Anche per i non iniziati, il femminile dell’essere ha una misteriosa risonanza con il sentimento poetico. Nel caso degli esseri umani che aspirano a scoprire l’anima gemella, questa ricerca ha come scopo, in fondo, la scoperta della metà polarmente opposta che manca. In realtà, questa ricerca illustra il desiderio inconscio di raggiungere lo stato androginale. Nella sfera della manifestazione, alcuni esseri umani presagiscono, e altri addirittura intuiscono, che al di là della pulsazione binaria più-meno, yang-yin, solare-lunare, maschile-femminile, si ritrova il misterioso sconosciuto o infinito o, in altre parole, Dio Padre, che lavora ininterrottamente.

Ricordo che, quando ho cominciato a praticare Yoga, in una certa tappa ho avuto la possibilità di studiare un testo tantrico, nel quale ho scoperto una frase che in quel periodo mi è parsa sorprendente. Ecco qual era il SUTRA che ho memorizzato: “Se un praticante del sistema TANTRA potrà comprendere l’anima di una donna, grazie al suo stato di identificazione perfetta (SAMYAMA), egli potrà conoscere così il mondo insieme alle forze occulte che si trovano dietro di esso e, allo stesso tempo, potrà trovare BRAHMAN (DIO), l’Onnipotente ed Eterno che esiste oltre questo mondo.” Questa frase mi è apparsa allora banale, ma allo stesso tempo affascinante ed enigmatica. Letta in modo superficiale, faceva pensare a quel genere di cosiddetti cliché che incontriamo in alcune tradizioni millenarie. L’antico archetipo di ANIMA MUNDI (o, altrimenti detto, L’ANIMA DEL MONDO) si è perpetuato nelle tradizioni esoteriche dell’Occidente già dall’antichità, e riguardo a quest’aspetto si può dire che, in un certo senso, molte persone hanno l’intuizione di un affascinante legame intimo che c’è tra la donna e la natura del Mondo. Merita proprio ricordare che non è assolutamente casuale il fatto che il XX arcano dei Tarocchi, che mostra il MONDO, abbia come simbolo al suo centro una donna nuda e bella, che evoca agli iniziati il MISTERO di SHAKTI. Riguardo a quel SUTRA che ho citato è necessario aggiungere che, allorquando l’ho letto, ho avuto fulmineamente l’intuizione di una verità che si nascondeva dietro alla verità apparente di quelle parole. Allora ho cominciato ad intuire che, senza dubbio, “qualcosa” di misterioso si nascondeva dietro al MONDO e potrei dire che, in seguito, la rispettiva intuizione si è installata nella mia coscienza per sempre. Quell’enigma intuito nel SUTRA menzionato è rimasto vivo dentro di me, per molti anni, nel corso della trasformazione spirituale, diventando addirittura una sorta di idea forza, diventata nel tempo un faro-guida.

Qualunque trasformazione spirituale nasconde indubbiamente innumerevoli paradossi. Nel loro insieme, la maggior parte delle tradizioni della saggezza, non appena cominciano ad indicare la via sinuosa della trasformazione spirituale, stabilendo dei punti di riferimento e delle tappe essenziali, non esitano a consigliare, addirittura a vietare, spesso in modo dogmatico, qualsiasi forma di associazione o compagnia con gli esseri di sesso femminile. Nel periodo in cui ha composto inni dedicati alla Dea MADRE, il grande saggio e Yogi SHANKARACHARYA ha scritto, a causa del fatto che respingeva la donna e la femminilità, quanto segue: “Tra tutte le forme di nascita, la nascita umana è la più difficile da ottenere; ancora più difficile è però la nascita in un corpo maschile.”

Sia che appartengano all’Oriente o all’Occidente, un gran numero di tradizioni con finalità monastica – che insegnano l’ascesi e la rinuncia come uniche modalità di liberazione spirituale – insiste irrevocabilmente sulla necessità di allontanarsi da tutto ciò che è direttamente o indirettamente legato alla femminilità, che nella loro visione è la causa di tutte le deviazioni sensuali e mondane, essendo, allo stesso tempo, vista come oggetto di molte tentazioni.

Quel SUTRA parlava però dell’anima della donna, e conteneva un segreto la cui comprensione intima e profonda poteva portare ad una conoscenza molto più vasta. Il rispettivo SUTRA faceva riferimento a quella conoscenza che si trova dietro a questo mondo, e persino oltre tutti i mondi. Noi sappiamo però che dietro alle energie occulte di questo mondo non esiste nient’altro all’infuori di Dio Padre, che è, allo stesso tempo, l’Assoluto ed il misterioso Sconosciuto. Quel SUTRA rivelava, in un certo modo, un grande mistero. Compreso come si deve, quel SUTRA doveva farci capire che conoscere tramite identificazione perfetta (SAMYAMA) l’anima di una donna ci può aiutare, allo stesso tempo, a conoscere i misteri della creazione, e addirittura a scoprire Dio Padre. Il messaggio di questo SUTRA ha fatto poi risonare, in modo profondo, “qualcosa” nel mio essere. Ulteriormente ho meditato spesso sul messaggio enigmatico di quel SUTRA. A poco a poco ho sentito come quel messaggio invadeva letteralmente il mio intero essere, come se, in un certo senso, avesse svegliato dentro di me ogni cellula. Poi, quello stato ineffabile che è apparso si è amplificato gradualmente, e ha animato il mio essere facendo apparire spesso un intenso e profondo brivido innalzante. Allorquando tale stato è diventato sempre più ampio e travolgente ho meditato profondamente su di esso. Col passare del tempo, ho constatato che ciò che si installava nel mio universo interiore attraverso l’evocazione della magia delle parole di quel SUTRA era, allo stesso tempo, una grande fecondità. Potrei dire che era anche un intenso stato poetico. Quel SUTRA faceva dunque svegliare nel mio universo interiore anche uno stato poetico intimo ed ineffabile. Appariva nello stesso tempo uno stato spontaneo di trasfigurazione, e la percezione dell’intero mondo e anche del mio essere diventava totalmente diversa. Per definirlo, potrei dire che quello stato era, nello stesso tempo, anche un ineffabile vissuto poetico. Allorquando entravo in quello stato scoprivo dei ritmi misteriosi ed un’indescrivibile “musica”, che circolava sia attraverso tutto ciò che esisteva nel mio essere, sia attraverso ciò che si trovava fuori di me. Allo stesso tempo, mi si cominciava a rivelare una misteriosa realtà, che esisteva simultaneamente al di là di tutte le realtà parziali, e che mi faceva vivere qualcosa di misterioso, estatico e inebriante. Quello stato che mi si rivelava era magico e, allo stesso tempo, poetico. Ulteriormente ho realizzato, grazie all’intensità di quell’esperienza che diventava sempre più profonda e chiara, che molti esseri umani cercano di vivere e di comprendere in un modo, potrei dire poetico, gli esseri, i fenomeni e le cose. Adesso potrei dire che allora entravo indubbiamente in stati profondi di trance benefica, ed ero spesso animato da un bisogno quasi viscerale di vivere la magia e la poesia della Vita. Quell’indescrivibile gemellaggio tra magia e poesia che vivevo pienamente, faceva rivelare nel mio essere una condizione dell’anima che penetra la natura di tutte le cose, per scoprire in tutte queste la vibrazione intima di quello che hanno interiormente. La musica enigmatica ed essenziale che veicolava la loro forma, mi faceva scoprire alcuni messaggi sottili che si nascondevano al di là di questi.

Allorquando vivevo intensamente e profondamente questo stato, avevo il sentimento che si trattasse di un’esperienza complessa e incomunicabile. Al di là di tutto ciò, avevo il sentimento di vivere qualcosa che era, in un modo essenziale, femminile. Questo qualcosa di profondamente femminile, che era contenuto nel mio universo interiore, mi appariva come un corpo, simultaneamente nuovo e vecchio, che esisteva nel mio corpo. Quel qualcosa di femminile era un corpo di magia e di poesia. Attraverso la ripetizione e l’approfondimento graduale, quello stato ha fatto scaturire in me delle trasformazioni profonde. Più tardi, sono arrivato a realizzare che, di fatto, non esiste filosofia autentica, né religione e né spiritualità autentica senza poesia, senza trasfigurazione, senza magia e senza eros cosciente.

L’eterno femminino (che in Oriente è prefigurato dallo stato di SHAKTI) è ciò che conferisce alla spiritualità una certa poesia, magia, trasfigurazione e mistero. Riguardo a questi stati che ho descritto precedentemente, potrei aggiungere che, intorno all’età di 9 anni, uno straordinario avvenimento mi ha fatto diventare cosciente del mio destino spirituale. Ricordo che nell’età nella quale molti ragazzi sono tentati di masturbarsi, io ero avvolto nell’intero corpo da un’esaltazione inspiegabile, persino estatica, che mi faceva entrare in un mondo misterioso e magico, che nella mia visione di allora era immaginario e mi si svelava come illimitato. Quel regno misterioso e magico nel quale penetravo era composto da arabeschi giganteschi mai visti, e turbinii vivamente colorati. Allo stesso tempo, quel vissuto mi faceva immergere in uno stato di interiorità atemporale. In questo modo, nel mio caso, l’eros corporale e pulsionale era, in un certo senso, sostituito – di fatto, potrei dire che era sublimato – attraverso l’intermediazione di un altro tipo di eros, molto più sottile, intangibile, che circolava più attraverso il mio universo psichico che attraverso i sensi, nutrendomi con stati ed immagini fatate che sprigionavano in me inebrianti slanci mistici.

Nonostante fossi una natura taciturna e solitaria, allorquando a volte ritornavo dalla scuola insieme a due ragazzine della mia età, sentivo l’impulso di raccontare loro alcune storielle straordinarie. Allora realizzavo soprattutto che il mondo mirifico e affascinante che esisteva in me, non poteva essere compreso e condiviso se non da quelle due ragazzine che, ricordo, erano molto attente a tutto ciò che dicevo. Questo loro intimo stato di ascolto produceva in me una sorta di stimolazione costante, che alimentava così un’aspirazione innalzante, euforizzante del mio eros inconscio, che si trovava in uno stato di effervescenza. Adesso potrei dire che allora appariva una simbiosi perfetta tra la ricettività delle due ragazzine e l’attività interiore, spontanea, della mia immaginazione creatrice. A quei tempi, senza rendermene conto, attraverso tutto ciò che facevo stavo già per corteggiare la MUSA ispiratrice. Allo stesso tempo, dialogavo con l’eros e realizzavo persino – senza saperlo – le prime sublimazioni dell’energia amorosa, in un totale stato di innocenza. Molto più tardi sono arrivato a comprendere che l’eros, nel mio caso, era molto più mobilitato dalla mia femminilità interiore che dalla mia maschilità interiore. Lo stato di ascolto è senza dubbio un’attività femminile, che invita, in modo alquanto naturale, alla confessione e ad un’attivazione liberatoria dell’immaginazione creatrice.

Gli esseri umani che nutrono un intenso stato di aspirazione spirituale, arrivano a vivere misteriosamente in un mondo intermedio, che è tangente a due realtà complementari: la realtà del Mondo visibile e quella del Mondo invisibile. L’impegno pieno di aspirazione su un sentiero spirituale ha come obiettivo la riconciliazione di questi due mondi nell’universo dell’essere, facendoli infine diventare mutualmente intercambiabili. Le loro rispettive realtà si mescolano e si sciolgono, in un dato momento, nella realtà dell’essere nella quale ottengono un senso unico.

Attraverso la sua stessa natura biologica, vitale e psichica, la donna vive in un mondo simile, tra il manifesto e il non manifesto, nel quadro del quale la percezione e la comprensione delle cose, dei fenomeni e degli esseri hanno un carattere, potrei dire, più estetico che morale. Voglio sottolineare che qui utilizzo la parola “ESTETICO” nel suo senso più vasto e, allo stesso tempo, più profondo: la parola greca: AISTHETIKOS esprime, di fatto, la facoltà ineffabile di essere penetrato, che ci fa sentire, in un modo intenso e profondo, l’unità armoniosa delle cose e degli esseri. Questa facoltà è, potremmo dire, preponderante e inerente alla femminilità. La Donna sente intuitivamente prima di sapere, l’uomo vuole sapere prima di sentire, la donna vive per comprendere, l’uomo deve comprendere per arrivare a sentire di vivere. Non dobbiamo altrettanto dimenticare che il termine “filosofia” è di genere femminile. Per coloro che guardano con grande attenzione la realtà circostante, è profondamente significativo il fatto che soprattutto il mondo della poesia e dell’arte sono così impregnati dalla presenza femminile. Quest’aspetto è valido anche se la maggior parte degli autori che hanno offerto all’umanità le più grandi opere appartengono al sesso maschile. Merita proprio porci la domanda se, per caso, attraverso di loro non si manifesti soprattutto l’aspetto femminile.

Oggi potrei dire che, grazie ad una misteriosa magnetizzazione interiore, la cui sottigliezza e ampiezza è cresciuta nel tempo, sono diventato gradualmente cosciente dell’importanza dello statoandroginale. Questo processo è stato accompagnato da una presa di coscienza, sempre più profonda, del femminile interiore. Attraverso il risveglio dello stato androginale, la sensibilità femminile che l’abilità maschile utilizza è poi manifestata in un modo ampio e plenario. La spiritualità, l’arte e la poesia sono, potremmo dire, una continuità della natura nell’essere umano. Il femminile non è soltanto simbolicamente legato alla natura. Più di questo, il femminile è il detentore (spesso insospettato) dei segreti della natura e, allo stesso tempo, l’altare che si trova all’aria aperta della sua essenza.

Essendo, allo stesso tempo, donatrice e nutritrice della Vita, la Donna si manifesta nel mondo, e in Oriente il femminino accompagna gli aspiranti lungo il loro itinerario spirituale, soprattutto tramite il sistema TANTRA YOGA. Il raggiungimento dello stato androginale glorioso è una fusione alchemica del maschile e del femminile, che fa apparire una terza entità misteriosa, della quale possono gioire solo coloro che hanno raggiunto questo stato straordinario.

In seguito, vorrei insistere su ciò che è definito attraverso l’espressione NATURA NATURANTE (ossia LA NATURA CHE CREA) del femminile, perché non dobbiamo mai perdere di vista che attraverso l’intermediazione del femminile, lo Spirito o, altrimenti detto, l’invisibile, ottiene una sostanza che l’esperienza lo rende poi riconoscibile. Guardata da questo punto di vista, la natura del maschile ci appare conformemente ad un’altra espressione come: NATURA NATURATA (ossia L’INSIEME DELLE COSE E DEGLI ESSERI CREATI.) Ciò grazie ad un transito biologico e psichico nella matrice del femminile. In seguito, solo attraverso una certa forma di passaggio iniziatico, retroattivo, nellacoscienza matriciale del femminile, l’uomo potrà accedere alla condizione di una cosiddetta NATURA NATURANTE (LA NATURA CHE CREA), che è, in un certo senso, compatibile con la natura del mondo in cui egli vive. Allorquando è guardato da un certo punto di vista, il ritorno vitale, psichico, mentale e spirituale dell’uomo IN UTERO (nell’utero della donna) cerca, di fatto, di invertire, in un certo senso, questa trasformazione misteriosa e a riunificare, nel suo essere, i due aspetti polarmente opposti, complementari, della natura. Si potrebbe dire che, attraverso questo film SUI GENERIS, proiettato al contrario (o, in altre parole, dalla fine all’inizio), viene così realizzata e si prende coscienza profondamente, nell’essere dell’uomo, di una seconda nascita spirituale, misteriosa. Questo modo misterioso di procedere, che è noto agli iniziati, è il riassunto della via iniziatica preconizzata dalla metodologia segreta tantrica. Se ci riferiamo all’esempio affascinante dell’India, si può dire che l’India è inconcepibile senza l’evidenza dell’onnipresenza del femminile, che è rivelata attraverso l’intermediazione del concetto di SHAKTI. La religione millenaria dell’India è l’unica nella quale gli dèi vivono eternamente in coppia, in quanto le loro amate sono spesso delle modalità d’accesso, delle quali si deve tener conto allorquando si cerca la loro adorazione e fusione profonda ed intensa con loro. Per quel che riguarda gli esempi umani è necessario ricordare la famosa coppia spirituale: Sarada Devi e Ramakrishna. Questo concetto millenario della saggezza afferma l’interdipendenza misteriosa dei due principi, rispettivamente il maschile ed il femminile, e sostiene la loro non differenziazione in seno all’essere.

Nel caso in cui l’essere umano raggiunge lo stato androginale glorioso, la non differenziazione che arriva con il risveglio armonioso del maschile e del femminile nel suo universo interiore è evidente. D’altra parte, in opposizione alla concezione occidentale, il femminile, o SHAKTI nella tradizione indiana è attivo, mentre il maschile o SHIVA è passivo. Con ciò, la nozione di attività deve essere qui compresa nel senso di un’interiorità assoluta. SHAKTI (energia femminile) agisce permanentemente sull’universo interiore o, in altre parole, sul macrocosmo dell’essere incarnato, nello stesso modo in cui essa (SHAKTI) agisce attraverso i fenomeni della natura e non al di sopra. Attraverso questa riattivazione tale azione misteriosa, che è totalmente interiore, ha molteplici effetti sul mondo esterno. Questi effetti misteriosi sono strettamente legati al livello di coscienza dell’essere umano in cui agisce. SHAKTI (energia femminile) è, di conseguenza, la NATURA NATURANTE (LA NATURA CHE CREA) del Dio di cui è l’amata per l’eternità. Proprio come nel caso delle dieci Grandi Forze Cosmiche, il ruolo misterioso di SHAKTI consiste nel far divenire quanto più “NATURALI” i fedeli, gli adoratori e gli aspiranti, affinché possano realizzare nel loro universo interiore la natura intimamente unita ed estatica della coppia amorosa che formano. Poiché in questo modo “il cerchio si chiude”, essi arrivano, a loro volta, a conoscere l’esperienza dello stato di non dualità e si ritrovano poi unificati nel loro essere. Ripetendo e approfondendo questo stato iniziatico arrivano gradualmente, in questo modo, allo stato androginale glorioso. L’affascinante natura di SHAKTI (energia femminile) è circondata da un grande mistero, cui si aggiunge il mistero ultimo, spirituale, trascendentale dell’amato (o il DIO, come ad esempio SHIVA), riguardo al quale solo essa detiene o mantiene tutti i segreti.

SHIVA, VISHNU o KRISHNA vivono, ognuno singolarmente, in un mondo misterioso che non può essere definito e che, allo stesso tempo, è inaccessibile. Nonostante ciò, grazie alla presenza, alla persistenza e all’attività affascinante e misteriosa di PARVATI, l’amata di SHIVA, o delle dieci Grandi Forze Cosmiche, la natura dell’essere umano che aspira a raggiungere lo stato di liberazione spirituale si risveglia, si apre e fiorisce divenendo gradualmente capace di ricevere nel suo universo interiore l’esperienza estatica, illuminante della realtà ultima. Conoscendo ciò è necessario porci alcune domande: “Qual è, in realtà, il ruolo del mistero femminino che, il più delle volte, non può essere compreso? Qual è stato, in realtà, il ruolo del mistero femminino, nel caso in cui un gran numero di adepti di alcune vie spirituali, che erano furibondi e accaniti, sono fuggiti da esso come da una calamità? Qual è stato, in realtà, il ruolo del mistero femminino, che i cantastorie hanno cantato ed esaltato come manifestazione misteriosa dello Spirito Santo? Qual è stato, in realtà, il ruolo del mistero femminino, che i grandi poeti hanno venerato soprattutto per la loro nostalgia del momento dell’inizio? Qual è stato, in realtà, il ruolo del mistero femminino, che i grandi saggi e chiaroveggenti dei VEDA hanno paragonato all’alba, all’immensità del cielo stellato, alle brillantezze paradisiache, alle bellezze celesti e allo stato di purezza ideale, che né gli dei né gli uomini conoscono nella sua essenza? Cos’è, in realtà, questo femminino onnipresente e assordante, che gli yogi tantrici adorano e allo stesso tempo invocano, desiderando di essere interamente aspirati, ispirati e trasformati dal suo mistero, e che una gigantesca tradizione come quella dell’India ha fatto nascere in molteplici ipostasi incantevoli dell’evoluzione? Cos’è questo femminino affascinante e misterioso, che non chiede altro se non di risvegliarsi e fiorire, così come deve, in ognuno di noi.

Simbolicamente parlando, questo femminino affascinante e misterioso è un vaso vergine ma, allo stesso tempo, accogliente, benevolo e amichevole. Ogni goccia che cade in esso lo fa entrare nel misterioso stato di risonanza occulta, tutte le parti che lo compongono si manifestano come se anche ogni goccia che esiste fosse intimamente unita ad un gigantesco oceano e, allo stesso tempo, essa stessa è un oceano. Queste sue caratteristiche ci rivelano il mistero della strutturazione olografica dell’intera manifestazione, in cui la Parte è nel Tutto e il Tutto è nella Parte. Nel suo caso tutto accade come se fosse lo stesso unico oceano, che cade e si manifesta attraverso ogni goccia. Questo femminino affascinante e misterioso presenta, allo stesso tempo, una capacità specifica di far apparire in ciò che vuole lo Spirito. Questo femminino affascinante e misterioso è l’accettazione che fa nascere la luce dello Spirito nella sostanza dolorosa del Mondo. Questo femminino affascinante e misterioso nutre tutto, senza sosta e senza aspettare niente in cambio, con la quintessenza della vita. Questo femminino affascinante e misterioso è quello che conferisce trascendenza alla sua immanenza. Questo femminino affascinante e misterioso è l’esperienza interiore e misteriosa dell’essere. Attraverso il femminino affascinante e misterioso SHIVA manifesta la sua volontà, e grazie ad esso (femminino affascinante e misterioso) Egli non è SHAVA. Parlare del femminino interiore è quasi un pleonasmo, poiché, per definizione biologica, il femminile è qualcosa di interiore e misterioso. Inabissare il corpo e l’anima nel nostro universo interiore non significa, allo stesso tempo, che ci incontriamo con la nostra femminilità? Non è forse questo il motivo per cui la grande maggioranza degli uomini, cosiddetti macho (gli uomini macho sono quelli che danno prova di machismo. Il machismo è un’ideologia e, allo stesso tempo, un comportamento, che si basa sulla falsa idea che l’uomo deve dominare, sotto tutti i punti di vista, compreso quello sociale, la donna, e che deve imporre, su tutto e su tutti i presupposti, le virtù virili), si ostinano con testardaggine a rimanere sulla superficie del loro essere, compiacendosi in un penoso stato di superficialità, di paura di perdere, in qualche modo, la loro identità maschile presa in prestito? Questa tendenza comico-fallimentare persiste ancora, purtroppo, in alcuni uomini ignoranti.

Quando ci impegniamo, pieni di aspirazione e perseveranza, su un’autentica via spirituale, la nostra vita spirituale è una perpetua trasformazione. La sua sinuosa traiettoria avanza indefinitamente, giorno dopo giorno, verso una spiritualizzazione, sempre più intensa e permeante, di tutti gli aspetti della nostra esistenza. La guida spirituale, soprattutto per coloro che ne hanno conosciuta una “in carne ed ossa”, deve trasformarsi in una guida spirituale interiore. Questa metamorfosi si produce proprio come un lento processo di scioglimento a catena, dipendente dalla profondità della nostra trasformazione interiore. Nel corso di questo processo, l’apporto spirituale della guida esteriore si dissolve nel misterioso e sostanziale centro della coscienza, facendo apparire in questo modo una fonte nutritrice, da cui nasce un “corpo della verità” SUI GENERIS, che invaderà, a poco a poco, l’intero essere. Questa è un’importante fase della nostra trasformazione interiore. La guida interiore è quella presenza ineffabile che testimonia l’autenticità che abbiamo raggiunto attraverso gli insegnamenti della guida spirituale esteriore. In questa tappa possiamo osservare in che modo agisce la presenza femminile, comportandosi spesso proprio come uno specchio della guida spirituale interiore, che stimola e mette alla prova, chiedendole ininterrottamente di apparire quanto più spesso in superficie, per far espandere questo “corpo della verità” oltre i limiti esistenziali. In questo modo diventerà una guida spirituale interiore, che reagisce con facilità.

L’assenza della trasfigurazione e la desacralizzazione quasi completa della vita che ci impone il mondo moderno, hanno fatto dimenticare all’uomo che esistono le MUSE e che queste sono sempre in mezzo a noi. Se la guida spirituale è un modello di saggezza, la MUSA è un affascinante modello di bellezza e grazia, al quale aspira l’anima. La sua funzione consiste nel condurre l’anima verso il LOGOS, attraverso il canale dell’eros trasfigurante, perfettamente controllato, da coloro che fanno un corretto uso della continenza amorosa. Non dobbiamo mai dimenticare che l’amore con continenza e trasfigurazione è, in realtà, l’ascesi del piacere in cui i due amati considerano l’amore come un mezzo e non come uno scopo in sé. L’ascetismo puro e duro, che il più delle volte è privo di poesia e di estetica, reprime di solito questo processo perfettamente naturale, respingendo ogni intervento della MUSA che catalizza misteriosamente l’esperienza della beatitudine.

Gli uomini che frequentano i corsi di questa scuola spirituale potrebbero orientarsi a scoprire la MUSA in una delle dieci Grandi Forze Cosmiche che, senza dubbio, si manifesta attraverso la donna amata. Che lo sappia o meno, ogni donna manifesta nel suo universo interiore, in un determinato modo, la preponderanza di uno stato misterioso di risonanza con l’archetipo delle dieci Grandi Forze Cosmiche. Avvicinandosi, pieno di adorazione e trasfigurazione, verso l’essere amato, l’uomo può scoprire nella donna amata l’archetipo di una delle dieci grandi Forze Cosmiche, con cui essa risuona preponderantemente. Scoprendo qual è l’archetipo della sua amata, l’uomo potrà poi contemplare, quasi ogni volta, nella donna che ama, la MUSA che lo ispira e lo aiuta a trasformarsi da tutti i punti di vista. Attraverso queste rivelazioni, l’uomo apprezzerà per il suo giusto valore l’aiuto che gli può offrire l’eterno femminino, e questo processo accelererà, tra l’altro, il risveglio e lo sbocciare, nel suo universo interiore, dello stato androginale.

Per ciò che riguarda sia l’astinenza, sia l’ascetismo, dobbiamo tener presente che questi possono a volte diventare, tra le altre cose, delle nevrosi. Una spiritualità che deve condurre alla riconciliazione degli opposti complementari, e persino dei contrari, deve partire dalla coniugazione armoniosa e metodica dell’ascetismo e dell’erotismo. Una simile alternativa è l’amore trasfigurante, che si basa sull’amore reciproco, sulla piena continenza sessuale. Se noi siamo tutti nati da una coppia dobbiamo pensare che anche gli esercizi spirituali, tanto quelli più entusiasmanti o appassionanti, quanto quelli più pericolosi, possono essere vissuti in seno ad una vita di coppia laddove tutte le maschere e gli ultimi sotterfugi dell’ego cadono letteralmente. Merita ricordare che, nel caso dell’essere umano che vive un grande amore e riesce ad amare senza misura, l’ego è facilmente trasceso. Proprio per questo, i grandi saggi hanno detto che quando entra veramente l’amore, l’ego esce, e quando ritorna l’ego e ci rapisce, l’amore esce da noi. Molti tra di noi possono imparare dall’esterno, per anni, un determinato ruolo, senza capire tuttavia il senso che lo accompagna. Proprio per questo, in alcune situazioni, la nostra cosiddetta vita “spirituale” può non essere altro che un volgare plagio di un insegnamento spirituale sublime. La costante presenza nella nostra vita di una donna che amiamo, può divenire l’interlocutore infallibile che ci obbliga ad uscire dal ruolo per entrare nell’attualizzazione. Ispiratrice e, allo stesso tempo, rivelatrice, la donna amata può reagire esattamente come una cassa di risonanza, che vibra agli eco della guida spirituale. La presenza femminile dell’amata, che all’inizio era per noi insondabile e misteriosa, diverrà a poco a poco una realtà che sveglierà in noi lo stato androginale, aiutandoci così a trasformare noi stessi tanto dentro quanto fuori. Attraverso la donna amata, la nostra intera spiritualizzazione si incarnerà ed attualizzerà. La donna amata ci aiuterà a riscoprire e a realizzare sotto nuove angolazioni, più appropriate alla semplicità del reale, tutto quello che credevamo di aver integrato. L’esigenza del suo amore sarà per ogni uomo il più purificatore filtro magico. Attraverso l’amore che li lega e li fa diventare uno, i due amati si scopriranno ognuno con l’aiuto dell’altro. In questo modo, l’uomo scoprirà che essa (la donna) aspira con ardore, e che egli ne comprenda la profondità dell’anima, inoltre constaterà che la sua anima inizia già a portare una misteriosa luce nella notte segreta del suo universo interiore. Con la sua libertà misteriosa e innata, che caratterizza la sua condizione di donna, e attraverso il suo donarsi è, allo stesso tempo, per l’uomo, una “mamma” SUI GENERIS che lo “nutre”, lo aiuta a “nascere”, e lo aiuterà ogni giorno a riconoscere il mondo come una misteriosa continuità indissociabile dello Spirito.

Grazie alla trasparenza e alla sua verità, che si rivela a noi attraverso tutto ciò che essa è, l’uomo a un certo punto intuirà e arriverà, in seguito, a conoscere la REALTA’ SBALORDITIVA E INCANTEVOLE CHE ESISTE DIETRO QUESTO MONDO. APPROFONDENDO POI QUESTA CONOSCENZA L’UOMO SCOPRIRA’ CHE AL DI LA’ DI TUTTO CIO’ ESISTE DIO PADRE, CHE NELL’ETERNITA’ VEGLIA E ABBRACCIA TUTTO.

(Prof. Yoga Gregorian Bivolaru)