di Verona Butu e Dan Bozaru

“KALI è la Grande Forza Macrocosmica (Mahavidya) dell’Energia del Tempo e per chi la adora è colei che dona la Liberazione Spirituale.
KALI protegge e ispira sempre coloro che la conoscono e la amano. Per gli impavidi KALI è la temibile Divoratrice del Tempo. Come Shakti di Shiva, KALI rappresenta lo spazio, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra. KALI soddisfa tutti i desideri fisici di Shiva. Possiede le Sessantaquattro Arti ed è anche Colei che produce la Gioia e la Felicità infinite del Maestro di tutta la Creazione. KALI è Shakti (Forza Cosmica Femminile) nel suo aspetto Puro Trascendente. KALI è la Notte Oscura da cui scaturisce la misteriosa energia del Tempo.”
(KALIKA PURANA)

KALI è la Forza cosmica del Tempo

La Grande Forza Macrocosmica KALI, una delle impersonificazioni più emozionanti dell’energia femminile primordiale nella Creazione cosmica, ha guadagnato un’enorme popolarità ed è spesso oggetto di fervente devozione nel culto tantrico.

Questa Grande Forza Macrocosmica venne adorata nelle sue molteplici forme in molte parti del mondo. In Nepal è conosciuta come Guhyakali; i Greci usavano il nome Kalli, un tempo esisteva una città chiamata Kallipolis (attuale Gallipoli); in Finlandia il nome Kalma (Kali Ma) è attribuito sempre alla Dea Kali; anche gli zingari venuti dall’India la venerano sotto il nome di Sara Kali; nell’Irlanda preistorica, le sacerdotesse erano chiamate Kelles, perché erano adoratrici della dea Kele. E gli esempi possono continuare…

Il culto di Kali è caratterizzato dal costante abbandono di sé davanti alla Madre. Attraverso l’espressione dell’amore e della fede, il suo adoratore ottiene una consapevolezza spirituale più profonda e un avvicinamento alla propria verità interiore.

 

Atto della Creazione universale. L’intero universo è il palcoscenico di Kali

Nell’iconografia indù, Kali è considerata la prima e la più importante delle divinità del pantheon tantrico, ma le sue varie forme e aspetti sono venerate con fervore anche nelle altre correnti spirituali dell’India.

Il famoso testo Mahanirvana Tantra descrive Kali come colei che dà vita a tutti gli oggetti, fenomeni ed esseri nella Manifestazione, dal più insignificante al più grande. L’intero Macrocosmo diventa così il teatro delle sue azioni chirurgiche, benefiche e armonicamente integrate, caratterizzate da una totale conoscenza causale e da un profondo discernimento divino.

La misteriosa influenza della Grande Forza Cosmica Kali nella Creazione è così complessa e occulta che praticamente nessun essere umano può percepirne i reali scopi e significati, tranne quelle anime che hanno già raggiunto un alto grado di perfezione spirituale.

Secondo la tradizione spirituale tantrica, tutta la Manifestazione scaturisce dalla Coscienza Infinita dell’illimitata e beata unione di Shiva e Shakti. La funzione della creazione è svolta da quell’energia divina (Shakti) che va sotto il nome di Brahman, e il mantenimento o continuità di questa creazione è svolto da Shakti Vaishnavi. Tuttavia, sia gli aspetti creativi che quelli di mantenimento comportano in ogni momento una “morte” o “distruzione” molecolare di qualsiasi forma nella Manifestazione, e questa funzione è soddisfatta dalla Rudrani Shakti. In particolare Brahman, Vaishnavi e Rudrani Shakti non sono altro che le consorti o gli aspetti femminili delle divinità che formano la trinità indù della Creazione: Brahma, Vishnu e Rudra (o Shiva).

L’esistenza simultanea di questi tre processi nella Manifestazione spiega chiaramente l’affermazione dei testi tantrici che proclamano che l’atto della Creazione non è avvenuto solo una volta in un momento passato del tempo, né la sua dissoluzione o distruzione (della Creazione) avrà luogo una sola volta, in un momento futuro, ma che in ogni momento temporale questi aspetti si manifestano come lampi così veloci da creare l’impressione di continuità e realtà. Sebbene la mente e il corpo dell’essere umano siano costantemente assaliti da innumerevoli esperienze sensoriali, lo stato di estasi divina (samadhi) che insorge grazie ad un’intensa e persistente pratica spirituale comporta la “dissoluzione” delle funzioni mentali e della coscienza corporea dell’essere umano nella Suprema Coscienza di Dio Padre, che trascende ogni dualità.

La Grande Forza Macrocosmica Kali è considerata la vera natura e coscienza del Supremo Divino (Brahman), rappresentandone l’aspetto trascendente. D’altra parte, costituisce simultaneamente la gloria della fulgida manifestazione di innumerevoli mondi ed entità nella Creazione. Pertanto, Kali è venerata sotto i suoi due aspetti fondamentali: come la Grande Dea che concede grazia a tutte le delizie e le gioie di questo mondo, ma anche come la santissima energia divina suprema (Shakti), che conferisce la liberazione spirituale (Kaivalya).

Nel pantheon delle divinità tantriche, Kali è citata come la prima delle 10 Grandi Forze Macrocosmiche (Mahavidya), perché, in un certo modo, è colei che “avvia la Ruota del Tempo Universale”, costituendo così l’impulso primario nell’esistenza e nel fenomenico divenire. D’altra parte, al termine di un ciclo di manifestazione, il tempo (o Kala, in sanscrito) ha “divorato” tutti i mondi dei tre piani (universi o sfere di coscienza) della Creazione, che sono l’universo fisico, astrale (o sottile) e l’universo causale. La Grande Forza Macrocosmica Kali in definitiva “divora” anche l’aspetto della temporalità (cioè l’energia sottile del tempo, Kala), motivo per cui è considerata la causa primaria della creazione e distruzione della manifestazione.

Da un’altra prospettiva, Kali è anche la creatrice dei mondi, questi nascendo dalle ceneri del fuoco purificatore della Coscienza Divina di questa Grande Potenza Cosmica, che ha così calcinato tutte le impurità, i residui e le imperfezioni delle forme di manifestazione. L’azione di Kali ha quindi un carattere profondamente evolutivo, spingendo talvolta in modo drammatico o terribile l’esistenza dell’essere umano verso la sua perfezione spirituale. Ma Kali lo fa sempre con perfetto discernimento divino, e coloro che riescono a superare con successo le fasi e le prove che affrontano sono veri eroi spirituali, godendo della grazia ineffabile della Grande Dea Kali.

Tuttavia, finché l’Onnipotente Volontà di Dio non manifesta l’impulso creativo, Shakti (o Energia Divina Infinita) è in potenzialità e inseparabilmente unita a Shiva nel suo aspetto puramente trascendente. I testi di spiritualità tantrica designano questo stato di perfetta unione, al di là di ogni manifestazione di dualità, con il termine Sat-Cit-Ananda (Pura Esistenza – Pura Coscienza – Beatitudine Infinita).

Le ipostasi della Grande Forza Macrocosmica KALI

La Shakti suprema (nel suo aspetto di Kali) si assume la responsabilità della creazione dei nomi e della loro evoluzione nella manifestazione. La sua sovranità è spesso menzionata nei testi tantrici con il nome Adimahavidya, che significa la prima delle Grandi Potenze Cosmiche, ma ciò non deve indurre all’idea di una gerarchia, bensì quella di un ordine di divenire macrocosmico. Così, una delle tante rappresentazioni della Grande Dea Kali è quella in cui è rappresentata su un trono d’oro sorretto da cinque corpi (come quello di Shiva), il trono è nel mezzo di un boschetto di alberi ingioiellati. Ai suoi piedi si trova la spiaggia di sabbia dorata, sempre bagnata dalle calme onde dell’Oceano del Nettare dell’Immortalità.

Kali è chiamata anche Adyashakti, per la sua qualità di energia e di terribile potere che spinge gli esseri all’azione e il mondo (Creazione) alla manifestazione. Per questo motivo viene spesso chiamata Mahamaya (Grande Potere dell’Illusione Universale). Il fatto che sia rappresentata nuda, senza alcun indumento che la copra, significa che Kali trascende ogni tipo di limitazione, identificandosi sempre con l’infinito Potere della Coscienza Divina.

L’azione di Kali nella Manifestazione comporta l’azione distruttiva e allo stesso tempo purificatrice del tempo (Kala). Questo aspetto è suggerito dalla testa mozzata di un essere umano, che la Grande Dea tiene in una delle sue mani, il che significa che l’intera Creazione, alla fine, viene dissolta o ritirata nel seno della Coscienza Primordiale di Dio, per l’azione inesorabile dell’energia sottile del tempo che Kali manifesta, essendo lei stessa al di là del tempo. Questo è il motivo per cui alla Dea viene dato anche il nome Mahakali. Tuttavia, man mano che lo yogi si muove sempre più fermamente verso la meta della liberazione spirituale, che trascende ogni dualità e illusione, Kali gli donerà la sua grazia travolgente (bhukti – l’esperienza di felicità e realizzazione in questo mondo e mukti – l’estasi divina della Realtà Trascendente Divina).

Una delle ipostasi più importanti in cui viene venerata la Grande Forza Macrocosmica Kali è quella della dea Durga, la vincitrice del demone Mahishashura. Questo demone rappresenta nella tradizione della spiritualità indù l’incarnazione di tutte le forze dell’Oscurità. Nella filosofia Vedanta c’è il concetto delle Incarnazioni Divine (avatara) che vengono sulla Terra per realizzare una profonda trasformazione spirituale dell’umanità; in questa direzione, Rama, Krishna, ecc. erano considerati avatar del Signore dell’Universo (Ishvara, venerato nel suo aspetto maschile come Vishnu). Ma per chi adora Dio come Madre Divina protettiva e onnipotente, la Grande Dea Durga è l’unica incarnazione in grado di distruggere il male che prolifera nel mondo nei suoi vari aspetti demoniaci e satanici. Così, nella tradizione della mitologia indù, si racconta che la dea invincibile, onnipotente nei tre mondi (fisico, sottile e causale), uscì vittoriosa dalla lotta contro i demoni e il loro re, il grande demone Mahishashura, salvando così gli dei dalla prigionia e ripristinando l’ordine nella Manifestazione. Il profondo significato spirituale di questo mito è che in ogni essere umano ci sono energie e forze benefiche e malefiche, che si oggettivano in tendenze di questo tipo. Simbolicamente, le forze del male sono i demoni e le forze benefiche sono gli dei, quindi c’è una feroce lotta interna per la supremazia. La Dea Durga, personificazione della Grande Forza Macrocosmica Kali, concede la sua grazia divina e il suo aiuto a coloro che la invocano e la adorano con potere affinché le loro forze spirituali si sviluppino e sopprimano tutte le altre influenze negative della loro psiche e mente. Durga, la Luce Divina che risplende senza fine come Forza dell’Eternità, distrugge e brucia nel terribile fuoco della sua pura coscienza ogni forza maligna e ogni residuo di ignoranza.

Nell’iconografia indù, Kali appare anche in molte altre forme, che sono spesso simili alla forma di Dakshina Kali, le differenze riguardano il numero delle braccia, i volti della dea o gli oggetti simbolici che tiene tra le mani. Pertanto, Shmasana Kali, Siddha Kali, Mahakali, Guhya Kali rappresentano altrettanti aspetti della Grande Dea che vengono adorati in diverse aree dell’India.

Tra queste forme della Grande Potenza Cosmica Kali è degna di nota quella di Bhadra Kali, che nel famoso trattato “Tantrasara” viene descritta come una divinità affamata, pronta a divorare qualsiasi forma o aspetto illusorio della Manifestazione, dotata di tre occhi (simbolo della piena conoscenza spirituale) e quattro mani che reggono un teschio, un tamburo, un tridente e un’ascia. Una variante di Bhadra Kali è Chamunda Kali, descritta come avente un aspetto piacevole e benevolo, sebbene i suoi denti abbiano un aspetto terribile. Porta un lungo osso umano con un teschio all’estremità e una spada nelle due mani destre, mentre le sue due mani sinistre tengono un cappio e una testa umana. A differenza delle altre forme rappresentative, Chamunda Kali indossa una pelliccia di tigre sul corpo ed è seduta su un cadavere.

In certi frangenti, Kali interviene in modo terribile per distruggere tutto ciò che è debole, inutile o pervertito. Molte volte assume simbolicamente quattro o anche più mani per tenere e utilizzare vari oggetti e armi al fine di mantenere l’ordine nella Creazione e controllare le forze del male, incarnate da alcune entità demoniache e sataniche (yaksha, rakshasa, naga, bhuta, ecc.). Nei suoi aspetti altamente elevati, Kali è l’infinita Beatitudine Divina stessa che si trova oltre ogni possibilità di percezione umana ordinaria.

 

La rappresentazione simbolica tradizionale della Grande Forza Macrocosmica del Tempo, KALI

La descrizione della Grande Forza Macrocosmica Kali, come rivelato nel testo “Kalitantra“, raffigura la dea con il colore della pelle di una nuvola bluastra scura prima di una tempesta. Danza sul corpo inerte e bianco di Shiva, rappresentazione che ha il significato dei due aspetti fondamentali della Realtà: da un lato, l’aspetto statico e trascendente della Coscienza (che si identifica con Shiva), e dall’altro, l’aspetto dinamico e immanente della coscienza (che si identifica con la danza di Kali). In questa rappresentazione iconografica, Shiva è bianco perché significa luce divina infinita e non supportata (prakasha), è inerte e immobile come un cadavere (Shava), perché in assenza di azione e movimento la Coscienza è pura, omogenea e compatta. Al contrario, la danza della Grande Dea Kali significa per eccellenza l’aspetto dinamico e attivo della Coscienza Divina in Manifestazione, e il colore scuro della sua pelle mostra che nei processi che avvengono nella Creazione, Kali “dissolve” tutto ciò che è associato con l’oscurità o il vuoto esistenziale.

Le diverse rappresentazioni della dea hanno in comune gli elementi fondamentali, che sono: il cadavere di Shiva, l’atteggiamento glorioso, il colore nero, ecc., ma possono comunque differire in altri dettagli, che costituiscono altrettante sfumature del ruolo che Kali gioca nella Manifestazione. Pertanto, in una di queste immagini, la Grande Dea è rappresentata in un atteggiamento imponente, mentre medita profondamente ed è avvolta nel nettare di infinita beatitudine spirituale; sta sopra il petto di Shiva, che giace a terra nella postura del cadavere (shavasana).

Kali è rappresentata anche nella nota posizione dell’arciere, con la gamba destra piegata in avanti, la pianta sul petto di Shiva e la gamba sinistra piegata dietro. Entrambe le immagini (sia quella di Kali che quella di Shiva) sono raffigurate al centro di un terreno di cremazione, il che significa che tutti gli oggetti illusori del mondo vengono infine ridotti in “cenere” a causa del loro consumo nel terribile fuoco del mondo, passaggio del tempo (essendo il tempo la modalità principale di manifestazione di Kali nella Creazione), o che queste cose effimere (materia, oggetti, esseri, fenomeni, azioni) ritornino al loro stadio primario di essenza o sintesi causale originaria.

Come di consueto, anche in questa rappresentazione Kali ha il colore nero, essendo quindi la fonte di tutti gli altri colori che scaturiscono dall’ignoto abisso della qualità fondamentale del sostegno (tamas guna). Sebbene in tal modo si suggerisca che sia associata alle profondità dell’occultamento della Coscienza Suprema di Dio nella Creazione sotto le forme più grossolane di materia e azione, tuttavia Kali è anche circondata da un brillante alone bianco di luce che non causa cecità o dolore agli occhi che la guardano, ma al contrario li calma e rilassa per la natura profondamente “rinfrescante” di questa energia (amrita), che è come la fulgida manifestazione del nettare emanato da milioni di mondi sottili e spirituali .

In questa immagine, il cadavere di Shiva significa che il potere della coscienza divina è insito anche nella materia inanimata. Kali ha la bocca spalancata e la lingua di fuori, a rappresentare simbolicamente il gesto (mudra) di “divorare” o “consumare” l’intera Creazione. Allo stesso tempo, però, questo aspetto terribile e spaventoso (per chi non conosce i profondi significati esoterici di questa immagine) è accompagnato da un atteggiamento sorridente della Grande Dea, che guarda così con gentilezza e affetto tutti gli esseri del mondo. Manifesta e sostiene la loro vita ed evoluzione nutrendoli al suo immenso seno come la Madre Divina amorevole.

D’altra parte, la risata di Kali significa anche il suo atteggiamento ironico nei confronti di tutti coloro che, ignorando le leggi dell’armonia e dell’equilibrio macrocosmico, immaginano di potersi sottrarre alla propria evoluzione spirituale come individui e allo stesso tempo come parti di un Tutto unico e perfetto.

La Grande Dea ha tre occhi con i quali “supervisiona” tutti i mondi che operano nei tre aspetti del tempo (trikala): passato, presente e futuro. In una delle sue mani tiene un teschio il cui simbolismo è, da un lato, quello del ricettacolo dei misteri della Creazione, degli insegnamenti occulti e dell’origine delle tre sfere principali della coscienza (fisica, sottile e causale), e dall’altro d’altra parte rappresenta figurativamente ciò che rimane alla fine dopo la distruzione o dissoluzione dell’intero Macrocosmo.

D’altra parte, Kali impugna una spada (khadga) che ha il ruolo di simboleggiare il taglio dei legami e degli attaccamenti al mondo manifestato per preparare il seguace all’atto di liberazione spirituale suprema. È interessante notare che i capelli della Grande Dea sono rappresentati come lunghi e svolazzanti nel vento, a significare il potere della piena grazia di questa Grande Forza Macrocosmica di garantire la libertà all’essere dalle pesanti “catene” del karma in Manifestazione. La benevolenza e la compassione di Kali sono enfatizzate anche dalla posizione specifica di due delle sue mani, che eseguono i gesti di rimozione della paura (abhaya mudra) e di conferimento di doni spirituali e poteri paranormali (varada mudra).

La dea porta al collo un cordone di teste mozzate di demoni e altre entità maligne, certificando così la vittoria totale e sempre presente dell’azione buona e giusta nella Creazione. Il suo corpo nudo è schizzato del sangue che sgorga da queste teste mozzate e come orecchini indossa i corpi di due cadaveri umani. Tutto l’aspetto terribile di Kali è esaltato dal sangue che scorre attraverso i due lati della sua bocca spalancata, che come spiegato in precedenza significa il continuo “divoramento” di ogni aspetto manifestato.

La nudità della dea indica simbolicamente che il suo potere non è limitato da alcun aspetto della Creazione e che la dea è anche creatrice dell’intero universo (Macrocosmo), ma rappresenta anche i costituenti (cioè le cose, gli esseri, ecc.) che lo compongono. A volte è rappresentata sopra Shiva in un atto d’amore capovolto (viparita rati), indicando che mahavidya upasana (o, in altre parole, l’adorazione fervente e devota di questa Grande Potenza Cosmica (Kali)) simboleggia essenzialmente il principio del riassorbimento dell’intero universo (prapancha) nella coscienza ora infinitamente espansa dell’adepto, attraverso la grazia della Grande Dea Kali.

La sadhana tantrica, modalità di adorazione della Grande Forza Macrocosmica del Tempo, KALI

La Sadhana o pratica spirituale relativa alla Grande Forza Macrocosmica Kali implica lo sforzo spirituale per purificare ed energizzare al massimo grado i centri di forza sottili (chakra) dell’essere del praticante e allo stesso tempo per realizzare il risveglio e l’ascesa gloriosa della Coscienza e dell’Energia Divina, essenzializzata a livello del Muladhara Chakra sotto forma di Kundalini Shakti. L’ascensione della Kundalini Shakti rappresenta, inoltre, uno degli aspetti più importanti dell’influenza e della manifestazione della gigantesca sfera cosmica di coscienza di Kali nell’essere del fedele, essendo direttamente correlato con la pratica dell’amore trasfigurante realizzato con continenza, in pieno rispetto dei principi e delle idee della dottrina del sistema tantrico.

La Sadhana (pratica spirituale specifica) di adorazione della Grande Forza Cosmica Kali rappresenta, senza dubbio, uno dei modi più originali e audaci di adorazione spirituale, che è particolarmente caratteristico della tipologia dell’eroe spirituale. Coraggioso e impavido di fronte alle terribili forme che Kali assume davanti a sé (mettendo così alla prova il suo coraggio, determinazione, pazienza, perseveranza e maturità spirituale), l’adepto che così si tempra nel fuoco purificatore della sublime esperienza spirituale accede nel più breve tempo possibile (e a volte anche in modo fulmineo) alla condizione trascendente della Coscienza Divina Assoluta, che è Dio Padre stesso.

Poiché per la maggior parte dei fedeli gli aspetti sottili della dea Kali (e, in generale, di qualsiasi altra divinità) non possono essere percepiti direttamente da una vivida emozione interiore trasfigurante (bhavana), è necessario che l’immagine della divinità sia collocata davanti al fedele sotto forma di statua o almeno di disegno (fotografia) ben fatto. Sebbene questo metodo possa sembrare una forma esteriore di adorazione (upasana), può creare, nel profondo del cuore del seguace, la risonanza di stato che è specifica dell’adorazione di quella divinità. La forma più grossolana di culto è quindi rappresentata dall’immagine tridimensionale (murti) della dea (la statua di Kali o un’altra Mahavidya); poi seguono i cosiddetti emblemi (salagrama shila) delle virtù, che sono rappresentati da alcuni pietre nere dai disegni complicati e poi, a un livello più alto, c’è il modo di adorare la dea attraverso il suo yantra.

Lo Yantra (forma geometrica sacra di evocazione o risonanza) di Kali è costituito da una serie di cinque triangoli equilateri posti uno dentro l’altro e posti sul cerchio di un loto a otto petali. I cinque triangoli rivolti verso il basso dello yantra di Kali simboleggiano in realtà sia la trascendenza dei cinque sensi che i cinque elementi primari (tattva). Il loto a forma di cerchio con otto petali indica che la dea Kali può essere compresa e percepita correttamente all’interno focalizzando le emozioni intense nel centro secondario Hrd Chakra o meglio in Anahata Chakra. Al centro di questo yantra dovrebbe essere visualizzato un piccolo punto, che simboleggia la completa stabilità della coscienza. Lo Yantra di Madre Kali è un potente simbolo per la concentrazione mentale e la meditazione e può anche essere usato come talismano protettivo.


Lo Yantra di KALI

Infine, la forma di culto più elevata è l’uso del mantra (o bija mantra) della rispettiva dea (nel nostro caso è il bija mantra della Grande Forza Cosmica Kali) che può essere integrato nella tecnica di japa (ripetendo ad alta voce, in un sussurro o mentalmente il mantra che corrisponde a quella divinità) o nella tecnica più complessa e con più sfumature negli effetti, che è la tecnica di meditazione laya yoga.

Dobbiamo anche menzionare il fatto che nel caso dell’adorazione dell’immagine (murti) della dea, la mente dell’adoratore tende gradualmente a identificarsi con la forma della rispettiva Grande Forza Cosmica (Kali), a quel punto la percezione dell’immagine materiale non è più riferita ad un semplice oggetto esterno, ma è sostituita dalla percezione effettiva della potenza divina della dea che viene evocata con fervore e che viene così fatta “scendere” al livello della statua o immagine.

Altri elementi rituali dell’adorazione consistono nel prostrarsi amorosamente davanti all’immagine della divinità, offrire fiori, frutta fresca o altri prodotti della più pura qualità, bruciare incenso, ecc.

Nyasa è un altro aspetto importante per entrare in risonanza. Questa azione (nyasa) prevede il posizionamento delle mani, dei palmi e delle dita del devoto su diverse zone del suo corpo, contemporaneamente alla ripetizione mentale dei mantra specifici di quelle zone e all’esercizio dell’immaginazione creatrice che realizza così l’omologazione delle varie parti del corpo della divinità con parti del proprio corpo. Il rituale si conclude con uno specifico movimento della mano che “diffonde” l’energia sottile della dea in tutto il corpo del fedele.

Kali è sempre pronta a rispondere a coloro che la invocano adorando le sue qualità perfette, ripetendo mentalmente i suoi mantra, visualizzando il suo yantra e le sue molteplici forme sacre tradizionali. Kali trasmette molto amore quando l’impulso appassionato di sinceri desideri di unione con lei fa nascere una traboccante vitalità attraverso la quale il devoto entra e poi sale attraverso il Grande Asse, che è il canale centrale del corpo sottile, Sushumna Nadi. È anche estasiata dalle esperienze d’amore estatiche dell’uomo e della donna nella loro infinita unione sessuale tantrica (con continenza). Kali ci dona la sua immensa felicità ogni volta che la ricordiamo. Kali può essere coscientizzata come un’estasi oceanica quando viene freneticamente evocata in unione estatica con Shiva.

Ella può essere adorata offrendole (consacrando) con amore qualunque cosa, senza ipocrisia. È molto facilmente evocabile attraverso i suoi profumi sensuali di legno di sandalo, muschio, patchouli e canfora. E le piacciono anche le ghirlande di fiori rossi, la ritmata musica d’amore e la danza sensuale e profondamente trasfigurante. Kali risponde con gioia alle risate spontanee, alle canzoni d’amore emozionanti, all’amore appassionato e all’atteggiamento mentale del “tutto o niente”.

Una donna bella, sensuale e vitale può rapidamente diventare tutt’uno con Kali identificandosi profondamente e ampiamente con il suo terribile potere che si ottiene attraverso una misteriosa iniziazione nella sua sfera di forza. Quando l’ipocrisia, l’insicurezza, l’egoismo e l’invidia vengono quasi completamente eliminati dall’anima di una donna, la profonda saggezza intuitiva di Kali, che dona estasi e armonia, viene alla luce con forza. Piena di traboccante vitalità amorosa ed energia sessuale, che offre saggezza divina e potere discriminante, Kali agisce quindi permanentemente come una potente iniziatrice nella natura ineffabile della realtà. Per la donna che la sente veramente, Kali è impavida e appassionata; una volta ottenuta la grazia di questa Grande Forza Cosmica, esso non la toglierà più. Nel suo ruolo di Kali, la donna agisce quindi spontaneamente come distruttrice dell’illusione e come colei che soddisfa spontaneamente i desideri più intimi di chi la adora.

[tratto da https://yogaesoteric.net/kali-marea-putere-cosmica-a-timpului/]