materiale tratto dal libro “Sessualità Sacra” di Georgiana Danet, insegnante di Yoga e Tantra

Il piacere è uno degli ingredienti segreti della felicità, così come molte persone lo definiscono. Il piacere è una manifestazione misteriosa di varie energie dentro l’essere umano generate da una misteriosa abilità della coscienza di avere un’intensa esperienza benefica, che risulta in uno stato di profondo rilassamento quando, nell’interazione con l’ambiente esterno, lasciamo andare la necessità di proteggerci.

Le virtù del piacere lo rendono l’elemento senza il quale la vita non può essere vissuta; d’altra parte, può anche essere la ragione del nostro intrappolamento nella rete dell’illusione universale, MAYA.

Recenti ricerche hanno mostrato che il piacere ha il potere di cancellare perfino gli istinti di sopravvivenza primari. Riguardo ciò, possiamo ricordare i famosi esperimenti che connettevano il centro del piacere dei topi a degli elettrodi che generavano un impulso che causavano intensi piaceri alla pressione di un bottone. Dopo che un topo scopriva questo bottone, veniva ritrovato poco dopo morto a causa della mancanza di nutrimento poiché non era più interessato a nient’altro che a premere il bottone. Questa è una prova di come il piacere può essere così potente da cancellare addirittura gli istinti più stringenti quali la sete e la fame.

È ovvio che su questa corsa per “de-condizionare” il nostro essere e per liberarci dalla tirannìa delle abitudini incoscienti e dei meccanismi di difesa che sono diventati autentici prigioni dello spirito, un tale strumento capace di cancellare tutti i condizionamenti sia senza prezzo? Possiamo usare questo attributo straordinario del piacere per sciogliere le connessioni più potenti da cui siamo inconsapevolmente soggiogati attraverso l’applicazione di una precisa metodologia di tecniche il cui scopo finale è la graduale espansione della coscienza individuale molto oltre i limiti ordinari. Allora abbiamo accesso allo straordinario reame degli stati spirituali trascendenti. A questo riguardo, abbiamo ovviamente bisogno di considerare che il piacere può essere uno strumento di de-condizionamento o di incatenamento in base al modo in cui lo usiamo. Analogicamente parlando, è come nel caso di alcune sostanze chimiche che in certi casi – quando usate con attenzione – sono medicinali che ci curano, mentre in altre circostanze – quando sono usate in quantità improprie – diventano veleni letali.

In questo contesto, in quanto fornisce il piacere più intenso, che è facilmente accessibile ad ogni essere umano, la sessualità acquisisce una straordinaria valenza spirituale. Dunque, il Tantra usa l’energia sessuale per generare stati incredibili di piacere paradisiaco in una maniera controllata e cosciente

Da questa prospettiva possiamo dire che il principio del piacere è complementare alla sopravvivenza e insieme formano una struttura che si autoregola e mutualmente aggiustante: il piacere tendendo a diminuire l’istinto di conservazione. Però, così come abbiamo mostrato, il principio del piacere è più ampio degli istinti di sopravvivenza. Molte volte possiamo vedere persone coinvolte in azioni non del tutto favorevoli e addirittura pericolose ma piacevoli (prendere narcotici ne è un classico esempio).

D’altra parte, il principio del piacere è il primo impulso che ci spinge all’esplorazione dell’universo affascinante del nostro corpo nella prima avventura al di fuori dei limiti restrittivi dell’istinto di conservazione caratteristico alla nostra vita. Il mondo dapprima ci tenta con la promessa di piaceri inferiori che ci rendono sicuri e cancellano la paura dell’ignoto, facendoci uscire dal guscio dell’istinto di conservazione e questo diventa l’impulso creatore della nostra rivoluzione. Seguendo la natura duale delle energie a questo livello di coscienza, il principio del piacere è una spada a doppio taglio: possiamo essere spinti molto bene partendo dalla motivazione del piacere o, allo stesso tempo, possiamo rimanerne prigionieri. Comunque, ad un’analisi attenta, vediamo che possiamo essere intrappolati dal piacere sia seguendolo che evitandolo.

Il piacere ci conduce verso l’espansione, mentre il dolore ci fa restringere e ci rende tesi. Ecco perché il piacere è il metodo più indicato quando perseguiamo l’espansione graduale della nostra coscienza, dai limiti individuali definiti dall’ego alla coscienza cosmica.

Il piacere è quello che aiuta la mente e il corpo ad avere accesso ad una comunione molto più profonda. Il piacere e le attività correlate sono coordinate nel cervello dalla porzione più bassa, chiamata sistema limbico. Generalmente, quest’area è al di fuori della nostra capacità di accesso cosciente. D’altra parte, la corteccia cerebrale correlata al pensiero cosciente, è l’area più alta del cervello. Secondo alcune teorie, a causa della divisione avvenuta tra la corteccia cerebrale e il sistema limbico, nell’uomo moderno, le tendenze autodistruttive sono amplificate ed oggi possiamo vedere che l’umanità è al limite dell’autodistruzione. La guarigione da questa separazione riporterà l’umanità al buon senso, assicurato dalla comunicazione armoniosa tra corpo e mente. Ciò può essere raggiunto attraverso l’amplificazione delle esperienze di piacere vissute senza inibizioni e stress.

Alcune tradizioni spirituali insistevano sul fatto che le sensazioni venivano dal corpo così come il piacere che le accompagnava aveva il potere di confondere e faceva deviare dalla via dell’evoluzione spirituale. Questi sistemi affermavano addirittura che più eravamo dominati dalle sensazioni, più eravamo esposti alle tentazioni e alla decadenza spirituale. Per questa ragione, data la grossa forza di influenza del piacere e delle sensazioni che lo esprimevano, molte tradizioni spirituali cercarono di isolare gli stati spirituali dalle sensazioni che davano piacere. Purtroppo, il prezzo da pagare in questi casi, è la spiritualità sterile che manca del tutto del piacere e che alla fine è inefficace. La spiritualità ascetica diventa così proprio il sintomo della malattia che intende curare afferma Alan Watts.

D’altra parte, le sensazioni sono i mattoni delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti. La separazione dalle sensazioni allo scopo di mantenerci lontani dalle tentazioni del piacere, ci fa vivere emozioni e sentimenti miseri. Possiamo inoltre vedere facilmente il modo in cui le sensazioni diventano più forti quando il piacere è amplificato. Il piacere rappresenta la connessione tra il corpo e la mente, amplificata dal loro sforzo congiunto. In una prima tappa, è ciò che ci fa entrare nel tempio del corpo ed iniziare quest’affascinante esplorazione che alla fine ci porterà alla scoperta dell’“Abitante Divino” che vive dentro il nostro essere, il Sé Supremo Immortale, atman (in sanscrito).

Le tentazioni appaiono e sono pericolose nella misura in cui non siamo consapevoli degli effetti delle nostre azioni che sono indotte dalle tentazioni in questione. Le cose che ci tentano in realtà sono risonanze di cui non siamo pienamente coscienti. Questa è la ragione più profonda per cui sono così pericolose per coloro che non sono familiari con la realtà della risonanza, perché rappresentano abitudini diventate subcoscienti e che ci fanno risuonare con certi aspetti della vita. Quando questi aspetti (con cui incoscientemente abbiamo l’abitudine di risuonare) appaiono intorno a noi, ne è “automaticamente” attivata la risonanza e percepiamo le energie specifiche amplificate dentro il nostro essere in maniera incontrollata e per noi “tentatrice”. Nella misura in cui diventiamo coscienti di questo meccanismo, sperimentando queste energie in un modo conscio e perfettamente controllato, saremo capaci di superare con successo tutte le tentazioni, liberando così il principio del piacere da tutti i suoi aspetti dannosi.

Infine, l’INCONSAPEVOLEZZA è quella che fa diventare il piacere, la tentazione e le sensazioni, i portatori del “peccato”. Per una migliore comprensione di quest’idea importante, facciamo il seguente esempio: diciamo che qualcuno soffre di obesità e in aggiunta – come conseguenza dell’obesità – ha anche un cuore debole. Per una tale persona, un ristorante che serve sempre un cibo estremamente gustoso, è una grossa tentazione e secondo alcuni insegnamenti, egli dovrebbe uscire da quella città se vuole sfuggire alla tentazione e sopravvivere. In realtà, egli è disarmonioso a livello di Muladhara chakra e perciò, quando vede quel cibo delizioso, non può resistere alla tentazione di mangiare e dunque ingerisce una quantità esagerata di cibo. Se la persona in questione pratica esercizi per il risveglio e l’armonizzazione di Muladhara chakra, nel momento in cui passa vicino al suddetto ristorante, sente le energie specifiche amplificarsi ma è capace di controllarle: potrebbe entrare e cenare e tuttavia mangiare una quantità che gli permetterebbe di rimanere in forma e in buona salute.

Un altro esempio significante è il piacere erotico. Sebbene sia così intenso e tentatore, un tale piacere può anche portarci a stati spirituali straordinari fin tanto siamo coscienti e controlliamo le manifestazioni dell’energia erotica.

Il piacere intenso ci fa espandere oltre i nostri limiti, autoimposti in momenti cruciali. In questo modo, il principio del piacere è associato all’espansione e addirittura alla guarigione, nella misura in cui il processo di guarigione richieda l’eliminazione preliminare delle tensioni che hanno generato le malattie. Il piacere è quello che dissolve tutte le tensioni e crea le premesse per la guarigione. La sofferenza è quella che ci rende tesi e accumula lo stress che, nel tempo, può portare alle malattie e alla degenerazione.

Dunque, la soluzione fornita dal Tantra, dal punto di vista del principio del piacere, un principio altamente correlato con le energie specifiche manifestate al livello di Svadhisthana chakra, è quella di eliminare il nostro stato di incoscienza esattamente quando sperimentiamo questo piacere. Se ci piace la velocità e ci prendiamo il rischio di avere un incidente e perdere la vita, non risolveremo smettendo di guidare e vendendo la nostra macchina. Prima di tutto, dobbiamo diventare consapevoli delle conseguenze di ogni gesto incosciente che possiamo fare quando guidiamo. Inoltre, abbiamo ovviamente bisogno di imparare a guidare in modo appropriato, così da controllare pienamente sia la nostra macchina che la nostra tendenza a guidare ad alta velocità. Allo stesso modo, non è attraverso l’eliminazione brutale della risorsa di piacere che possiamo trascenderlo e superare la tentazione, ma attraverso l’integrazione lucida e cosciente delle esperienze che ci danno piacere, attraverso l’amplificazione dell’intensità del piacere in parallelo con l’aumentata capacità di controllare le energie specifiche manifestate in quel caso. L’eliminazione della sorgente del piacere è una soluzione semplicistica e superficiale che rappresenta una tentazione in sé, vale a dire “la tentazione della via più semplice”: è molto facile eliminare la risorsa del piacere attraverso una decisione arbitraria perché in questo modo non facciamo alcuno sforzo per trasformarci. E’ invece molto più difficile imparare a controllare le energie specifiche che causano quel piacere perché ciò richiede una trasformazione interiore acquisita attraverso la pratica. Questa è proprio la ragione per cui, suggerendo questa soluzione completa e profonda, il Tantra fornisce anche la gamma di esercizi che soddisfa tutti i bisogni che il praticante tantrico può incontrare. Sulla via tantrica, il principio del piacere si trasforma in una causa di esperienze potenti e di forza, che l’aspirante ha a portata di mano e usa in modo saggio durante il processo di trasformazione interiore.

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