I quattro giuramenti
Il senso letterario della parola mauna è giuramento del silenzio, ma in realtà esistono molti tipi di mauna:
- il controllo completo della parola è chiamato vak mauna. Di conseguenza se mantieni l’organo di azione della parola (vak indriya) perfettamente zitto questo è vak mauna;
- il completo arresto di tutte le azioni fisiche volontarie è coshta mauna. Lo stato perfetto di coshta mauna è estremamente utile a maggior ragione per gli aspiranti che cercano la rivelazione del Sé Supremo (Atman) non si deve muovere neanche la testa. Non devi far nessun segno. Non devi scrivere niente su carta e non devi esprimere idee non conta in che modo. Con lo stato di vak mauna e di coshta mauna non sono ancora stoppate le azioni mentali;
- un punto di vista perfettamente uguale su tutte le cose esseri e fenomeni di come mantenere ferma in mente l’idea che tutto è in fondo nient’altro che Dio Brahman (Dio Padre) rappresentasusupti mauna (susupti significa in realtà il modo di funzionare della coscienza umana in uno stato di sonno profondo senza sogni) allontanare quasi totalmente dalla mente tutti i problemi dopo la realizzazione ferma del carattere illusorio di questo mondo è susupti mauna. La conclusione giusta che l’intero macrocosmo non è nient’altro che il corpo di Brahman (Dio Padre) è quindi susupti mauna;
- Brahman (Dio Padre) è chiamato maha mauna perché Lui è l’impersonificazione suprema del silenzio. Possiamo dire che il maha mauna è il vero mauna.
Per questo motivo vak mauna rappresenta solo una tappa nella via per raggiungere maha mauna, essendo il motivo per cui mauna della mente è molto superiore a vak mauna o mauna della parola.
Parlando si mantiene l’anima in errore
Vak indriya, o l’organo di azione della parola è di fatto una grande arma del mondo fenomenale illusorio (maya) per mantenere in errore l’animo vivo (jiva) perturbando di continuo la mente. La parola provoca cosi una continua esteriorizzazione della mente. Litigi, dispute, ecc. appaiono spesso dovute al turbolento gioco di questo vak indriya. In simili situazioni la lingua può essere considerata come una spada e le parole come frecce. In questo modo noi feriamo spesso i sentimenti degli altri e facciamo apparire risentimenti.
Lo studio approfondito dei domini scientifici, come ad esempio la letteratura, il diritto, la lingua sanscrita, ecc. rende alcuni uomini molto loquaci, sentendosi quasi forzati ad entrare in discussioni (molto spesso inutili) per mostrare, spinti dall’orgoglio, la conoscenza scolaresca. La pedanteria o l’esporre malamente ciò che si è imparato è un attributo specifico degli studenti immaturi ed orgogliosi.
In questo senso è molto significativa una metafora dell’antica saggezza che paragona il comportamento di un giovane ed entusiasta aspirante sulla via spirituale con il rumore fatto dall’aria che esce forzatamente per far entrare l’acqua in una bottiglia vuota messa sott’acqua. In questo specifico caso, il comportamento di un aspirante che ha quasi raggiunto la realizzazione del Sé Supremo (Atman) è analogicamente parlando paragonato al rumore impercettibile che fa l’aria quando la bottiglia è quasi piena: una volta che questa sia piena completamente (quando si raggiunge la realizzazione del Sé Supremo – Atman) si diffonde poi il silenzio…
Il vak indriya è molto spesso impetuoso e turbolento e per questo è considerato molto dannoso. Quando inizieremo a controllarlo cercherà di non sottomettersi. Dobbiamo invece cercare di essere convinti e coraggiosi. In queste situazioni non dobbiamo lasciare che ci venga in mente niente, assolutamente niente, attraverso il vak indriya. Proprio per questo è necessario che pratichiamo mauna. Lo sforzo perseverante, costante e distaccato ci aiuterà. Quando il successo si mostra sapremo che abbiamo allontanato un’importante sorgente di agitazione. In caso di riuscita, le orecchie (o in altre parole il senso dell’udito) potranno così essere molto più facilmente controllate in quanto, se riusciamo a controllare vak indriya, possiamo dire che già controlliamo la metà della mente.
La forza che cura malattie senza medicina
Si perde molta energia psico-mentale con parole inutili e pettegolezzi. Gli uomini abituali non si accorgono di questo in nessun caso. Mauna ci permette di conservare energie e potremo così praticare in modo efficiente e, resistendo sempre di più in ogni attività benefica fisica o mentale, chi si trova sulla via spirituale potrà ottenere in questo modo molte meditazioni coronate dal successo. Mantenere mauna per giorni interi ha una buona influenza sul cervello e sui nervi. Con la pratica sistematica di mauna l’energia sottile della parola è gradatamente sublimata in ojas shakti o energia spirituale.
In più mauna sviluppa considerevolmente il potere della volontà ed aumenta il controllo sull’immaginazione (sankalpa) aiutando così a trasformarla in una forza creatrice e, inibendo con il controllo l’impulso delle parole stupide e incontrollate, permette di far apparire la pace mentale. Mauna ci è di grande aiuto per rispettare tenacemente la libertà come anche per il controllo delle manie. Le emozioni sono così facilmente controllabili, la suscettibilità sparisce come per incanto. Con l’aiuto di mauna non mentiremo più e sempre grazie ad esso potremo acquisire la capacità di sopportazione. Quando qualcuno soffre, mauna gli darà in modo graduale la pace mentale; condizione in cui ogni sofferenza è più facilmente sopportabile. In più l’essere umano rispettivo si potrà mobilitare così molto più facilmente per lottare con la malattia o eliminare la causa della sua sofferenza.
Chi applica spesso mauna attinge ad uno stato di pace, forza e felicità che sono completamente sconosciuti agli uomini abituali. Acquisterà un’infinita energia perché il silenzio è la sorgente di grandi forze: saggezza, pace profonda, felicità, equilibrio e beatitudine. Sempre nel silenzio scopriamo la vera libertà ed affettività.
Se praticheremo, otterremo pace profonda e forza spirituale
Gli uomini molto occupati con attività che necessitano di grandi sforzi di comunicazione dovrebbero praticare mauna almeno 1 ora al giorno; se possono fare questo per 2 ore giornaliere, ancor meglio. Sabato e domenica possiamo praticare mauna 6 ore o per l’intera giornata. Comunque gli uomini ci disturberanno di meno in questi momenti. Così come si abituano al fatto che alcuni vanno regolarmente ad uno spettacolo, inizieranno ad abituarsi anche al fatto che noi pratichiamo mauna in alcune ore della giornata. Poco a poco, tra amici e membri della nostra famiglia non si dispiaceranno più e non ci distrarranno se gli annunceremo prima le nostre intenzioni. E’ l’ideale se utilizziamo questo periodo di mauna all’inizio per la preghiera e poi, man mano che avanzeremo nella nostra pratica spirituale, per il laya yoga o per le meditazioni. Se vogliamo praticare mauna in un modo molto intenso dobbiamo essere sufficientemente impegnati nella meditazione o nella pratica spirituale in generale. In un simile periodo non ci aiuterà in nessun modo di mischiarci insieme agli uomini con preoccupazioni esclusivamente materialiste.
Dobbiamo allo stesso modo non lasciare per molto tempo il luogo della pratica spirituale. Perché cosi l’energia sottile della parola sarà sublimata ed utilizzata in un modo elevato. Solo allora potremo gioire veramente di serenità, di pace profonda, di calma e di un grande potere spirituale.
Quando pratichiamo mauna non dobbiamo leggere nessun giornale. Leggere i giornali (o seguire le trasmissioni alla televisione) porta nella coscienza, insieme a nuove informazioni, anche alla riattivazione di impressioni latenti di precisi pensieri dalla mente subcosciente (samskara) e così la pace mentale sarà disturbata. Anche se viviamo in pace e in serenità sul monte Himalaya, ma continuiamo, allo stesso tempo a leggere i giornali, la nostra mente sarà, praticamente, sempre nella società. Procedendo così non otterremo grandi benefici dalla pratica di mauna, e la meditazione spirituale sarà seriamente disturbata. Per capire correttamente questo contesto, merita riflettere profondamente sul contenuto dei versetti (sutra) 62-64 della Bhagavad Gita, capitolo 2: “Quando si porta l’attenzione agli oggetti dei sensi nasce un attaccamento. Dall’attaccamento emerge il desiderio e dal desiderio insoddisfatto l’irascibilità. Dall’irascibilità procede lo smarrimento, dallo smarrimento la perdita della memoria, dalla perdita della memoria la diminuzione della ragione e l’uomo privo di ragione corre verso la sua rovina.”
Il grande saggio e liberato Sri Balayogi (tradotto il bambino yogi) nel momento cruciale della sua esistenza terrestre (l’entrata in decine d’anni di estasi divina ininterrotta, samadhi, il 27 marzo 1949) ha pronunciato uno dei suoi aforismi più celebri: “Si può meditare su Dio onnipotente anche quando compi i tuoi doveri quotidiani, anche quelli di un re, ma come puoi allora raggiungere una perfetta stabilità mentale? L’agitazione non disparirà mai completamente. Di quando in quando, l’essere dovrà far fronte a delle sofferenze, che gli sembreranno senza fine. Non sarà mai pieno completamente della grazia infinita di Dio se non con il trascendere completamente questi problemi o pensieri”.
Quando pratichiamo mauna è necessario scrivere meno biglietti possibile e fare pochissimi gesti o azioni con cui cerchiamo di esprimere pensieri verso quelli che ci stanno attorno. È consigliato anche trattenere il riso.
Quando l’orientamento cosciente dell’essere inizia ad essere in modo preponderante diretto verso il sé (Atman) anche mauna verrà al Sé, naturalmente, in modo euforico. Quando arrivi a vivere nella Verità, mauna viene totalmente dal Sé (Atman); in quel momento saremo nella pace assoluta di Dio e vivremo pienamente lo stato di glorificazione.
Parlate poco e ascoltate molto!
Dobbiamo cercare di essere una persona che pratica mauna solo per un bisogno ed una convenzione interna e non perché è una tecnica yoga nuova che adesso va di moda. Con mauna cerchiamo di divenire uomini che misurano con saggezza le parole. Mauna ci aiuta ad imparare ad evitare facilmente lunghe discussioni inutili, accese, passionali ed in generale tutte le discussioni che non sono indispensabili o che si trovano essere fin dall’inizio sterili. Maunaci permette di allontanarci facilmente dalla società di quelli che privi di discernimento si perdono sempre in simili dibattiti. In questo modo potremo vedere quanto è utile e pratica questa tecnica per noi.
Nelle fasi superiori di pratica mauna ci permetterà di seguire con attenzione ogni parola. Questa può diventare in modo graduale un’alta disciplina mentale. Così avremo la rivelazione che di fatto le parole rappresentano una grande forza di cui ognuno dovrebbe diventare cosciente.
Mauna ci insegna ad utilizzare con molta attenzione le parole, ci aiuta a controllare il discorso e ci offre la possibilità di non lasciare la lingua parlare senza freno. Chi ha praticato sufficientemente a lungo, e così come si deve, mauna controlla le proprie parole prima che arrivino alle labbra. Parla poco e ascolta molto. Ha imparato a tacere. L’utilizzo prevalente di parole erudite e complicate provoca una preoccupazione per il linguaggio esaustivo ed è molte volte sterile. Un simile modo di parlare è molto stancante. Usando parole semplici e intensamente sentite riusciamo a conservare così la nostra energia. È ammirevole conservare la nostra energia per amare di più Dio ed è essenziale consacrare mano a mano sempre maggior tempo alla vita interiore di meditazione, di introspezione e di contemplazione del nostro Sé Supremo (Atman).
È molto importante purificare la mente e meditare. Grazie a mauna scopriamo la voce misteriosa del silenzio e ci diamo così e vediamo come il Sé Supremo (Atman) in ognuno di noi è uno con Dio. Praticando in modo corretto mauna calmiamo la mente, calmiamo i pensieri e sublimiamo facilmente le emozioni passeggere. Mauna ci aiuta ad addentrarci nelle profondità misteriose del nostro cuore ed a rallegrarci pienamente della sua pace oceanica. Misteriosa ed euforica è questa quiete. Grazie a lei si entra nel silenzio.
Ogni uomo che aspira a conoscere veramente Dio Padre onnipotente deve conoscere questo silenzio. Allora egli è così il silenzio stesso e in questo modo diventa maha mauna, realizzando Dio Padre qui e ora.