SOSPESI IN UN TEMPO SENZA TEMPO SCOPRIAMO L’INFINITA’
In questo tempo senza tempo, dove chi non lavora sta sperimentando davvero una dimensione fuori dal tempo, come poter allora usare saggiamente questa nuova realtà? Tenendo conto che lo spazio-tempo è un’unica dimensione… chi ora, finalmente, ha tempo può scoprire così anche un’infinità di spazio!
Uno yogi o una yogini potrebbero avere ora quel tanto desiderato tempo per dedicarsi ad una pratica intensa, a meditazioni prolungate, ad approfondire il percorso di conoscenza di sé.
Condividiamo una serie di pratiche e preziosi insegnamenti che potrebbero aiutarci, non solo a contrastare il campo collettivo di timore e incertezza planetaria, ma anche a trasformarci profondamente.
MANTENERE IL SILENZIO INTERIORE IN UN MONDO SOCIAL
Una definizione ben nota di Yoga è quella data dagli Yoga Sutra, dove si indica che lo yoga è “l’arresto delle fluttuazioni (vritti, o vortici) della mente”.
Al di là delle pratiche di asana e meditazione, uscire dal giogo dei continui pensieri è possibile quando riusciamo a centrarci nel cuore, quando viviamo il momento presente, quando siamo creativi ed ispirati, quando amiamo profondamente. In questo modo la mente diventa un aspetto secondario, non più così oppressiva da continuare a infilarci pensieri di preoccupazione, timore, dubbio… soprattutto riguardanti l’incertezza futura; anzi, la mente si mette al nostro servizio.
E’ proprio in questo tempo senza tempo che possiamo coltivare la presenza, liberi da tante azioni e distrazioni non così necessarie e vivere così questo isolamento come un ritiro spirituale, un’occasione per spegnere tutto, soprattutto le nostre agitazioni mentali (e perché no, le nostre “connessioni” virtuali).
DIMMI QUEL CHE FAI (AI TEMPI DEL CORONA) E TI DIRO’ CHI SEI
In fondo, tutte le volte che avremmo voluto ma… dicevamo di non avere tempo… ecco qui che esce davvero Chi noi siamo, proprio nel modo in cui decidiamo di usare questo tempo sospeso.
Quel che segue è parte degli insegnamenti della nostra Scuola di Yoga, una serie di consigli rivolti a chi vuole vivere un’esperienza intensa di sadhana (pratica spirituale):
[NOTA: fate SOLO le pratiche che già conoscete e in base all’anno di corso che frequentate]
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Si raccomanda di iniziare sempre con il tempo minimo riservato alla pratica delle asana e poi, gradualmente, nella misura in cui ci sentiamo molto bene in una asana, aumentare il periodo di esecuzione. Possiamo praticare per un intervallo maggiore di tempo le asana, per tutto il tempo in cui riusciamo a mantenerci confortevolmente nella rispettiva postura, risentendo pienamente dello stato euforico che essa determina grazie alla risonanza di cui si è preso coscienza con alcuni focolai di forza del macrocosmo. Se le fondamenta di una casa non sono ben salde, la sovrastruttura si sgretolerà immediatamente. Allo stesso modo, se un aspirante yoga non padroneggia molto bene le asana, non può iniziare a passare alle fasi veramente superiori delle pratiche yoga.
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Nella corretta pratica yoga, le asana non sono solo semplici esercizi fisici: saranno sempre (specialmente se realizzate con una buona concentrazione mentale) molto più di questo. Esse hanno una base spirituale. Ci aiutano notevolmente ad ottenere il controllo dei sensi, della mente e del corpo. I nervi ed i muscoli sono tonificati in breve tempo. Con l’aiuto di determinate asana, kundalini viene risvegliata e l’essere umano in causa vive meravigliosi stati di beatitudine e di forza. La pratica perseverante delle asana permette il raggiungimento degli stati di samadhi negli aspiranti pieni di devozione. Se fate delle flessioni persino per 500 volte al giorno o esercizi alle parallele per cinquanta volte al giorno per cinque anni, questi non vi renderanno più felici e non vi aiuteranno mai a risvegliare questa misteriosa forza sottile cosmica, kundalini. A causa dell’ignoranza e dell’imitazione, sono pochissimi oggigiorno quegli uomini che intuiscono e comprendono la differenza tra lo yoga e lo sport.
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Ogni aspirante yoga deve scegliere alcune asana favorite che crede si adattino meglio al suo temperamento, ai bisogni del momento, ai problemi con cui si confronta, al tempo libero e alle sue aspirazioni future.
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Evitiamo sistematicamente le preoccupazioni inutili. Non lasciamoci turbare da nulla. Cerchiamo di non essere ansiosi e neanche pigri e inattivi. Non perdiamo tempo in modo inutile. Non preoccupiamoci se esiste un apparente ristagno nel nostro progresso quando l’allenamento yoga continua senza diminuzione. Aspettiamo i progressi interiori con pazienza. Se siamo entusiasti, sinceri e pieni di energia riusciremo. Cerchiamo di non saltare, con rare eccezioni inaspettate, neanche un giorno, la sadhana, la pratica delle tecniche spirituali yoga.
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Yama e niyama sono sempre le fondamenta della pratica di ogni forma di yoga. Se siamo fermamente stabiliti e perseveranti in esse, alcune forme di samadhi saranno vissute da noi in modo spontaneo, automatico. Lo stretto rispetto di yama e niyama è una fortissima modalità per metterci in risonanza con diverse energie sublimi, divine del macrocosmo.
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Se ci osserviamo e seguiamo con attenzione e distacco i nostri difetti, se siamo sufficientemente sinceri con noi stessi e se aspiriamo con tutto il nostro essere a sostituirli con le virtù opposte, essi scompariranno, prima o poi, in base e in modo direttamente proporzionale ai nostri sforzi. Agendo sempre così, distruggeremo le impurità e i vizi presenti in noi, uno alla volta, poco a poco, e ad un certo punto ci accorgeremo chiaramente di essere completamente puri interiormente.
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La realizzazione perseverante, con un’adeguata trasfigurazione e una focalizzazione mentale ferma, di Nauli kriya, Uddiyana Bandha e Shirshasana ci può aiutare straordinariamente a raggiungere lo stato di Moksha (la liberazione spirituale). Queste tecniche yogiche sono allo stesso tempo mezzi importanti per riottenere e mantenere la nostra salute e vitalità.
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I procedimenti yogici di pulizia come Shank prakshalana e Vamana dhauti, effettuati ad intervalli regolari, saranno ulteriormente benefici per aiutare a vuotare lo stomaco, pulire l’intestino ed essendo molto efficaci nei casi di costipazione.
- Sarebbe l’ideale praticare al mattino presto, alle quattro, appena scesi dal letto le asana, il pranayama, shambhavi mudra e il laya yoga. Quest’ordine è benefico. A quest’ora la mente è completamente calma e profondamente riposata per cui possiamo realizzare lo stato meditativo con il laya yoga molto più facilmente. Per realizzare ulteriormente un’ottima meditazione, il laya yoga è la più importante tecnica di allenamento in questo senso. Al mattino presto, appena scesi dal letto, la mente è quasi una “tabula rasa”, essendo in gran parte liberata dai quotidiani pensieri caotici o ossessivi. La mente entrerà allora, senza sforzo od opposizione, nello stato meditativo se precedentemente, per alcuni mesi, abbiamo realizzato quotidianamente e con perseveranza il laya yoga al mattino.
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Se possiamo consacrare sempre solo alla realizzazione di Shirshasana mezz’ora o possibilmente di più, una simile performance accelererà notevolmente la nostra evoluzione spirituale e potremo allora ridurre in modo proporzionale il tempo riservato alla pratica delle altre asana.
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Nessun fenomeno di samadhi o stato estatico super cosciente è possibile senza il risveglio e l’ascensione della forza cosmica sottile, latente in noi, kundalini. Kundalini può essere risvegliata gradualmente e senza pericoli in diversi modi: asana (perfettamente realizzate), mudra, bandha, pranayama, brahmacharya (la continenza sessuale), laya yoga, devozione verso Dio, karma yoga, la grazia della guida spirituale (guru), bhakti yoga, la risonanza e la comunione con una delle 10 Forze Cosmiche, la volontà analitica forte e il pensiero profondamente focalizzato in modo fermo (vichara shakti). Coloro che cercano soprattutto di risvegliare la forza latente cosmica kundalini devono prima di tutto avere una grande purezza nelle intenzioni, nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Devono aver realizzato benissimo brahmacharya, trasmutando il potenziale sessuale e sublimando l’energia risultante al livello psichico, mentale e spirituale. Solo allora potranno veramente gioire dei benefici spirituali sublimi degli stati di samadhi. Quando kundalini viene risvegliata, i vecchi samskara (le registrazioni delle esperienze vissute che creano l’abitudine) sono definitivamente eliminati e il nodo sottile, psichico, dell’ignoranza che si trova nella regione del cuore nei corpi invisibili sarà gradualmente penetrato. Saremo allora liberati dalla ruota del samsara (il ciclo della nascita e della morte) e infine raggiungeremo lo stato immortale di sat-cit-ananda (la pura esistenza, la pura coscienza, la pura beatitudine).
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Per poter progredire nella pratica spirituale, dobbiamo realizzare periodicamente (tanto come esercizio di miglioramento della volontà quanto come modalità di interiorizzazione) Mauna (voto fermo del silenzio) per 24 ore consecutive. Mauna deve essere realizzato periodicamente, indifferentemente dal nostro anno di studio in questo corso di Yoga, poiché ci aiuta a renderci obiettivi e a conoscerci meglio.
Che questi consigli siano un impulso per tutti noi a coltivare i semi della trasformazione interiore e dell’aspirazione spirituale. Siamo tutti parte del campo di coscienza collettiva del pianeta e quello che possiamo fare per aiutare davvero è elevarci spiritualmente. Ogni nostro pensiero ha un impatto. Ogni nostro desiderio e intenzione generano delle eco, in noi e attorno a noi.
Che possiamo essere un puntino di Luce e Amore per ogni creatura che è in difficoltà e nella sofferenza.