Espressione per eccellenza della Grazia Divina

In sintesi, Tara è una delle Dieci Grandi Forze Cosmiche o Mahavidya della tradizione tantrica, che manifesta l’energia divina della Compassione e della Grazia di Dio, che aiuta nel risvegliarci dal sonno dell’ignoranza e ci guida nell’attraversare le fasi cruciali della vita. Ci insegna inoltre a vivere con molta amorevolezza, senza però cedere a compromessi. E’ colei che dona l’arte oratoria e l’eloquenza, sostenendo coloro che trasmettono gli insegnamenti spirituali autentici.

Vediamone in dettaglio alcuni aspetti, grazie allo studio realizzato da Verona Muntean e Dan Bozaru.

Nel pantheon tantrico indù, Tara è la seconda Grande Forza Cosmica (mahavidya) ed è anche la divinità più importante venerata nel buddismo tantrico tibetano (il sentiero vajrayana). Tuttavia, i riferimenti più frequenti e complessi a questa Grande Forza Cosmica (Tara) si trovano nella tradizione buddista tibetana, dove è anche conosciuta come Tarini. In questa tradizione, le molte forme della dea sono presentate come tanti diversi aspetti o funzioni di Tara, a significare elementi particolari di questa altissima espressione della Coscienza Divina nella Manifestazione.

L’invocazione e l’adorazione (puja) di Tara è intimamente correlata nella tradizione tibetana con le cinque “Famiglie” di energie divine creatrici dei Dhyani Buddha. In queste condizioni, è molto difficile fare un’omologazione precisa tra le divinità che sono associate alle caratteristiche principali di Tara e la Grande Forza Cosmica che si presenta nella tradizione tantrica indù.

 
Ipostasi e attributi della Grande Forza Cosmica Tara

In generale, le forme rappresentative della dea Tara sono rese nei vari testi della spiritualità indù e tibetana più o meno negli stessi termini, le differenze sono principalmente negli oggetti che la dea tiene nelle sue mani. Il testo del Sadhanamala Tantra descrive una lunga serie di tali “dee Tara” che emanano dalla gigantesca sfera di coscienza del grande Dhyani Buddha (o jina) Amoghasiddhi.

Alcuni testi della spiritualità tibetana (come, ad esempio, lo Shaktisangama Tantra) incarnano le peculiarità delle Grandi Forze Cosmiche Kali, Tara, Tripura Sundari e Chinnamasta nella manifestazione di un’unica grande dea. Inoltre, spesso incontriamo nella stessa tradizione del buddismo tantrico tibetano l’equivalenza di Tara con Kali (in termini di funzioni cosmiche, caratteristiche e peculiarità di queste divinità).

Nei testi buddisti, la prima e più importante del gruppo di divinità emanate da Akshobya è Mahachinna Tara, che è anche conosciuta come Ugra Tara (che significa Tara nel suo aspetto terribile, come è raffigurata nella tradizione tantrica indù).

Un’altra forma di Tara è Ekajata Tara, che si dice sia stata rivelata in India dal grande saggio e liberato Nagarjuna, dopo aver portato la sua forma di adorazione dal Tibet. A questo proposito, tuttavia, ci sono attualmente alcune domande sull’origine di questa forma di espressione di Tara, poiché Nagarjuna visse nel I-II secolo d.C., e il buddismo tantrico tibetano iniziò ad emergere solo nel VII secolo d.C

La terza forma principale di Tara è indicata come Nila Saraswati Tara (che è spesso equiparata a Ugra Tara). La tradizione vuole che questa espressione o forma di Tara abbia le sue origini nel lago Chola, che si trova vicino alla montagna sacra di Meru. Così, mentre Nila Saraswati praticava certe forme di tapas (o austerità) sulle rive di questo lago, la sua energia pura “cadeva” nell’acqua e da allora ha dato il colore blu al corpo della dea. Precisiamo qui, che sebbene il pantheon del buddismo tantrico tibetano menzioni vari aspetti della dea Tara, lei non è considerata una delle dieci grandi forze cosmiche della tradizione tantrica indù.

Tuttavia, possiamo notare l’esistenza di un gruppo di divinità femminili, che sono in qualche modo simili nella forma alla Grande Forza Cosmica Tara, manifestando vari poteri paranormali e offrendo doni spirituali e persino materiali (nel senso di facilitare la prosperità materiale) ai fedeli e sinceri adoratori. Una delle caratteristiche principali di queste divinità è che sono spesso raffigurate mentre cavalcano un certo animale ed essendo circondate da una moltitudine di entità angeliche che le accompagnano ovunque, servendole con devozione in stretto accordo con il posto gerarchico che queste divinità occupano in questa processione.

Poiché uno dei suoi doveri cosmici è quello di salvarci o liberarci dai vari guai o difficoltà che affrontiamo nella vita (quando glielo chiediamo con fervore e sincerità), Tara assomiglia in una certa misura alla dea Durga (che è una delle manifestazioni della Grande Forza Cosmica Kali). Questo è il motivo per cui a volte è chiamata Durga-Tara. Ma mentre Durga significa il potere di rimuovere e distruggere qualsiasi ostacolo, difficoltà o forza negativa che ci attacca, Tara è il potere che ci fa sublimare questi aspetti quasi istantaneamente e quindi a superarli con successo. In altre parole, Tara è il potere stesso che ci fa trascendere tutti gli aspetti inferiori e ignobili della nostra vita. Da questa prospettiva, la dea non solo ci salva da un pericolo imminente, ma ci dà anche l’opportunità di accedere rapidamente a livelli sempre più elevati di conoscenza spirituale.

Poiché l’ultimo e più difficile ostacolo che dobbiamo superare è la nostra mente, Tara ci aiuta a superare facilmente i pensieri turbolenti e le onde agitate che nascono nella nostra mente attimo dopo attimo. Questa azione puramente spirituale della dea è facile da capire se notiamo che la mente (insieme a tutte le funzioni sottili e le energie che manifesta) non è altro che una parte o un frammento del Logos Divino Supremo. In effetti, Tara è l’energia stessa, gigantesca ed estremamente sottile, del suono non manifestato che trascende la Manifestazione.

D’altra parte, la Creazione o Manifestazione stessa non è altro che una modulazione su una frequenza infinita di vibrazioni dell’energia infinita del Logos (o Verbo) Primordiale di Dio. Pertanto, da questa prospettiva, Tara può anche essere vista come un vero creatore e allo stesso tempo distruttore dell’intera Creazione, quando queste azioni (di emanazione e distruzione o riassorbimento) sono considerate dalla prospettiva delle energie fonematiche del Logos Divino. In questo modo, Tara “contiene” in sé tutti i mantra che esistono. Ad esempio, per poter utilizzare e assimilare correttamente il profondo significato spirituale di un mantra che sintetizza un altissimo aspetto macrocosmico e per potersi identificare pienamente con l’energia sottile e beatifica di quel mantra, la grazia della Grande Forza Cosmica Tara è indispensabile e va invocata con grande devozione e aspirazione.

Anche per grazia della dea si acquista la sublime ispirazione poetica o il talento oratorio. La tradizione tantrica afferma che chi è completamente devoto alla grande dea non può mai essere sconfitto in dibattiti o argomenti di alcun tipo (soprattutto nel regno della spiritualità), e il suo talento letterario sarà sorprendente, superando di gran lunga le possibilità di espressione artistica. ad altri esseri umani.

Un altro aspetto importante per quanto riguarda l’azione della Grande Forza Cosmica Tara nel microcosmo dell’essere umano è che lei rappresenta anche la forza purificatrice dei soffi sottili pranici che animano ogni essere umano vivente. Come il respiro sottile indifferenziato universale (prana), il suono sottile (shabda) si manifesta nell’onnipresente etere (akasha).

Pertanto, Tara ci aiuta attraverso l’energia della conoscenza (jnana shakti) ad attraversare le “acque oscure” del samsara, perché tutta la conoscenza non è altro che una continua aspirazione all’eternità e all’infinito della Realtà Suprema. Nella tradizione tantrica indù, la Grande Forza Cosmica Tara è il suono molto sottile che percepisce e allo stesso tempo rivela la Verità, perché il suono non è diverso dall’energia della conoscenza e della percezione. Pertanto, in alcuni testi di saggezza indù, Tara è adorata come la Grande Dea della Suprema Coscienza di Dio.

Così, nella sua immensa compassione per gli esseri umani limitati nel Creato, Tara favorisce la percezione e l’accumulo del nettare divino (soma) nel nostro stesso corpo, risuonando così soprattutto con gli aspetti esoterici, misteriosi e nascosti della conoscenza profana. Nella mitologia dei Purana (che sono testi dell’antica spiritualità indù), Tara è la moglie di Giove, ma ha anche una segreta relazione amorosa con la Luna. Pertanto, Tara ci viene rivelata come avente una duplice natura: da un lato, sostiene e rivela la conoscenza (Giove), e dall’altro, rivela la pura beatitudine spirituale (ananda) o l’estasi divina infinita (Luna). Dalla sua misteriosa storia d’amore con la Luna, Tara ha dato alla luce un figlio, Mercurio (un pianeta che determina la manifestazione di profonde risonanze con aspetti mentali pratici, intelligenza e capacità oratoria).

Nella tradizione tibetana, più grande di un dio o di una dea è un buddha, un essere che ha definitivamente trasceso il ciclo della vita e della morte. Quale illuminato, un buddha ha acquisito saggezza, compassione e abilità straordinarie. I Buddha integrano tutti gli aspetti e le possibilità dell’esistenza. Sono tutt’uno con tutto ciò che esiste. Possono manifestare corpi di luce e luminosità e possono emanare varie forme di corpi in questo mondo per aiutare gli esseri di questo mondo confuso e stimolante. Essendo Tara al di là di tutte queste condizioni, è chiamata la Madre di tutti i Buddha.

In Tibet, si crede che sia incarnata sia in ogni donna devota che nelle due mogli – la principessa cinese e la principessa nepalese – del primo re buddista del Tibet, Srong-brtsan-sgam-po – che sono identificate con le due forme principali di Tara: Tara Bianca e Tara Verde. Un terzo aspetto è Tara Rossa.

Tara Bianca (sanscrito: Sitatara; tibetano: Sgrol-dkar) si è incarnata come una principessa cinese. Simboleggia la purezza ed è spesso raffigurata seduta sul lato destro del marito, Avalokiteshvara, o seduta a gambe incrociate, con un fiore di loto aperto. Viene generalmente descritta come dotata di tre occhi. Tara Bianca, la Madre di tutti i Buddha, è colei che conferisce longevità e dà energia a coloro che la vedono, e possono quindi usare quell’energia per la loro pratica spirituale.

– Si ritiene che Tara Verde (sanscrito: Syamatara; tibetano: Sgrol-ljang) si sia incarnata nella principessa nepalese. Divenne Tara Verde quando discese nel mondo della manifestazione. Appare come una ragazza giovane e giocosa, mentre Tara Bianca è rappresentata come una donna matura e saggia. Tara Verde è la manifestazione più gentile e sincera di Tara. Ci guida nella nostra ascesa all’illuminazione. Tara appartiene alla famiglia Karma, simboleggiata dal suo colore verde ed è la saggia controparte del Buddha Trascendente Amogasiddhi. È raffigurata seduta su un fiore di loto con il piede sinistro posizionato sopra la coscia destra e la gamba destra protesa in avanti. La sua mano sinistra è posta davanti al cuore con il palmo rivolto verso l’esterno, il pollice della mano e l’anulare si toccano, e le altre tre dita sono puntate verso l’alto, realizzando così il mudra che offre protezione. La sua mano destra poggia sul ginocchio destro, realizzando il mudra della generosità.

Tara Rossa (Kurrukulla). Rappresenta l’energia appassionata. Il suo colore rosso dorato risveglia l’amore fisico e spirituale. Danza sopra il demone Rahu (ignoranza) distruggendolo. L’arco con le sue frecce trafigge tutte le difficoltà, la sua mano destra abbassata fa il gesto di stabilità, abayah mudra. La ghirlanda di teschi indica che è una forma tibetana di Kali, colei che trasforma la morte in vita. Offre salute e un’esistenza gioiosa a tutti i suoi adoratori.

 
Leggende

Le leggende e i miti delle diverse culture parlano di Colei che dona la vita, Colei che è piena di saggezza, la Grande Forza Cosmica della Compassione, la Luce Celeste. È conosciuta con vari nomi e rivelata in molti modi. Il suo culto continua oggi nelle scuole tradizionali asiatiche.

Ricoperta di mistero, rivelata in splendore, la Grande Divinità è stata adorata per millenni. Sculture scoperte in grotte preistoriche risalenti a 30.000 anni fa hanno dimostrato che Tara è stata venerata fin dai tempi antichi. La statua in bronzo originale datata del VII o VIII secolo d.C. è stata trovata nel nord-est di Lanka tra Trincomale e Batticaloa. L’altezza totale della statua è di 143,75 cm.

Molto tempo prima (è menzionato nel trattato tibetano Taranatha), in un universo chiamato Luce Divisa, c’era una principessa di nome Jñana-candra che era estremamente devota al Buddha. Ogni giorno portava offerte al Buddha Dundubhisvara (“Il suono del Tamburo”) e alla comunità del Sangha. Raggiungendo così un alto livello di coscienza Bodhicitta (tib. Byang-chub kyi sems), il cuore della mente illuminata appare attraverso una visione dell’assoluto e consiste nell’impulso interiore di seguire il Sentiero dell’Illuminazione e di lavorare, nella compassione, per la liberazione di tutti gli esseri dal Samsara. I discepoli le suggerirono di pregare perché si reincarnasse come uomo, così da progredire come Bodhisattva e infine diventare un Buddha (questo perché, come spesso troviamo nella letteratura buddista, per una donna sul sentiero spirituale di evolvere verso stati superiori) .di coscienza deve “diventare uomo”). Infine, la principessa Jñana-candra disse:

“Non c’è nessun uomo qui, nessuna donna qui,
Nessun ego, nessun individuo, nessuna coscienza.
Il nome “uomo” o “donna” non ha consistenza,
ma è fonte di confusione nella mente umana ordinaria”.
E lei fa il seguente patto:
“Ci sono molti esseri che vogliono l’illuminazione
nel corpo di un uomo, ma nessuno vuole
per aiutare gli esseri senzienti
essere nel corpo di una donna.
Quindi finché il samsara non sarà deserto,
aiuterò gli esseri senzienti
a rimanere nel corpo di una donna!”

Continuò a essere così devota alla missione di salvare gli esseri umani dall’ignoranza che Tathagata Dundubhisvara le diede il nome di Tara o Colei che fornisce la guida nel Grande Passaggio.

 
Il significato del nome

Quando ci riferiamo ai vari aspetti della nostra vita ed esistenza, la Grande Forza Cosmica Tara copre un’ampia gamma di attività che includono sia il piano del microcosmo umano sia, per omologazione, il piano dell’intero Macrocosmo. Così, Tara rappresenta nel piano divino della Creazione stessa la forza divina purificatrice del respiro che è un processo vitale per ogni essere vivente. 

Etimologicamente, la parola Tara significa “salvatrice” o “liberatrice” e deriva dalla radice sanscrita “tri“, che si riferisce all’attraversamento (sopra qualcosa), come ad esempio: attraversare un fiume, un mare, una montagna o superare qualsiasi altra difficoltà situazione. Pertanto, in chiave essoterica, possiamo dire che la grande dea Tara viene sempre invocata quando ci troviamo di fronte a situazioni pericolose, a volte anche al limite o quando dobbiamo decidere a favore di una delle tante possibilità che abbiamo a disposizione: ad esempio, quando siamo ad un bivio e non siamo sicuri della direzione da prendere, o quando dobbiamo decidere una destinazione tra più opzioni, ecc.

D’altra parte, da un punto di vista esoterico (cioè, da un punto di vista iniziatico, occulto) Tara è la conoscenza che salva. Pertanto, il significato profondo della dea nel suo aspetto di Salvatrice è che essa conferisce ai discepoli meritevoli la saggezza divina sconfinata, che li libera dalle catene della sofferenza del samsara (cioè dalla catena di successive incarnazioni nella Manifestazione).

Un altro significato della parola Tara è anche quello di “stella”, nel senso che questa Grande Forza Cosmica è come una stella luminosa della nostra frenetica aspirazione a Dio, colei che ci ispira e ci guida nel complesso cammino di perfezione spirituale.

 
Il suono primordiale

In quanto potere perfetto del suono sottile (shabda shakti), Tara corrisponde a Kali che rappresenta il potere del tempo e della trasformazione. C’è una stretta interdipendenza tra parola (logos) e tempo (trasformazione). In effetti, possiamo intuitivamente capire che il logos è come una coscienza del tempo, e il tempo non è altro che una sorta di “movimento” della Parola. In sostanza, il Logos Divino (che è una vibrazione creativa infinita ed estatica) non è altro che il fondamento dell’apparenza e manifestazione differenziata dell’energia sottile del tempo.

Un altro aspetto importante per quanto riguarda l’azione della Grande Forza Cosmica Tara nel microcosmo dell’essere umano è che la dea rappresenta anche la forza purificatrice dei sottili soffi pranici che animano ogni essere umano vivente. Come il respiro sottile indifferenziato universale (prana), il suono sottile (shabda) si manifesta nell’onnipresente etere (akasha).

Naturalmente, in questo caso l’etere non è la nozione in fisica che si riferisce solo a un semplice mezzo di propagazione (come l’etere cosmico, per esempio), ma è molto di più, perché ha una natura luminosa sottile ed è lo spazio infinito della coscienza, da cui tutte le cose, gli esseri e i fenomeni nella Manifestazione appaiono e poi si riassorbono. Quanto ai respiri pranici, possiamo dire che il respiro di ogni essere umano è il “suono primordiale della vita”, perché è come un canto ineffabile e continuo che sostiene l’elemento vitale in quell’essere.

La tradizione spirituale dell’India ha identificato da tempo immemorabile questo suono sottile del respiro umano come il famoso mantra SO-HAM, che viene emesso spontaneamente, continuamente e in modo sottile (cioè senza essere esplicito nella verbalizzazione discorsiva).

Sia la mente che il prana, attraverso le loro particolari forme di espressione, che sono rispettivamente la parola e la vibrazione energetica, hanno la loro fonte nel sottile suono macrocosmico (shabda), che è essenzialmente reso attraverso i mantra. Ora saremo in grado di comprendere meglio il significato straordinariamente importante dell’uso dei mantra nella sadhana quotidiana (pratica spirituale), poiché i mantra purificano, energizzano ed elevano al massimo grado la mente e l’intero essere dell’aspirante, fino alla liberazione spirituale. In questo processo di evoluzione e perfezionamento dei suoi vari aspetti psico-mentali, l’aspirante, fermo e perseverante nella sua formazione spirituale, invoca Tara piena di amore e devozione, colei che lo guida con grande compassione e che infine gli offre la Grazia liberatrice della Trascendenza divina.

Come è noto, il suono (nella sua forma grossolana o sottile) è praticamente una manifestazione complessa del suo prana sottile, cioè della forza sottile e universale della vita. Da questa prospettiva, possiamo dire che il respiro è infatti il ​​primo suono della vita, che sospinge, sostiene e nutre in seguito tutte le attività e i modi di manifestazione dell’individuo. Pertanto, la profonda relazione che si stabilisce tra suono, parola, prana e mente è un risultato diretto dell’azione di Tara nella Manifestazione.

Troviamo questa azione molto complessa anche nella conoscenza che deriva dai diversi significati delle parole, del suono. Sappiamo che suoni diversi, quando combinati, rappresentano il “veicolo” attraverso il quale si manifestano le idee e i nostri pensieri. Sappiamo anche che il suono divino primordiale (che la tradizione della spiritualità indù chiama pranava) è il substrato o fondamento che rende possibile l’apparizione e la manifestazione di tutti questi suoni, così come i sensi e i significati coinvolti nelle loro combinazioni. Ma gli innumerevoli significati che esistono sono destinati solo a reintegrarci, come singole gocce divine, nell’oceano infinito della Coscienza Suprema, che è Dio Padre.

 
Il culto di Tara nelle diverse tradizioni

Terra, Tar, IshTar, Tarahumara sono tanti nomi della Grande Dea Tara quanti si trovano nelle diverse tradizioni delle culture del mondo. Le sue molteplici rappresentazioni si trovano in tutto il mondo, fin dai tempi antichi. Uno dei modi per adorare la Grande Forza Cosmica Tara è invocare la Grazia Divina per salvare e liberare tutti gli esseri dalla Manifestazione, cioè implorare Tara di riversare la sua infinita compassione nel cuore di ogni essere della Creazione di Dio . 

Tara è venerata da tempo immemorabile, in diverse culture del mondo. Era venerata dai latini come la Dea della Terra, Madre Terra. I Druidi chiamavano la dea madre Tara. Il suo nome ha le sue radici nella parola Tor, che significa “l’ascesa della terra” o “un’area carica di energia spirituale” o “la connessione con il mondo degli spiriti”. I primi riferimenti alla dea Tara sono stati trovati nell’antica epopea della Finlandia 5 milioni di anni fa. Nelle epopee si parla di Tar, la donna della saggezza. Un’antica tribù di popoli indigeni nelle giungle del Sud America chiamava la loro divinità Tarahumara.

La dea Tara è anche associata a Kuan Yin, la grande dea cinese della compassione. Kuan Yin è quell’aspetto della divinità che si offre di aiutare gli aspiranti in un percorso spirituale che si stanno confrontando con delle difficoltà, guidandoli piena di amore, con immensa compassione. Apre i cuori, risveglia l’umiltà, l’amore puro, porta armonia, profonda conoscenza e illuminazione. In Kuan Yin riconosciamo la compassione divina, che si manifesta con una grazia infinita, piena di bellezza e saggezza.

Il popolo Cheyenne parla della Donna Stella che è scesa dal Cielo sulla Terra. Attorno a lei le piante necessarie per il cibo iniziarono a crescere. Convinse il suo popolo ad accoppiarsi con gli esseri primitivi che vivevano sulla terra, dando loro così il dono della saggezza. Questa leggenda si ripete, essendo presente negli scritti di Zacharia Sitchin, in cui si parla dell’antica dea egizia IshTar che, secondo la leggenda, venne sulla terra da un altro sistema planetario e guidò il suo popolo ad accoppiarsi con gli abitanti della Terra, rendendoli così in grado di compiere molte azioni in modo intelligente.

Tara è l’archetipo della divinità femminile nella mitologia indù, il cui nome significa “Stella” – conosciuta nell’induismo indiano come la Madre Creatrice. Nelle antiche scritture indù, è descritta come uno degli otto aspetti principali del Principio Femminile Divino, una manifestazione amorevole rispetto alla più inquietante Kali.

Tara, in tibetano Sgrol-ma, la dea buddista della salvezza in molte forme, è popolare anche in Nepal, Tibet e Mongolia.
Viene talvolta descritta con gli occhi nelle piante dei piedi e nei palmi delle mani. Per questo motivo è chiamata Tara dai Sette Occhi, una forma di divinità mongola tradizionale.

Adottata dall’induismo, a partire dal III secolo a.C., Tara appare nel buddismo, nel jainismo e in particolare nel lamaismo tibetano, con una moltitudine di manifestazioni: Dea dell’ascetismo e del misticismo, Madre creatrice, La protettrice degli esseri umani che attraversano il mare (oceano) della vita.

Nelle leggende tibetane, si parla della dea Tara come la controparte femminile del Bodhisattva Avalokitesvara. La leggenda narra che apparve in lacrime da Avalokiteshvara, che cadde a terra e formò un lago. Sulla superficie dell’acqua sorse un loto che, aprendosi, rivelò la dea. Come Avalokiteshvara, è compassionevole, aiuta gli esseri che “attraversano il mare verso un’altra sponda”. Fornisce guida e protezione sia nei viaggi marittimi che terrestri e nei viaggi spirituali verso l’Illuminazione.

Tara è anche conosciuta dai tibetani come la Dea Devota, colei che fornisce la piena protezione. Nel sistema di pratiche mentali offerto dai grandi maestri della saggezza tibetana, Tara è l’archetipo della nostra saggezza. Essi parlano della trasformazione della coscienza, di un viaggio verso la libertà. Insegnano modi semplici e diretti affinché ogni persona possa scoprire dentro di sé la saggezza, la compassione e la gloria attribuite a Tara.

 
Modi pratici di adorazione

Dal punto di vista della sadhana o della pratica spirituale di identificazione con la gigantesca sfera di forza e influenza della Grande Forza Cosmica Tara, il modo più efficace è praticare laya yoga con il mantra risonante specifico di questa grande manifestazione di Dio.

Un altra modalità molto efficace è quella della meditazione profonda, avente come oggetto l’invocazione della Grazia Divina per salvare e liberare tutti gli esseri dalla Manifestazione, cioè l’implorazione della Grande Forza Cosmica Tara nel riversare la sua infinita compassione nel cuore di ogni essere della Creazione di Dio.

Un altro modo di adorare Tara è porsi, mentalmente, nel misterioso intervallo (hiatus) di silenzio tra due suoni consecutivi, per risuonare pienamente con il suono primordiale non manifesto (che è pranava) e ottenere l’identificazione con la Sfera della Coscienza Beatifica della Grande Forza Cosmica Tara.

Tutte queste pratiche sono vie sicure ed efficaci per raggiungere nel più breve tempo possibile (in piena conformità con i nostri sforzi) la suprema liberazione spirituale (moksha).

 
La rappresentazione simbolica tradizionale della Grande Forza Cosmica Tara

Tara è generalmente raffigurata seduta su un trono di fiori di loto con il piede destro abbassato, con indosso gli ornamenti dei bodhisattva e con in mano un fior di loto blu scuro (utpala). È raffigurata con tre o sette occhi, che fa varie facce con le quattro mani o tiene vari oggetti.

Nel pantheon tantrico buddista, Tara è spesso identificata con la Grande Forza Cosmica Kali. Le descrizioni della forma della dea la ritraggono giovane, piena di forza nel suo aspetto terribile, relativamente bassa di statura e con grandi fianchi. Indossa una ghirlanda di teschi umani intorno al collo e la sua lingua sporge molto distanziata. In entrambe le mani destre tiene una spada e un coltello, e in entrambe le mani sinistre ha un teschio e un loto. In questa forma, è adorata non solo per condurre l’aspirante alla liberazione finale, ma anche per dargli una profonda conoscenza iniziatica, capacità poetica, benessere materiale e successo in tutte le sue azioni.

Come Kali, può essere vista come un Potere Cosmico che corregge i non credenti, o come una Luce che porta il bene quando sono duramente provati dalle forze del male. Nata come Grande Divinità, può assorbire e dare alla luce i mondi, oppure può essere vista come una divinità che conforta e nutre gli affamati. Come la guerriera Kali, controlla il potere del tempo, benedice le privazioni fisiche degli asceti che cercano di staccarsi dal corpo fisico per essere più vicini al Sé. Il potere di Tara è così grande che può distruggere un intero sistema solare.

Viene anche descritta come una terribile donna con quattro braccia, appollaiata su un cadavere, con un teschio nella prima mano, una spada nella seconda, un loto blu nella terza e tenendo nella quarta una ciotola per l’elemosina. Serpenti blu velenosi serpeggiavano tra i suoi capelli rossi intrecciati. Il bagliore rosso dei suoi occhi ci ricorda i fuochi dell’inferno e una corona di teschi è intrecciata sulla sua testa.

La sua mano destra esegue vara mudra e la mano sinistra esegue vitarka mudra. La sua vita sottile contrasta con le forme piene dei suoi fianchi e dei suoi seni forti, essendo allo stesso tempo l’incarnazione ideale della bellezza femminile. La dea, dignitosa e aggraziata in questa manifestazione, rappresenta la castità e la virtù e incarna l’amore, la compassione e la benedizione.

Per risuonare il più intimamente possibile con la Grande Forza Cosmica Tara, possiamo fare riferimento a questa divinità da diversi aspetti, come segue:
– Tara è associata al terzo occhio, alla luna piena, ai laghi, agli arcobaleni e le vengono assegnati i numeri 3, 7 e 11.
– Gli animali simbolo di Tara sono il gufo, il corvo, la scrofa e la cavalla.
– Le piante attribuite a questa dea sono: il fiore di loto, sia quello aperto che il bocciolo.
– I profumi e le fragranze attribuitele sono: l’incenso, il muschio e i profumi di rosa e narciso.
– Le pietre preziose e i metalli che permettono di risuonare con Tara sono: diamante, cristallo rosa, tormalina rosa, smeraldo, oltre a qualsiasi pietra rosa o verde.
– In termini di colori, sono specificati il ​​bianco e il verde, ma è possibile coprire l’intero spettro cromatico.

 
Lo Yantra della Grande Forza Cosmica Tara

Lo Yantra è un semplice diagramma geometrico che riassume le caratteristiche simboliche essenziali di una certa Grande Forza Cosmica o divinità o una certa energia divina nel Macrocosmo. È usato per una consonanza spirituale telepatica per fondersi con la Coscienza o realtà di quella sfera di forza, essendo un simbolo essenziale delle sue caratteristiche divine, dei suoi poteri, o di alcuni aspetti fondamentali di essa.

Il Mandala di Tara Verde

Yantra della Grande Forza Cosmica Tara


Per saperne di più sulle Dieci Mahavidya:

Le dieci grandi Saggezze divine

> Dio si riflette in dieci specchi