allo stomaco, malattie circolatorie). Il fatto che venga eliminato dall’organismo è la chiara dimostrazione che, per il corpo, sia un veleno.

Germogli di grano. Si intende la prima fase di germogliazione dei chicchi di grano, quando appaiono le gemme. Quando le gemme crescono di oltre 1 mm, passano allo stadio di grano germogliato. L’unica controindicazione per l’uso dei germogli di grano è l’ipertensione arteriosa.

I germogli di grano contengono le sostanze più preziose e vitaminizzanti del chicco di grano, ossia: composti di fosforo facilmente assimilabili, abbondanti sali minerali, in particolare i sali del ferro e del magnesio. Inoltre il grano include proteine complete che contengono – in proporzioni equilibrate – tutti gli aminoacidi indispensabili alla vita, oligoelementi (come zinco, rame e manganese) e moltissime vitamine, soprattutto la A, B1, B2, C, E, PP. Data la loro composizione, i germogli di grano costituiscono una delle migliori fonti naturali di ferro, manganese, magnesio, proteine rare e vitamine del complesso B e vitamina E.

Il consumo dei germogli di grano è raccomandato in particolare per gli sforzi prolungati, in caso di anemia, stati depressivi, convalescenza, gravidanza e allattamento. Rappresentano un alimento equilibrante, favoriscono la digestione, regolano le funzioni intestinali e agiscono come tonico del sistema nervoso.

Gli adulti possono consumare 2-3 cucchiai di germogli di grano al giorno (1 cucchiaio a pasto), al dessert. I bambini possono consumare da 1 a 4 cucchiaini di germogli di grano al giorno, in base all’età: 1 cucchiaino in 2-3 dosi per i neonati da 6 mesi a 1 anno, 1 cucchiaino intero ai 3 anni, e cosi via, aumentando le dosi in base allo stato fisiologico della persona.

Grano germogliato. Le proprietà toniche e vitalizzanti dei germogli di grano sono ancor più amplificate nel caso del grano germogliato, in quanto la germinazione aumenta particolarmente le proprietà vitaminizzanti dei chicchi. Per chi soffre di reumatismo, per i malati di gotta o artrite, anche nelle forme acute, che non tollerano il pane integrale, non avranno alcun inconveniente nel consumo di grano germogliato.

Le spezie e il loro uso nell’Ayurveda

Nella cucina occidentale, le spezie vengono usate in piccole quantità, soprattutto per rendere più saporito il cibo.

In Ayurveda, l’approccio è completamente diverso, infatti oltre che per insaporire il cibo, le spezie vengono usate per il loro effetto benefico sui Dosha e per migliorare il processo digestivo.

Infatti alcune spezie migliorano l’appetito e favoriscono la digestione, altre aumentano la secrezione dei succhi digestivi e l’assorbimento negli intestini, altri ancora aiutano ad eliminare i gas dall’intestino.

Alcune spezie ed i loro benefici

Coriandolo

– Pacifica vata, pitta e kapha –

Rinfrescante. Aiuta a contrastare gli effetti dei cibi pungenti. Allevia i gas e in genere tonifica il sistema digestivo. Da usare in semi interi o in polvere.

Pepe nero

– Pacifica Vata e Kapha, se usato con moderazione. Se usato in eccesso, aggrava Pitta –

Riscaldante. Aumenta l’appetito e stimola agni, il fuoco digestivo. Coadiuvante nella digestione dei latticini. Se è troppo causa irritazione e secchezza. Preferirlo macinato fresco.

Cardamomo

– Pacifica vata, pitta e kapha –

Riscaldante. Stimola agni senza aumentare pitta, ma se usato in eccesso lo aggrava. Riduce la formazione di muco dovuta ai latticini. Da usare in polvere o in semi interi.

Curcuma

– Pacifica vata, pitta e kapha. Aggrava pitta e vata se usato in eccesso –

Riscaldante. Rafforza la digestione e in genere migliora il metabolismo. Coadiuvante nella digestione di proteine. La radice si usa macinata. Ampiamente usato nella cucina indiana, dona ai piatti un colore giallo.

Cannella

– Pacifica vata, pitta e kapha. Aggrava pitta se usato in eccesso –

Riscaldante. Stimola agni. Rispetto allo zenzero, influenza meno facilmente pitta. Da usare in polvere, in bastoncini o in pezzettini.

 Chiodo di garofano

– Pacifica vata, pitta e kapha. Aggrava pitta se usato in eccesso –

Riscaldante. Stimola agni e favorisce l’assorbimento. Da usare intero o macinato.

Cumino

– Pacifica vata, pitta e kapha –

Leggermente riscaldante. Se non viene usato in eccesso, calma vata e kapha senza aumentare pitta. Favorisce la riduzione di ama (le tossine)e dei gas e regola il sistema digestivo. Da usare in semi interi o in polvere.

Finocchio

– Pacifica vata, pitta e kapha –

Rinfrescante. Stimola agni senza aumentare pitta. Aiuta a prevenire la formazione dei gas. I semi vanno masticati dopo il pasto o aggiunti alle verdure che tendono a produrre gas durante la cottura. Si usano i semi, interi o in polvere.

Zenzero

– Pacifica vata, pitta e kapha. Aggrava pitta se usato in eccesso –

Riscaldante. E’ una delle spezie più utilizzata in Ayurveda. Agisce su tutti i tessuti, specialmente quello digestivo e respiratorio. Stimola agni, allevia i gas, elimina la stitichezza e l’indigestione di vata. Non va usato in caso di pitta alto. Si utilizza la radice, sia fresca che secca. Quella fresca è più adatta a vata mentre quella secca a kapha.

Noce moscata

– Pacifica vata, pitta e kapha. Aggrava pitta se usato in eccesso –

Riscaldante. Favorisce l’assorbimento. E’ calmante. Da usare macinata e con parsimonia.

Il regime alimentare Oshawa n.7

La dieta n.7 del dott. George Oshawa, giapponese e fondatore della cucina Macrobiotica, è una dieta rigida ma allo stesso tempo molto efficiente nell’eliminare quasi tutte le malattie prodotte da un eccesso di energia YIN, INCLUSO IL CANCRO, e permette allo stesso tempo di equilibrare in modo graduale l’essere umano dal punto di vista energetico (YIN-YANG).

La dieta prevede che, per la durata di 10 giorni, si consumino esclusivamente cereali YANG: grano, riso, grano saraceno e miglio, in qualsiasi combinazione o proporzione desideriamo, saltati in pentola o bolliti; il solo ingrediente ammesso é il sale, senza altri condimenti quali olio, spezie, brodi, ecc. Questa dieta può essere ripetuta varie volte (in gruppi di 10 giorni) con pause da tre fino a cinque giorni fra ogni gruppo, periodo durante il quale si possono consumare anche altri alimenti, preferibilmente YANG, finché si raggiunge l’effetto desiderato, ovvero l’eliminazione definitiva delle malattie o dei disequilibri con i quali ci confrontiamo.

Al di là del fatto che allontana quasi tutte le malattie, l’azione di questa dieta è estremamente purificante: i canali sottili energetici del corpo umano (i NADI) sono ripuliti da molte impurità che appesantiscono la circolazione delle energie sottili attraverso il corpo. Questa purificazione generale ha come effetto immediato una notevole pulizia e chiarezza  mentale; la digestione diventa migliore, le secrezioni ormonali sono regolate. Gli occhi diventano brillanti, la pelle diventa pulita e luminosa, la persona sente un’inspiegabile forza e voglia di vita fino ad allora estranee.

É possibile che all’inizio della realizzazione di questa dieta possano apparire, in alcune persone, reazioni fisiologiche non piacevoli, alle volte addirittura violente, specialmente a causa di purificazioni intense e per la disintossicazione massiccia del corpo. Proseguendo però la dieta con tenacia, gli aspetti meno piacevoli scompariranno abbastanza rapidamente, lasciando il posto a ben altre condizioni fisiche, psichiche, mentali e addirittura ad un metabolismo diverso, molto più arricchito.

Dopo qualche giorno dall’inizio della dieta, noteremo maggior vitalità ed energizzazione generale, l’eliminazione della stanchezza e uno stato di lucidità, sia mentale che psichica, accompagnata da undistacco che ci permetterà di affrontare la giornata con maggior efficienza e armonia.

Anche le persone sane dovrebbero ricorrere ad almeno due diete Oshawa (di 10 giorni) all’anno, per una ricostituzione e purificazione generale dell’organismo.

Sottolineiamo, ancora una volta, il fatto che in questa dieta dobbiamo consumare solo: grano, riso, grano saraceno e miglio integrali (non lavorati) e assolutamente nient’altro! Come liquidi, si deve consumare solo acqua, preferibilmente quanto più pura.

Come riso, si può utilizzare, oltre al riso integrale, quello basmati, il riso selvatico, il riso rosso e il riso nero (Venere).

Al di fuori delle ricette conosciute con il grano, il riso, il grano saraceno e il miglio cotti in acqua con il sale, vi presentiamo di seguito una serie di ricette più elaborate che vi renderanno più semplice l’approccio a questa dieta.

  1. Grano, grano saraceno o miglio tostati

Per tostare uno di questi cereali si mettono in una padella antiaderente, in uno strato sottile; si ricopre con un dito d’acqua e si tiene il fuoco alto, lasciando che l’acqua venga completamente assorbita e, senza mescolare, si lascia ancora sul fuoco per qualche minuto. Quando sentirete il rumore del crepitio potete verificare con un mestolo se i chicchi si stanno attaccando o meno alla padella e mescolate per non farli attaccare. Si continua ancora per qualche minuto, fino a quando i chicchi cominciano ad essere abbrustoliti; si noterà che anche il profumo cambia. Quando i chicchi diventano croccanti al punto desiderato spegniamo il fuoco e aggiungiamo sale a volontà. Attenzione a toglierli dal fuoco prima che si brucino, poiché iniziano molto rapidamente a cambiare colore.

I cereali tostati possono anche essere poi macinati, per farne un condimento da cospargere sulle pietanze. Per tostare il grano occorre che prima venga lasciato in ammollo per circa 24 ore.

  1. Tortine di grano

Si macina finemente il grano (con l’aiuto di un macina caffé meccanico o elettrico), finché diventa farina. Si forma un impasto con l’acqua, sale e farina di grano intero, che deve essere elastico, né troppo molle né troppo duro. Si lascia circa 2 ore a riposare, finché il glutammato della farina fa presa, dopodichè si formano le torte da cuocere sia in pentola, senza olio, a fuoco lento, sia nel forno (che é stato riscaldato precedentemente) con la pentola già calda.

Se si cuociono in pentola, si raccomanda di preparare delle torte molto sottili. Al forno si possono fare dei panetti dalla forma un po’ più grande dei grissini, posti sempre in pentola già calda. Si procede allo stesso modo con la farina di grano saraceno. Si raccomanda di fare torte di farina di grano mischiata con farina di grano saraceno o/e farina di miglio, lasciando la farina di grano in proporzione più abbondante.

  1. Zuppa di riso con gnocchi di grano

Con una piccola quantità di farina di grano integrale, acqua e sale si prepara un impasto molle (più molle di quello per le tortine) e si lascia riposare per 15-25 minuti.

Da quest’impasto si preparano gli gnocchi, grandi come una noce, e si mettono nell’acqua bollente e salata. Si cuociono per circa 10 minuti, dopodichè, si aggiunge riso o farina di riso. Si cuoce ancora per 10-15 minuti, mescolando spesso se abbiamo aggiunto farina di riso affinché non si raggrumi. Al posto del riso si può utilizzare il grano saraceno.

  1. Zuppa di tagliolini di grano saraceno

Si prepara con la farina di grano saraceno macinata fine, sale e acqua formando un impasto compatto che si stende con il mattarello sulla tavola spolverata di farina. Si arrotola di seguito il foglio ottenuto e si taglia in fette sottili. Le listine cosi ottenute formano i tagliolini che vanno scossi dalla farina in eccesso. Si mantengono per un quarto d’ora ad asciugare, poi si cuociono in acqua bollente salata per 10-15 minuti. In modo opzionale si può aggiungere anche un po’ di riso per “arricchire” la zuppa.

  1. Polentine di grano e riso

Si mette acqua e sale a bollire. Quando bolle si aggiunge, a  pioggia, la farina di grano integrale e/o la farina di riso fino ad ottenere un impasto dalla consistenza di una polenta molle. Attenzione! Sia il grano che il riso, si gonfiano durante la cottura, cosi che dovete lasciare l’impasto più molle  e non aggiungere molta farina. Si cuoce per 20-30 minuti, mescolando ogni tanto. Si può cucinare anche solo con la farina di grano o solo con la farina di riso. Allo stesso modo, si possono realizzare polentine di farina di miglio o mischiate a farina di grano o riso e anche polentine di grano saraceno.

  1. Frittata  di grano saraceno

É un cibo molto sano e delizioso che può essere spesso consumato durante la dieta. Si prepara con la farina di grano saraceno macinata e si aggiunge acqua e sale, formando un impasto della consistenza simile a quello per fare le crepes. Si mette un mestolo di questo impasto su una padella antiaderente a fuoco medio-alto, distendendo poi l’impasto a coprire la superficie della padella. Si lascia cuocere fino a quando la frittata non si staccherà da sola dalla padella, rigirandola e cuocendola ancora qualche minuto dall’altra parte. Si può mangiare come pane o anche farne degli involtini con ripieno di riso o altri cereali. Facile da mangiare anche a colazione.

  1. Crema di riso

Si cuoce moderatamente il riso finche diventa dorato. Si macina e, alla farina risultata, si aggiungono tre bicchieri di acqua ogni quattro cucchiai di farina cosi ottenuta. Si cuoce il tutto approssimativamente per 25 minuti, aggiungendo acqua se necessario. Si sala alla fine secondo il gusto di ognuno.

  1. Caffé Oshawa

Si fanno saltare in pentola  le sementi di grano, miglio e riso finché diventano come i chicchi di caffé. Poi si macinano e si prepara come fosse caffé normale.

  1. Pane Chapati

Una variante gustosa al pane sono i Chapati, il pane indiano: si fa sempre un impasto di farina di grano integrale (eventualmente con l’aggiunta di crusca integrale), acqua e sale; l’impasto sarà asciutto, come una pasta molle che non si appiccica alle mani. Ne facciamo un salame che poi tagliamo a fette da circa 2 cm. Distendiamo ogni rondella e la stendiamo con il mattarello fino a farla diventare finissima. La mettiamo sulla padella antiaderente, già calda, e la teniamo per qualche minuto, muovendola ogni tanto per non farla attaccare; poi la giriamo dall’altra parte, ancora per qualche minuto. Se fatta bene, si gonfierà e si potrà mantenere croccante a seconda dei gusti.

Si possono mangiare anche le seguenti combinazioni:

  • riso saltato in pentola insieme con la farina di grano, il miglio o il grano saraceno cotti;
  • grano saltato in pentola con farina di riso cotto;
  • grano saraceno saltato in pentola insieme con la farina di grano cotto;
  • grano saraceno tenuto in ammollo in acqua fredda con sale per almeno un’ora.

Alcuni consigli aggiuntivi:

  • Il grano, per essere ben cotto, dovrà essere lasciato in ammollo 24 ore prima. Mentre il grano saraceno si può anche mangiare direttamente, senza cuocerlo, dopo averlo lasciato in ammollo per 1 ora (meglio ancora se al sole).
  • Non è necessario utilizzare tutti e 4 i tipi di cereali. Ognuno sentirà quelli che sono più in risonanza con la sua tipologia costitutiva. Ci saranno anche periodi nei quali si preferisce mangiare liquido (creme o zuppe) o particolarmente asciutto e abbrustolito, e cosi via. Ovviamente, meno il cibo viene cotto e più conserva tutte le sue proprietà.
  • E’ bene non mangiare cibo preparato da più di 48 ore, perché ha la tendenza a diventare Yin.
  • Non si mangia pasta, neanche quella integrale! Pur essendo fatta di grano, si tratta di un alimento che ha subito una lavorazione industriale che ne ha ridotto notevolmente le proprietà nutritive, soprattutto per gli scopi di questo regime alimentare. Lo stesso vale per ogni altro alimento trasformato (es. gallette di riso, crackers, cereali precotti, ecc.).
  • Quando si fa il pane, non si utilizza alcun lievito e non si lascia lievitare il pane. Si consiglia di tenere l’impasto piuttosto molle, affinché il pane cotto non sia troppo duro, in piccole quantità, sotto forma di panini o bastoncini.
  • E’ importante tener conto che, per un buon equilibrio, si dovrebbe mangiare almeno 1 kg di cereali al giorno.

Infine, ricordate che si tratta di una purificazione su tutti i livelli, che armonizza non solo il corpo fisico, ma anche il piano mentale e psichico, permettendoci di capire l’importanza energetica del cibo che diamo al nostro essere. Questo ci aiuterà a superare i momenti difficili e, anzi, a gioire del dono che ci stiamo facendo durante quei giorni. E vedrete che mascelle…!

Il Digiuno

Il digiuno alimentare rappresenta l’astinenza volontaria, totale o parziale, dal cibo. Il “digiuno nero” rappresenta una variante particolare del digiuno alimentare autoimposto, in cui si rinuncia completamente al cibo per una durata limitata di tempo, consumando solo acqua.

Benché sia raccomandato da millenni da quasi tutte le tradizioni mediche della terra per il valore curativo che gli è attribuito, nel tempo presente il digiuno alimentare è ancora insufficientemente studiato da un punto di vista scientifico. Nonostante ciò, il digiuno alimentare, inteso come una dieta restrittiva nella qualità o nella quantità, o invece come “digiuno nero”, ha raggiunto il giusto livello di attenzione dei ricercatori negli ultimi 5-10 anni.

Si può affermare che il digiuno alimentare, sotto differenti forme di realizzazione, è diventato di moda nel mondo scientifico medico a causa dei risultati straordinari che la sua pratica porta con sé. Sebbene i suoi enigmi non siano ancora stati spiegati completamente, è unanimemente accettato il fatto che il digiuno alimentare ha un effetto anti-invecchiamento e di riduzione del rischio di sviluppo di stati patologici.

Il rapporto tra il modo di mangiare e lo stato di longevità è menzionato fin dall’inizio della storia dell’umanità. Nell’antichità, gli eccessi alimentari erano considerati la causa di tutte le malattie, nonché  responsabili nell’abbreviare la vita media; allo stesso tempo, la moderazione nell’alimentazione rappresenta una delle “regole d’oro” di qualsiasi strategia terapeutica per raggiungere uno stato di longevità. Una delle abitudini tradizionali praticate con lo scopo di mantenere lo stato di salute – abitudine che ancora è praticata in Oriente – è quella di “alzarsi da tavola con ancora un poco d’appetito”. I nutrizionisti moderni sottoscrivono questo punto di vista, incriminando la sovra-alimentazione come causa dell’obesità e di molte altre malattie.

Nella lunga storia della civiltà umana il digiuno alimentare è stato investito di valenze curative non solo per quel che riguarda il corpo fisico, ma anche la psiche, l’animo, così come lo spirito, essendo un elemento centrale nella maggioranza delle religioni, come il cristianesimo, l’induismo, il buddismo, il giudaismo, l’islamismo, ecc.

Nei antichi scritti dell’umanità si afferma che la realizzazione corretta del digiuno alimentare ci insegna l’autocontrollo globale dell’essere, cominciando a vincere ed educare la sensazione della fame. Gli effetti psicologici e spirituali del digiuno alimentare rappresentano ancora un grande mistero per il mondo scientifico medico odierno, concorrendo così alla povertà delle attuali modalità di quantificazione e di monitoraggio dei processi di trasformazione  fisiologici e energetici.