La notte più lunga dell’anno è la notte del Solstizio d’inverno. Viene celebrato misteriosamente e magicamente da tutti gli spiriti della Natura e soprattutto dagli gnomi, gli spiriti associati a Prithivi Tattva (l’elemento sottile Terra). Gli gnomi sono coloro che si prendono cura dei semi profondamente sepolti, preparandoli alla primavera, che si prendono cura degli animali, delle foreste e delle pianure e che custodiscono i tesori di ogni genere.

Il primo tesoro del momento è il Sole, nella speciale condizione del solstizio d’inverno, quando raggiunge la sua massima distanza sotto l’equatore celeste e quando entra anche nel segno zodiacale del Capricorno. Il suo ingresso in questo Segno amplifica gradualmente e poi stabilizza in noi la risonanza con le qualità specifiche di questo Segno, espressione dell’Elemento Terra, considerato “la porta degli dei”, perché gli dei entrano “vecchi” e ne escono “giovani”. Si tratta, ovviamente, della metafora che simboleggia il cambiamento degli anni perché, nell’antichità, gli anni non cambiavano secondo le date del calendario, ma secondo le date astronomiche, correlate al percorso del Sole nel cielo, e la notte del solstizio d’inverno veniva celebrata come il Capodanno.

Questa “porta degli dei” si riferisce anche alla Natura. La morte apparente della Natura corrisponde, infatti, alla pienezza spirituale: è il momento iniziale, perché il seme sepolto nel terreno cresca da solo, affinché possa portare buoni frutti più tardi, in estate; è il momento favorevole all’introspezione profonda, che assicura un pieno controllo di sé, all’esercizio sistematico e paziente della volontà, per acquisire un pieno controllo sugli istinti e sulle sensibilità morbose. Come il seme, rinasciamo interiormente con il Sole che, raggiunto il punto più meridionale del suo percorso celeste, comincia a risalire nello Zodiaco, fino a raggiungere il suo punto più alto, al Solstizio d’Estate.

Possiamo così comprendere più facilmente i miti solari, così come la nascita del Salvatore intorno a questo momento astronomico, nonché il sincretismo tra le credenze della tradizione dei Daci e il cristianesimo.

Dal solstizio d’inverno comincia ad aumentare la predominanza energetica della polarità maschile, emissiva, yang, che raggiungerà il suo momento massimo al solstizio d’estate. Questa predominanza amplifica nell’essere umano il dinamismo, lo spirito di iniziativa, di decisione e di azione, il carattere maturo, generoso, protettivo e forte di protagonismo.
Tutto quello che inizieremo nei prossimi tre mesi, fino al momento occulto dello hiatus dei 7/7, corrispondente all’equinozio di primavera, avrà fasi ben definite, sarà integrato nell’ordine chiaro delle azioni maturate e verrà portato direttamente a “bersaglio” in modo armonioso, piacevole, elevato.


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